“SE FAI RICERCHE SU MENTANA, PARTE L’ALERT” – NELLE INTERCETTAZIONI DELL’INCHIESTA SULLA “BANDA DEI DOSSIER”, SI PARLA ANCHE DEGLI “ALERT” DEI PERSONAGGI PUBBLICI: “IL RAGAZZO GIÙ CHE SI ESTRAPOLA STE ROBE QUA, CHE MI HA DETTO CHE C'HA QUELLE DUE O TRE CATEGORIE CHE NON PUÒ FARE” – “METTI CHE IO GLI DO ROSSO A MATTEO RENZI, CHE ANCORA È IN FASE DI TRATTATIVA DELLA CONDANNA. QUELLO CI INC…, CI MANDA QUA LA FINANZA, I SERVIZI, I CONTRO SERVIZI!”
-1. DATI RUBATI: ARRESTATI, 'SE FAI RICERCHE SU MENTANA PARTE ALERT'
(ANSA) - "ll ragazzo giù che si estrapola ste robe qua, che mi ha detto che c'ha quelle due o tre categorie che non può fare (...) se no gli parte l'alert, quindi i politici nazionali, uomini di interesse. Mentana, ad esempio quella roba lì gli parte l'alert".
E' una delle intercettazioni agli atti dell'indagine della Dda di Milano che ha portato a 4 arresti, tra cui quello dell'ex super poliziotto Carmine Gallo, uno dei coordinatori di un gruppo di presunti 'spioni' che avrebbe "esfiltrato" informazioni da banche dati strategiche in Italia. In una conversazione tra Nunzio Calamucci e Giulio Cornelli, due degli arrestati, si parla del fatto che interrogando lo Sdi, in caso di personaggi in vista o delle istituzioni, scatta un "alert". I due fanno l'esempio, oltre che di esponenti politici, del direttore del tg La 7, come persona di un certo peso: le ricerche su di lui, a dire dei due indagati, farebbero scattare l'allarme.
2. TUTTI I POLITICI SPIATI DALLA BANDA DEI DOSSIER "A RENZI DO IL ROSSO”, “CERCAMI LA RUSSA, PADRE E FIGLIO”
Estratto dell’articolo di Rosario di Raimondo per “la Repubblica”
«Minchia, quello va a fare Matteo Renzi! Dai però…». Persino il super poliziotto Carmine Gallo, oggi agli arresti domiciliari, è sorpreso dalle ricerche che Enrico Pazzali chiede di fare ai suoi collaboratori. C’è anche il nome dell’ex premier tra i personaggi schedati dalla centrale degli spioni.
Assieme a quello del presidente del Senato Ignazio La Russa, dell’ex sindaca di Milano Letizia Moratti, di imprenditori, artisti o perfetti sconosciuti. È il motivo per cui, secondo il pm di Milano Francesco De Tommasi, i protagonisti della banda sono «soggetti pericolosissimi». Capaci, attraverso il «dossieraggio abusivo», di tenere «in pugno cittadini e istituzioni». Nei loro database, gli obiettivi sono indicati per colore: rosso, giallo o verde, per monitorare le rispettive posizioni giudiziarie. Lo chiamavano il sistema del «semaforo».
“Ci manda i Servizi”
«Metti che io gli do rosso a Matteo Renzi, che ancora è in fase di trattativa della condanna. Quello…», rimugina nel gennaio del 2023 Nunzio Calamucci, uno dei protagonisti dello spionaggio illegale. Gallo è fuori di sé per la ricerca sul senatore. Addirittura «scioccato», lo definiscono i pm. Il collaboratore annuisce: «Ci inc…, ci manda qua la Finanza, i Servizi, i contro Servizi!».
“Fammi La Russa”
Passano quattro mesi, arriva la primavera, e il 19 maggio Pazzali raggiunge il quartier generale che affaccia sulle vite degli altri in via Pattari 6, quattro minuti di cammino dal Duomo. Deve discutere con lo staff di come migliorare “Beyond”, il software acchiappa segreti. Già che c’è, chiede un dossier scottante.
«Fammene un altro nel frattempo: Ignazio La Russa, del cinquantatrè». Sbaglia anno di nascita, ma l’uomo nel mirino è la seconda carica dello Stato: «Vai giù, giù...questo! Diciotto luglio, esatto, abita in...». Si continua sulla sua famiglia: «Metti anche un altro se c’è. Come si chiama l’altro figlio? Prova Geronimo La Russa», primogenito del presidente del Senato. Pazzali, allo smanettone accanto a lui, chiede ancora, riferendosi al terzogenito: «Leonardo sull’intelligence non ha niente?». […]