“RENZI E’ UN COMPETITOR CHE CI INDEBOLISCE” - MARA CARFAGNA ALLONTANA I SOSPETTI CHE QUEL CHE RESTA DI FORZA ITALIA VOGLIA PASSARE CON MATTEUCCIO: “CENE RECENTI CON RENZI? NO, NEANCHE UN CAFFÈ - IL "GIGLIO MAGICO"? BUONI RAPPORTI CON TUTTI MA INCIUCI CON NESSUNO - LA LEGA PROMUOVE UN REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE? LE DECISIONI DI QUESTO PESO VANNO CONDIVISE. BERLUSCONI NON SI COMPORTAVA IN QUESTO MODO CON LA LEGA…”
-Ugo Magri per “la Stampa”
Come è andata, Mara Carfagna, la vostra "cena tra amici"?
«Bene, soprattutto per un motivo: ha dimostrato che in Forza Italia siamo in tanti a non volerci arrendere. La frase più ripetuta a tavola è stata: "Svegliamoci, ricominciamo a fare politica, smettiamo di regalare gli elettori agli altri"».
Ma Berlusconi l' avevate avvisato?
«Naturalmente sì. Ho parlato col presidente prima e anche dopo».
Come l' ha presa?
«Ha ben colto lo spirito dell' iniziativa. Che non era una congiura carbonara».
Avete messo in cantiere nuovi appuntamenti?
«Ci siamo lasciati con la promessa di rivederci e, magari, di allargare».
Allargare la corrente?
«In un partito quotato sotto il 10 per cento, più che una corrente sarebbe uno spiffero.
Una prospettiva così non mi interessa».
Qual è, allora, l'obiettivo?
«Fornire idee, ragionamenti, energie per rianimare l'intero movimento. Tra l' altro, la parola corrente viene pronunciata da altri».
Quali altri?
«Dai guardiani dello "status quo", che sono contro chiunque non si rassegna all'immobilismo».
Chi sarà per voi Renzi: un interlocutore o un rivale?
«E' un competitor che tenta di indebolirci. Prova ne sia quella nostra senatrice che è appena trasbordata da lui».
Cene recenti con Renzi?
«No, neanche un caffè».
E con il "Giglio magico"?
«Buoni rapporti con tutti ma inciuci con nessuno».
La Lega promuove un referendum sulla legge elettorale. Una buona idea?
«Prendere da soli un'iniziativa del genere e pretendere che Forza Italia aderisca a cose fatte è stato un errore. Serve un patto di consultazione preventiva, le decisioni di questo peso vanno condivise. Nel centrodestra che io conosco e che ha governato il Paese, non ha mai funzionato così. Certo Berlusconi non si comportava in questo modo con la Lega».
Manifesterà contro il governo insieme a Salvini?
«Deciderà il partito. Io non sono pregiudizialmente ostile a scendere in piazza. Ma a una condizione: che non siano benvenute né Forza Nuova né Casapound. O si guarda al centrodestra oppure si strizza l'occhio all' estremismo. Bisogna scegliere da che parte stare».
Secondo lei Fi cosa dovrebbe dire cosa agli elettori?
«Pronunciare tre basta. Basta "presentismo", basta proposte acchiappa-consenso, basta leggi fatte soltanto per cavalcare sondaggi e social. Guardare invece lontano. A una vera riforma fiscale che rilanci il Nord, a una grande battaglia europea per fare del Mezzogiorno una "no-tax" area, a un'azione seria per alzare stipendi e salari fermi da vent'anni, a un freno efficace contro gli sbarchi fantasma che hanno riversato sulle nostre coste l'80 per cento dei clandestini».
Mettiamo che dai vertici del partito lei e i suoi 50 commensali dell'altra sera riceviate solo dei no. Cosa accadrebbe a quel punto?
«Non voglio neanche pensarci. Finora ho ascoltato esclusivamente dei sì e incoraggiamenti ad andare avanti. Forza Italia c' è ed è più ambiziosa di come la raccontano».