SE CONTE PENSA CHE NON FACCIO SUL SERIO SBAGLIA. SONO PRONTO A ROMPERE DAVVERO” - RENZI PUNTA I PIEDI SU GESTIONE DEI SOLDI DEL RECOVERY FUND, FONDAZIONE DEGLI 007, COMPOSIZIONE DEL GOVERNO - A MATTEUCCIO SAREBBE STATO ANCHE PROPOSTO DI ESSERE UNO DEI 6 MANAGER CHE GESTIRANNO LE MACRO-AREE IN CUI SONO DIVISI I FONDI - NELLA MAGGIORANZA SI MORMORA: “RENZI CHIEDE UN POSTO IN PIÙ PER LUI, ANCHE PERCHÉ NEL DECRETO SBLOCCA ITALIA DEL SUO GOVERNO C'ERA UN'ORGANIZZAZIONE DI CONTROLLO CHE ERA CENTO VOLTE LA NOSTRA…”

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GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Quando Giuseppe Conte, oggi, varcherà il portone dell' Aula del Senato, troverà ad attenderlo Matteo Renzi, pronto a rivolgere al premier «un discorso durissimo». Non che finora abbia dato carezze, l'ex rottamatore. Fino all' ultimo ha lanciato il suo avvertimento ed elencato le sue condizioni per dare l' ok al testo del Recovery fund. Ha fatto capire che se fosse possibile oggi stesso farebbe tornare Conte nel suo studio di avvocato. Succede qualcosa, però, mentre la tensione si alza e si avvicina pericolosamente a un punto di non ritorno.

 

stefano patuanelli question time in senato 1

Il premier fa filtrare con un paio di ministri di non voler saltare nel precipizio con Renzi: «Non credo sia opportuno arrivare alla rottura. Meglio prendersi altro tempo, il tempo necessario per arrivare a un punto di mediazione».

Rinviare ancora, dunque. Come era nelle cose. Perché il Quirinale ha chiaramente lasciato intendere di essere preoccupato di una escalation nella coda finale della sessione di bilancio. Perché domani c'è un Consiglio europeo dove Conte non vuole presentarsi azzoppato dal voto contrario dei renziani nel Consiglio dei ministri.

 

conte renzi

E perché della cabina di regia centralizzata a Palazzo Chigi, condivisa con i ministri dell'Economia (Pd) e dello Sviluppo economico (M5S), ed estesa a sei manager, a cui verrebbe affidata la gestione dei 209 miliardi di euro, non è solo Renzi a lamentarsi. Oggi sarà già giornata gonfia di emozioni, visto il delicato passaggio della risoluzione sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) che ha spaccato il M5S e fatto sbandare i numeri della maggioranza.

 

renzi zingaretti

Scongiurata questa resa dei conti, il premier preferirebbe non affrontarne subito un' altra.

Il Cdm, previsto ieri e rinviato a questa sera, dovrebbe slittare ancora. Non è bastato offrire a Renzi un decreto come compromesso, in modo da garantire un' ampia discussione parlamentare prima della conversione, entro i canonici due mesi. Ieri circolavano le bozze che a questo punto saranno congelate. Per tutto il giorno, anche gli emissari del Pd hanno cercato di interpretare quanto fossero reali gli ultimatum di Renzi e a quale punto avrebbe potuto cedere. A tutti è sembrato irremovibile.

 

renzi di maio

Da quanto è stato riferito alla Stampa, è stata sondata pure la sua disponibilità a rivestire l'incarico di manager, uno dei sei che gestiranno le macro-aree in cui sono divisi i fondi. L' ex premier appare granitico quando dice che non cerca poltrone, eppure dalle parti della futura cabina di regia non sono convinti: «Renzi chiede un posto in più per lui, e sembra Nicolazzi (leader socialdemocratico, ndr)- riporta irritata una fonte - anche perché nel decreto Sblocca Italia del suo governo c' era un' organizzazione di controllo che era cento volte la nostra, mentre ora si erge a paladino di burocrazia e pubblica amministrazione: è tutta fuffa».

 

RENZI CONTE

In realtà, pare che il premier abbia preso il telefono e abbia chiamato il leader di Italia Viva, anche se di questo colloquio non è stata fornita conferma né smentita. Sta di fatto che alla fine Conte non dovrebbe dare ascolto chi del Pd gli consiglia di vedere se davvero Renzi avrà il coraggio di votare contro un decreto in Cdm. Nel frattempo, si negozierà ancora, limando il più possibile la proposta sulla struttura di gestione del Recovery, cercando di ammorbidire i poteri in deroga dei manager ma lasciandone intatta la gerarchia. Tanto di motivi per duellare con Renzi ce ne saranno ancora.

 

A Palazzo Chigi sanno bene cosa continua a ripetere ai suoi ministri sulla fondazione a cui Conte vuole affidare il controllo dei servizi segreti e che presiederebbe lui stesso: «Si tolga dalla testa di inserirla nella legge di Bilancio, perché non la voteremmo».

 

matteo renzi al senato

Oggi in Aula, in Senato, Renzi elencherà tutto ciò che non è andato in questi mesi tra lui e il premier: «Già a luglio gli avevamo dato la disponibilità di lavorare assieme in Parlamento. Invece Conte ha pensato di fare tutto da solo. Ora basta - ha ribadito a chi lo ha cercato anche dal governo -. Basta con task force e con Dpcmania. Il capo del governo non può pensare di scavalcare il Parlamento o di usarlo solo per i pareri. Se pensa che non faccio sul serio sbaglia. Sono stufo. Questa volta sono pronto a rompere davvero».