“UN’EVENTUALE SCONFITTA DI MARINI SAREBBE UNA SCONFITTA POLITICA DELLA MELONI” – STEFANO FOLLI PROVA A SPIEGARSI LE RAGIONI DIETRO AL BLITZ DELLA MELONI SULLA CONSULTA: “È DA CAPIRE SE IL GIOCO VALE LA CANDELA. POICHÉ NON SIAMO IN AMERICA, NON SI CONTROLLA LA CORTE CON UN GIUDICE AMICO DI GIORGIA MELONI” – “I CRITERI DI EQUILIBRIO ISTITUZIONALE DICONO CHE NON È VIETATO CANDIDARE IL CONSIGLIERE GIURIDICO DI PALAZZO CHIGI, MA POTREBBE NON ESSERE OPPORTUNO…”

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Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”

 

stefano folli foto di bacco

La nostra Corte Costituzionale non è la Corte Suprema federale degli Stati Uniti. […] Quei nove giudici eletti a vita — e non solo per nove anni come in Italia — decidono le loro sentenze dopo aspri confronti e spesso con scarto minimo: talvolta cinque a quattro o sei a tre.

 

Attraverso queste strette maggioranze, cambiano il volto dell’America […].

 

Oppure impediscono quei cambiamenti: dipende anche da come sono orientati sul piano politico e culturale i nove giudici, tutti nominati dal presidente e passati al vaglio del Congresso.

 

francesco saverio marini

[…] La nostra Corte è meno politicizzata di quella americana. I partiti possono eleggere in Parlamento solo un terzo dei giudici (cinque sui quindici del plenum). Un altro terzo è eletto dal presidente della Repubblica e in genere si tratta di giuristi di alto profilo […] abbastanza autorevoli da non esserne condizionati. Infine l’ultimo terzo è appannaggio delle varie magistrature […]. In parole povere, da noi è ben difficile una conquista politica della Consulta […]. […]

 

Cosa è accaduto allora per creare una così evidente tensione? La premier ha mostrato un sorprendente nervosismo, come se l’elezione di un giudice a lei gradito (Francesco Saverio Marini) fosse una questione da cui far dipendere la sopravvivenza del governo. S’intende che la maggioranza, se dispone davvero dei tre quinti dei voti, è in grado di eleggere il suo uomo.

 

GIORGIA MELONI CONSULTA – VIGNETTA DI ELLEKAPPA

Ed è sgradevole, ma non strano, che intorno alla vicenda si sia sviluppato un mercatino, chiamiamolo così, per garantirsi qualche voto di sicurezza. Gli indiziati sono i 5S di Conte, sempre più lontani in questa fase dal Pd e sempre più abili nella caccia alle poltrone.

 

Vedremo l’esito della loro strategia. Di sicuro, un’eventuale sconfitta di Marini sarebbe una sconfitta politica della presidente del Consiglio. Da capire, peraltro, se il gioco vale la candela. Poiché non siamo in America, non si controlla la Corte con un giudice amico di Giorgia Meloni.

 

COMPOSIZIONE ATTUALE DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Al massimo si può pensare che quest’ultimo sia in grado di fare opera di convincimento a proposito del referendum sull’Autonomia, che la premier vorrebbe a tutti i costi evitare. Ma l’eccessiva esposizione di questi giorni non ha fatto bene all’immagine della presidente e nemmeno a quella del candidato prescelto.

 

MESSAGGIO INVIATO AI PARLAMENTARI DI FRATELLI D'ITALIA PER IL VOTO SULLA CONSULTA

I rapporti tra l’esecutivo e la Consulta sono sempre delicati, benché qualcuno tenda a dimenticarlo. I criteri di equilibrio istituzionale dicono che non è vietato candidare il consigliere giuridico di Palazzo Chigi, ma potrebbe non essere opportuno. Come in questo caso.

GIORGIA MELONI E LE ACCISE - VIGNETTA BY LELE CORVI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
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augusto barbera in conferenza stampa dopo l elezione a presidente della corte costituzionale 1
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