“LA SINISTRA, IN QUESTO MOMENTO, SAREBBE CAPACE DI CANDIDARE ANCHE UN LEMURE BIONDO” – INTERVISTA DOPPIA A MUGHINI E ABBATE: “SE LA MAGGIORANZA DELL’ELETTORATO VOTERÀ PER IL CENTRO-DESTRA, NULLA DI PIÙ NATURALE CHE LO SCETTRO DEL COMANDO STIA NELLE MANI DI UNA PROFESSIONISTA DELLA POLITICA QUAL È DA TEMPO LA MELONI” – “NON ESISTE UNA SINISTRA PERCHÉ DOVREBBE ESPRIMERE CONTENUTI E RINUNCIARE ALLA PERSONALIZZAZIONE” – “LA LIBRAIA ROMANA CHE BOICOTTA IL SUO LIBRO? I CRETINI CI SONO SEMPRE STATI, IN TUTTI GLI SCHIERAMENTI…”
-Francesco Curridori per www.ilgiornale.it
"Io sono pronta ad assumermi le responsabilità che gli italiani mi chiederanno di assumere. Mi tremano le mani. Ma se non fosse così, perché farei politica?". Giorgia Meloni, ieri, intervistata dalla Annunziata, ha fatto capire di puntare a Palazzo Chigi. A tal proposito, per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo sentito l'opinione del giornalista Giampiero Mughini e dello scrittore Fulvio Abbate.
Secondo lei, l'Italia è pronta ad avere una donna premier oppure è un Paese ancora troppo maschilista?
Mughini: “Non vedo proprio che differenza faccia se sulla poltrona di Palazzo Chigi siede un uomo o una donna. Sbaglio o sono donne la Thatcher o la Merkel, due leader europei fra i più rilevanti del tempo moderno”.
Abbate: “Non penso affatto che l'Italia non sia pronta. Ho delle riserve rispetto alla Meloni, ma non credo che possa esserci un'ipoteca maschilista sul suo nome”.
Tra Salvini e Meloni chi preferirebbe che andasse a Palazzo Chigi?
Mughini: “Non mi farebbe né caldo né freddo se andasse l'uno oppure l'altro”.
Abbate: “Personalmente nessuno dei due. La Meloni ha dalla sua alcuni valori (Dio, Patria e famiglia), che io ritengo restrittivi. Ma non solo. Lei ha anche immaginato che le barche dei migranti debbano essere affondate. Salvini, che conosco personalmente, non mi dà particolari garanzie, anzitutto dal punto di vista culturale e l'idea del sovranismo mi suscita abbastanza inquietudine”.
Sarebbe stupito se vedesse una donna di destra a Palazzo Chigi?
Mughini: “Se la maggioranza dell’elettorato voterà per il centro-destra, nulla di più naturale che lo scettro del comando stia nelle mani di una professionista della politica qual è da tempo la Meloni”.
Abbate: “No, a Roma si è già visto un sindaco fascista come Alemanno. Ormai, sinceramente non mi stupirei di niente”.
Perché la sinistra, al contrario della destra, non riesce a esprimere una leadership femminile?
Mughini: “Per puro caso. E comunque Emma Bonino è stata un personaggio altamente significativo nella storia della sinistra italiana”.
Abbate: “Le leadership si creano per cooptazione ed evidentemente le maggioranze maschili cooptano persone del proprio stesso sesso. Basta guardare quel che è accaduto nella trasmissione Propaganda Live dove c'è una comitiva di maschi da bar dell'Appio-Tuscolano che si ritrovano tra di loro e non riescono a immaginare una presenza femminile che non sia cooptata.
Mi riferisco a quel che è successo con Rula Jebreal. Detto ciò, in realtà non esiste una sinistra perché dovrebbe esprimere contenuti e rinunciare alla personalizzazione. Le faccio un esempio: non mi stupirei se, da qui a qualche settimana, la sinistra pensasse di candidare l'immunologa Antonella Viola in quanto volto accattivante che sta facendo il giro delle sette chiese dei talk. La sinistra, in questo momento, sarebbe capace di candidare anche un lemure biondo”.
Il libro della Meloni è stato boicottato in una libreria romana, mentre un trans ha annullato la sua partecipazione a Verissimo sempre a causa del leader di FdI. Perché le idee della Meloni fanno così paura?
Mughini: “I cretini ci sono sempre stati, in tutti gli schieramenti. La civiltà digitale ne decuplica le gesta meglio la visibilità. In questo caso quella di un libraio romano che è un perfetto cretino. Ci mancherebbe altro che il libro della Meloni sia trattato in una libreria qualsaisi diversamente dagli altri 70mila libri che escono ogni anno in Italia”.
Abbate: “La Meloni non fa paura. Esiste, ed è un dato oggettivo che condivido, una pregiudiziale antifascista. La Meloni non ha mai preso le distanze dal fascismo. Poi c'è in atto una discussione molto aspra sul ddl Zan in cui un pezzo di mondo liberal-democratico ritiene che questo decreto debba essere votato, mentre la Meloni si è fatta paladina del no a tale ddl.
Ora, si può discutere sulla perfettibilità del ddl Zan, ma il discrimine è sempre tra fascismo e antifascismo che non possono essere equiparati. I fascisti sognavano un'Europa sotto la svastica con i popoli dell'Est trasformati in manodopera schiavizzata e lo sterminio degli ebrei e basta questo per provare orrore del fascismo”.