“SE KIEV VIENE ANNIENTATA I RUSSI NON NEGOZIERANNO AFFATTO” – LA PROPOSTA DI EDWARD LUTTWAK: “CI VUOLE UN PIANO DI PACE. IO CREDO CHE UNA PROPOSTA CHE POSSA PORTARE A UNA PACE SIA QUELLA DI FARE UN PLEBISCITO NELLE DUE REGIONI (OBLAST) DI DONETSK E LUHANSK. UNA VOLTA ACCETTATO SI ORDINA UN CESSATE IL FUOCO E SI INTERROMPONO I MOVIMENTI MILITARI” – “HO SENTITO DIRE CHE SENZA XI JINPING NON SI PUÒ FARE NIENTE. ANCHE LUI HA IMPARATO CHE IL G7 CONTROLLA L'ECONOMIA MONDIALE E CHE, SE LUI SI COMPORTA MALE, NON HA PIÙ NULLA PER FAR MANGIARE LA CINA. QUESTO PER DIRE CHE, SE UNO PERCEPISCE MALE GLI EQUILIBRI MONDIALI, CAMBIA TUTTO…”
-Matteo Carnieletto per “il Giornale”
«Purtroppo ho un impegno importante, dobbiamo fare in fretta...». Edward Luttwak risponde al telefono dalla sua casa in Maryland, sulla costa orientale. Consulente strategico del governo americano - «mi paga per avere le mie opinioni e io le faccio avere, ma non cerco il consenso» -, in questi giorni, Luttwak ha proposto una via per mettere la parola fine al conflitto in Ucraina.
Professore, dobbiamo partire dall'affondamento del Moskva che, evidentemente, ha segnato un momento di cambiamento nella guerra in Ucraina.
«Gli ucraini avevano predisposto precisi ordini alla batteria: quando veniva avvistata una nave russa, la si doveva affondare. Questo ordine era stato emesso quando era forte ed imminente la minaccia di uno sbarco anfibio dei russi. Il problema è che non è stato cambiato quando gli stessi russi hanno rinunciato allo sbarco».
Si è trattato di un errore, quindi?
«Quando è apparsa la Moskva nel raggio dei missili Neptune, la batteria ha eseguito gli ordini che erano stati emessi due settimane prima. Quando hanno visto la nave non hanno consultato Kiev. Hanno scelto di affondarla e questo ha causato la reazione russa, con bombardamenti su Kiev e altre città. Si tratta di un esempio di come si scivola verso una escalation».
Si è arrivati in una situazione dove è necessario davvero poco per arrivare a uno scontro totale...
«Per questo ci vuole un piano di pace. Io credo che una proposta che possa portare a una pace sia quella di fare un plebiscito nelle due regioni (oblast) di Donetsk e Luhansk.
In che modo?
«Seguendo le norme del 1919, quando in Europa andarono in scena vari plebisciti riguardanti molti Paesi. Nonostante la fine della Prima guerra mondiale, nonostante molti Stati fossero nuovissimi, nonostante la mancanza di internet e con pochi mezzi, i plebisciti sono passati e hanno funzionato molto bene. Hanno evitato circa sei o sette guerre differenti.
Quindi, per l'Ucraina io sostengo che sia il caso di fare altrettanto. Una volta accettato - dovrebbe esserlo, perché Vladimir Putin sostiene che nei territori interessati dal conflitto siano tutti russi e che amino la Russia - si fanno le procedure necessarie.
Si ordina un cessate il fuoco e si interrompono i movimenti militari. Durante questo periodo, che sicuramente occuperà molti mesi, si procede con la certificazione degli eleggibili a votare e con tutti gli altri step burocratici. Bisogna poi accettare l'esito finale. Putin potrà dire ai russi di aver lottato perla libertà di scelta della gente».
Intanto, però, il presidente americano Joe Biden ha promesso nuovi aiuti militari a Kiev...
«I russi non accetteranno nessun plebiscito se possono vincere. Per fare una pace ci vuole un equilibrio militare. Quindi servono aiuti all'Ucraina per evitare che i suoi militari vengano schiacciati. Se Kiev viene annientata i russi non negozieranno affatto».
Secondo lei questo piano di pace riguarda solamente l'Ucraina o anche nuovi assetti del mondo?
«Gli equilibri che la gente percepisce sono molto strani ai miei occhi. Per esempio il fatto che le persone prendano Recep Tayyip Erdogan sul serio, che è destinato a perdere le prossime elezioni.
La Turchia non è né una grande né media potenza. Quando i turchi hanno minacciato i greci è arrivata una nave francese e i turchi si sono ritirati. I militari turchi sanno di che pasta sono fatti.
Ho poi sentito dire che senza Xi Jinping non si può fare niente. Anche lui ha imparato che il G7 controlla l'economia mondiale e che, se lui si comporta male, non ha più nulla per far mangiare la Cina. Questo per dire che, se uno percepisce male gli equilibri mondiali, cambia tutto. Il G7, se lo vuole, può chiudere un'economia completamente».