“È DI SINISTRA CHI STA CON I DEBOLI E GLI OPPRESSI, NON CHI SOGNA DI MARCIARE SULLA PIAZZA ROSSA” – RONCONE METTE IN RIGA IL PRESIDENTE DELL’ANPI, PAGLIARULO: “DOVREBBE SAPERE CHE SE È NATO IN UN PAESE LIBERO, LO DEVE ALLE NOSTRE BRIGATE, SALITE IN MONTAGNA CON I FUCILI DA CACCIA E POI ARMATE DAGLI ALLEATI. I PARTIGIANI NON ASPETTARONO I RASTRELLAMENTI SVENTOLANDO LE BANDIERE ARCOBALENO. PERCHÉ PER LA LIBERTÀ SI COMBATTE E SI MUORE. CI PENSI PRIMA DI SALIRE SUL PALCO DEL 25 APRILE. ANZI, GUARDI: FORSE È MEGLIO SE RESTA GIÙ…”
-Fabrizio Roncone per “Sette – Corriere della Sera”
Una tragica ombra avvolge ormai l'Anpi, la sacra Associazione nazionale partigiani d'Italia, custode della memoria storica di quanto avvenne nel nostro Paese tra il 1943 e il 1945: Gianfranco Pagliarulo, che la presiede, ha infatti posizioni inaccettabili sulla guerra in Ucraina.
Al punto che la mattina in cui le agenzie battono la sua prima dichiarazione, nei giornali - d'istinto - pensiamo sia stato frainteso. E invece no. Fa sul serio. Le sue parole sono addirittura in linea con quelle di Matteo Salvini che, per lunghi e drammatici anni, è andato in Russia a baciare la pantofola di Putin, e che adesso - come noto - non riesce nemmeno a pronunciarne il nome in pubblico (paura, eh?).
Comunque: anche Pagliarulo è convinto che inviare armi alle resistenza ucraina sia un errore. Ma non solo: incapace di distinguere l'aggredito dall'aggressore, propone lo scioglimento della Nato (il momento giusto, certo) e, quando la comunità internazionale scopre la macelleria russa di Bucha, chiede «una commissione d'inchiesta indipendente, che accerti le responsabilità effettive».
Perché lui, Pagliarulo, all'ipotesi che sia tutta opera di Putin, non ci crede. Dubbio agghiacciante. Intriso di ideologia funesta e pacifismo peloso. Il manifesto che l'Anpi stampa per la Festa della Liberazione ne è la plastica, scioccante prova: con bandiere simil-italiane ma in realtà ungheresi (inconscio omaggio a Orbán, caro amico del tiranno russo?) e una citazione monca dell'articolo 11 della Costituzione.
L'Anpi, di fatto, arriva a ripudiare anche la nostra guerra di Liberazione. Pagliarulo - giornalista, ex senatore (gruppo Misto-Pdci) - è nato nel 1949 e dovrebbe però saperlo che se è nato in un Paese libero, lo deve alle nostre brigate, salite in montagna con i fucili da caccia e poi armate (con mitra Thompson e Sten) dagli alleati.
I partigiani non aspettarono i rastrellamenti delle Waffes SS sventolando le bandiere arcobaleno. Perché per la libertà si combatte e si muore. E non solo, Pagliarulo: lei sostiene d'essere di sinistra, però sappia che da queste parti - fin dai tempi di Enrico Berlinguer - è di sinistra chi sta con i deboli e gli oppressi, non chi sogna di marciare sulla Piazza Rossa. Ci pensi prima di salire sul palco del 25 aprile. Anzi, guardi: forse è meglio se resta giù.