“LA SITUAZIONE NON È PIÙ SOSTENIBILE E NON È MORALE. DECIDIAMO NOI CHI DEVE ENTRARE, NON LE BANDE CRIMINALI” – IL PREMIER BRITANNICO RISHI RUNAK, OSPITE DI “ATREJU”, RILANCIA L’ASSE CON GIORGIA MELONI PER UN “SOVRANISMO EUROPEO” ANTI-MIGRANTI – E CI SI METTE ANCHE EDI RAMA: “BISOGNA FERMARE L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA” - DOPO LO STOP DELLA CORTE COSTITUZIONALE ALBANESE, LA DUCETTA TEME DI NON POTER TRASFERIRE IMMIGRATI IN ALBANIA IN TEMPO PER LE EUROPEE – E FAZZOLARI AMMETTE: “CERCHIAMO ALTRI PAESI FUORI DALL’UE PER APRIRE NUOVI HOTSPOT”

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Estratto dell’articolo di Federico Capurso Francesco Olivo per “la Stampa”

 

RISHI SUNAK - GIORGIA MELONI - EDI RAMA

Tira a lucido la sua vetrina internazionale, Giorgia Meloni, e nel terzo giorno di Atreju, la festa dei giovani di Fratelli d'Italia, porta sul palco il primo ministro albanese Edi Rama, il ceo di X e Tesla Elon Musk, e il primo ministro britannico Rishi Sunak. Lei, seduta in prima fila, li applaude, li abbraccia, li bacia […] poi i due capi di governo vengono ricevuti a Palazzo Chigi per due bilaterali distinti con al centro l'immigrazione.

 

Con Sunak, Meloni avvia il cofinanziamento di un progetto italo-britannico di rimpatri volontari dalla Tunisia. Lo snodo, sia ad Atreju che nella sede del governo, è l'accordo con l'Albania, citato da Sunak e difeso da Rama. Nonostante i tanti problemi, per l'esecutivo Meloni è un modello da replicare, tanto che il governo si sta cercando nuovi Stati extra Ue pronti a costruire hotspot per richiedenti asilo.

GIORGIA MELONI E RISHI SUNAK AD ATREJU

 

Rama […] interpreta questo momento come un «passaggio dal sovranismo nazionale a un sovranismo europeo». Lo dice rivolgendosi direttamente a Meloni, che sorride compiaciuta. Rama la definisce «un'amica fraterna». E, allo stesso modo, Meloni presenta Sunak come «un amico dell'Italia e mio amico personale», un leader «con il quale ci siamo trovati sulle materie fondamentali del nostro tempo e abbiamo costruito un rapporto». Lui ricambia: «Giorgia è una leader globale». Insomma, viene presentata quasi come una diplomazia parallela, fondata sulle capacità relazionali della premier.

 

RISHI SUNAK - GIORGIA MELONI - EDI RAMA

Quello con Sunak e Rama è uno strano triangolo politico che ha, alla sua base, la «volontà di frenare l'immigrazione clandestina», come sottolinea lo stesso primo ministro britannico.

L'accordo stretto da Roma con Tirana, che prevede di portare in Albania una piccola quota di richiedenti asilo, ora è congelato, in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale albanese, ma Rama ha rassicurato la premier […] per poi gelare la platea quando ammette di essere «molto amico di Geore Soros», il nemico delle destre europee.

 

Imbarazzo che dura un attimo. Il premier albanese riconquista gli applausi sferzando prima i francesi, che «a differenza degli albanesi non vogliono i migranti», e poi il Partito socialista europeo «per cui era impensabile che partecipassi a questa manifestazione». Meloni applaude con una certa teatralità, consapevole che da questo rapporto con l'Albania passa un pezzo del suo progetto di costruire una sfera di influenza italiana nei Balcani.

GIORGIA MELONI - RISHI SUNAK

 

Anche Sunak ha stipulato un accordo con l'Albania per frenare l'arrivo di migranti nel Regno Unito, con il rafforzamento del personale britannico addetto ai controlli di frontiera. E sa che un'altra buona parte dei migranti clandestini che passano dalla Manica hanno avuto l'Italia come Paese di primo approdo. Non a caso ricorda dal palco che «la situazione a Lampedusa non è accettabile». E per questo sprona Meloni ad «applicare il radicalismo della Thatcher all'immigrazione illegale. La situazione non è più sostenibile e non è morale. Decidiamo noi chi deve entrare, non le bande criminali».

 

EDI RAMA - GIORGIA MELONI - RISHI SUNAK

Quindi, si schiera al fianco di Meloni e del suo accordo con Rama, ricordando che «Giorgia ha firmato un accordo con l'Albania e io con il Ruanda», omettendo che l'accordo è stato dichiarato incostituzionale dalla Suprema corte inglese.

 

A Palazzo Chigi Meloni ha fatto il punto sull'accordo, alla luce dello stop dei giudici albanesi. […] È certo, però, che i tempi si allungano e, anche se i giudici di Tirana dovessero dare il via libera all'accordo nella riunione del prossimo 18 gennaio (a Roma ne sono quasi certi), sarebbe complicato riuscire a vedere i primi trasferimenti per la primavera, visto che senza ratifica non si può partire con l'allestimento delle strutture. Detto in altro modo: non si farà in tempo per la campagna elettorale delle Europee, come avrebbe desiderato Meloni. Anche per queste difficoltà, il governo guarda altrove.

 

[…] Il governo guarda ancora ai Balcani, importante in questo senso la pressione fatta al Consiglio europeo per sostenere la candidatura della Bosnia Erzegovina, ma anche agli stati del Nordafrica […]