“SIAMO PRONTI A UNA GRANDE MOBILITAZIONE” - COME SE NON BASTASSE L’ASSALTO ALLA DILIGENZA DEI PARTITI, CI SI METTE PURE LANDINI A PRESSARE DRAGHI PRIMA DELL’INCONTRO TRA GOVERNO E SINDACATI: “LE NOSTRE RICHIESTE SU PENSIONI, FISCO E RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SONO NOTE DA TEMPO E SE NON OTTERREMO RISPOSTE QUESTA VOLTA NON INTENDIAMO CERTO FARE LA FIGURACCIA CHE ABBIAMO FATTO AI TEMPI DELLA LEGGE FORNERO…”
-Paolo Baroni per “La Stampa”
A poche ore dall'incontro di oggi pomeriggio con Draghi a palazzo Chigi il leader della Cgil lancia un avvertimento al governo. «Le nostre richieste su pensioni, fisco e riforma degli ammortizzatori sono note da tempo e se non otterremo risposte questa volta non intendiamo certo fare la figuraccia che abbiamo fatto ai tempi della legge Fornero: siamo pronti ad una grande mobilitazione» spiega Maurizio Landini ai suoi.
Landini è pessimista: «Ho l'impressione - prosegue - che in questo momento a palazzo Chigi siano più interessati a cercare un minimo di consenso con la politica che altro. Il pericolo è che Draghi discuta con noi mentre ha già un accordo fatto con la sua maggioranza, ma questo metodo a noi ci ha stancato».
Non solo, ma il segretario della Cgil è fermamente determinato «a portare a casa dei risultati, perché - aggiunge - la piazza del 16 ottobre parla anche a noi, al di là delle intemperanze e degli atti di squadrismo». E per questo alla lista delle richieste aggiunge anche un altro tema «che a noi sta molto a cuore e di cui nessuno sta più parlando, men che meno il governo: il lavoro precario. Perché - insiste - non può essere che in un clima di ripresa si fanno solo contratti a termine o di somministrazione».
Giusto ieri Matteo Salvini, dopo aver bocciato al pari dei sindacati l'ipotesi di Quota 102-104, ha incontrato il premier proprio per tentare una mediazione sul nodo pensioni. Durante il colloquio «lungo e positivo» durato circa un'ora, ed al quale hanno preso parte anche il nuovo sottosegretario al Mef Federico Freni ed il suo predecessore Claudio Durigon, si è ragionato sull'ipotesi delle tre quote 102-103-104 rilanciata nei giorni scorsi dal Mef, ma si è fatta strada l'ipotesi di introdurre dal prossimo anno solamente una Quota 102 (come somma di 64 anni di età anagrafica e 38 di contributi) al posto di Quota 100 che scadrà a fine anno.
Salvini dice di non voler fare le barricate ma è altrettanto determinato a «salvare le pensioni», evitando di tornare alla legge Fornero ed al requisito dei 67 anni. Oltre a Quota 102 la Lega propone dei correttivi a favore dei lavoratori fragili, allargando come chiedono in tanti l'Ape sociale.
«Occorre correggere le storture di Quota 100 favorendo i lavoratori delle Pmi, le donne e le carriere discontinue» continua a ripetere a sua volta dal Pd in ministro del Lavoro Andrea Orlando, convinto che oltre ad aumentare la platea di gravosi ed usurati si possa anche a confermare Opzione donna.
Il problema come sempre sono le risorse, è probabile che si possa aggiungere qualcosa al miliardo e 600 milioni già stanziati sino al 2024, filtra dal Mef, ma non tanto da consentire di introdurre novità travolgenti. Di certo una eventuale Quota 102 non piace ai sindacati, che per superare Quota 100 propongono da tempo due altre strade: la possibilità di lasciare il lavoro a 62-63 anni con una penalizzazione nell'ordine dell'1-2% degli assegni ogni anno di anticipo rispetto ai 67 e quindi una volta raggiunta questa età ottenere la pensione piena, e l'introduzione di una Quota 41 in modo da rendere possibile lasciare il lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall'età (contro i 42 anni e 10 mesi di oggi per gli uomini ed i 41 anni e 10 mesi delle donne).
Oltre a questo la piattaforma pensioni presentata nei mesi passati prevede un allargamento della platea dei lavori usuranti, la conferma di Opzione donna e l'introduzione di una pensione di garanzia per i giovani. Nel caso poi il taglio del cuneo fiscale fosse riservato solo ai lavoratori dipendenti i sindacati sono intenzionati a porre anche la questione della perequazione delle pensioni in essere in modo da difendere gli assegni dai morsi dell'inflazione.
Richieste troppo onerose? Per intervenire sulle pensioni, ad esempio, secondo Cgil, Cisl e Uil si potrebbe attingere sia ai risparmi (nell'ordine dei 20 miliardi) prodotti negli anni dalla legge Fornero, sia ai residui di Quota 100 che stando alle stime della Cgil ammontano a circa 6,5 miliardi. E poi, più in generale, bisognerà prendere di petto l'evasione fiscale adottando «misure, a partire dalla manovra, che consentano di rafforzare il contrasto all'evasione fiscale e la tracciabilità di flussi, redditi e patrimoni» come è stato chiesto la scorsa settimana durante una audizioni in Parlamento dove è stato ricordato che nel nostro paese l'economia sommersa vale ben 183 miliardi di euro, di cui almeno 100 di evasione fiscale.