“L’UNIONE EUROPEA FA TROPPO POCO PER LA PACE” – AL MEETING DI RIMINI ARRIVA LA SFERZATA DEL CARDINAL MATTEO ZUPPI, PRESIDENTE DELLA CEI E INVIATO SPECIALE DEL PAPA PER LA MEDIAZIONE TRA RUSSIA E UCRAINA: “L’EUROPA DOVREBBE FARE MOLTO DI PIÙ. LA PACE DEVE ESSERE GIUSTA E SICURA. C’È UN AGGRESSORE E C’È UN AGGREDITO, PERÒ LA SOLUZIONE NON VA TROVATA CON LE ARMI, MA CON IL DIALOGO”. UN MESSAGGIO CHIARO PER ZELENSKY, CHE FINORA NON HA APERTO AD ALCUN COMPROMESSO…
-Estratto dell’articolo di R.P. per “il Messaggero”
Ricorda l'invito di Papa Francesco a «non abituarsi alla guerra», e la commozione del Pontefice in Piazza di Spagna l'8 dicembre scorso, nel parlare delle sofferenze del popolo ucraino.
Ma soprattutto esorta l'Europa a «fare di più per la pace», che dev'essere «sicura» e «giusta», perché non si può dimenticare che nel conflitto tra Mosca e Kiev «c'è un aggredito e un aggressore». Eccolo, l'appello che il cardinale Matteo Zuppi rivolge alla platea del meeting di Rimini, aprendo la 44esima edizione della rassegna di Comunione e liberazione.
«Dobbiamo continuare ad avere quello stesso struggimento di Papa Francesco», le parole dell'arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. «Ogni giorno che passa afferma è tante persone che muoiono, è un odio che diventa ancora più profondo, è un inquinamento che diventa ancora più insopportabile. E il rischio prosegue Zuppi nel suo intervento è che sia davvero una guerra mondiale». Ecco perché l'Unione europea […] «deve cercare in tutti i modi iniziative per la pace». L'Europa «fa troppo poco», osserva Zuppi, e «dovrebbe fare molto di più».
[…] Quanto alle condizioni perché si possa mettere fine alle ostilità, il presidente della Cei è netto: «La pace deve essere giusta e dev'essere sicura. Pace spiega Zuppi non significa tradimento, e bisogna sempre tenere conto che c'è un aggressore e c'è un aggredito».
Due condizioni imprescindibili […] perché «una pace ingiusta o insicura sarebbe la premessa per la continuazione del conflitto». Allo stesso tempo però, secondo l'arcivescovo, lo stop alla guerra «non va trovato con le armi, ma con il dialogo».
Un invito […] che va oltre il perimetro dell'invasione russa in Ucraina, ma che viene declinato in un'esortazione a «superare i pregiudizi» che in ogni campo impediscono il confronto. […]