“QUESTO VOTO È CHIARO, I FRANCESI VOGLIONO QUALCOSA DI PIÙ A SINISTRA DI MACRON” - L’ECONOMISTA JACQUES ATTALI, CONSIGLIERE DEL GALLETTO DELL'ELISEO: “MARINE LE PEN È LA NEGAZIONE DELL’IDENTITÀ FRANCESE. TUTTI GLI ALTRI CANDIDATI, A PARTE ZEMMOUR, SEMBRANO APPOGGIARE IL PRESIDENTE. IN FRANCIA RISORGERÀ LA SINISTRA, MELENCHON DOVREBBE LASCIARE SPAZIO A UNA NUOVA GENERAZIONE” - “LA POLITICA DELLA LE PEN SEMBRA MINORITARIA, PERCHÉ SI PUÒ DIRE CHE IL 70% DEI FRANCESI HA VOTATO CONTRO DI LEI” (CONSIDERANDO CHE LA SEPARANO CINQUE PUNTI DA MACRON, HANNO VOTATO ANCHE CONTRO IL PORTACIPRIA DI BRIGITTE...)
-Leonardo Martinelli per “La Stampa”
Non vuole ammettere di essere rassicurato dai risultati di questo primo turno, che indicano uno scarto tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen più ampio di quello che era stato previsto dai sondaggi dei giorni precedenti.
Jacques Attali vuole mettere le mani avanti, quasi scaramantico: «Tutto si giocherà fra due settimane». Ma al tempo stesso sorride e aggiunge: «È chiaro che il presidente attuale ha la possibilità di vincere. E, se si guarda ai risultati nel loro complesso, i francesi hanno detto che vogliono più protezione e giustizia sociali, ma non la Frexit, l'uscita dall'Unione europea, né il sostegno a Vladimir Putin, né una negazione dei diritti umani, che sono tutte aspirazioni solo del 30% dell'elettorato, quello di Le Pen e di Eric Zemmour».
Economista e pensatore, 78 anni, Attali iniziò a parlare all'orecchio di François Mitterrand e lo ha fatto anche per altri presidenti successivi, compreso oggi Macron.
Per lei Le Pen e Zemmour sono la stessa cosa?
«Hanno il medesimo programma, solo utilizzano in certi casi un vocabolario diverso.
E poi lei adesso dice che non vuole più uscire dall'Ue, ma al tempo stesso afferma che il diritto nazionale primeggerà su quello europeo.
Tutto questo equivale a un abbandono dell'Unione. Le Pen è la negazione dell'identità francese. Ma la sua politica sembra minoritaria, perché si può dire che il 70% dei francesi al primo turno ha votato contro di lei.
Tutti gli altri candidati, a parte Zemmour, e anche Mélenchon che non vuole che nessun voto vada all'estrema destra, sembrano appoggiare Macron.
Anche la leader della destra Valérie Pécresse voterà per Macron, la socialista Anne Hidalgo, il verde Yannick Jadot, il comunista Fabien Roussel. Spero che tutto questo serva a qualcosa».
Quindi, è davvero rassicurato rispetto all'esito del ballottaggio
«No, perché bisogna vedere cosa succederà in questi 15 giorni e anche quello che avverrà in Ucraina e in Europa.
Ma i francesi hanno inviato un messaggio intelligente al presidente della Repubblica. Il problema è che la leader dell'estrema destra è convincente, ormai parla molto bene: è temibile e lo sarà anche al secondo turno».
Nei giorni scorsi Macron è apparso particolarmente aggressivo nei confronti della rivale. Ha tacciato di "razzismo" il suo programma e ha rispolverato la vecchia accusa di antisemitismo per i Le Pen. Cosa ne pensa?
«Lei è chiaramente xenofoba, perché la sua politica riguardo agli stranieri è estrema. E sull'antisemitismo riesce a nascondere bene le cose Globalmente ha solo la fortuna di essersi ritrovata accanto qualcuno come Éric Zemmour, che l'ha fatta sembrare meno di estrema destra».
Ma Macron negli ultimi cinque anni quali errori ha fatto?
«Spero che vinca al ballottaggio. Non sarò io a criticarlo. Non è il momento».
E la campagna elettorale com' è stata finora?
«Non c'è stata una vera campagna e per colpa di tutti, ma anche per l'attualità. Si è parlato di altro. Spero che in queste due settimane la musica cambierà».
Mélenchon ha realizzato una buona performance, la sinistra nel suo complesso mantiene un certo bacino elettorale
«Questo voto è chiaro. I francesi vogliono qualcosa di più a sinistra di Macron e il rispetto dei valori della Francia. In ogni caso, dal punto di vista europeo, secondo me gli italiani non devono preoccuparsi».
Macron vuole superare il divario tra destra e sinistra. Lei cosa ne pensa?
«Da un certo punto di vista lui è una sorta di extraterrestre della politica, perché è al tempo stesso di sinistra e di destra. Io ora lo sostengo ma resto di sinistra.
Se sarà rieletto, riprenderò il mio posto con gli altri intellettuali nello schieramento della gauche e nelle sue battaglie. Io ne sono convinto: in Francia la sinistra risorgerà, tanto, più che Mélenchon dovrebbe abbandonare la scena politica e lascerà spazio a una nuova generazione».