“SONO MOLTO CONTENTO, ME LO ASPETTAVO” – IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA, ATTILIO FONTANA, GODE DOPO L’ASSOLUZIONE IN APPELLO NEL CASO DEI CAMICI – “LIBERO” DIFENDE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE: “PER I MAGISTRATI DELLA PROCURA DI MILANO, IN QUELLA STORIA, C’ERA QUALCOSA DI STRANO. SOLO CHE LO HANNO VISTO SOLO LORO” - SALVINI: "ADESSO ASPETTIAMO LE SCUSE DI PD, 5 STELLE E SINISTRI VARI" – LA “CATTIVERIA” DI SPINOZA: “FONTANA PROSCIOLTO ANCHE IN APPELLO PER I CAMICI DEL COGNATO. NON SAPEVA NULLA, PER QUELLA MALEDETTA MASCHERINA SUGLI OCCHI…”
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1. LA CATTIVERIA
"Spinoza" per "il Fatto quotidiano"
Fontana prosciolto anche in appello per i camici del cognato. Non sapeva nulla, per quella maledetta mascherina sugli occhi
2. FONTANA ASSOLTO ANCHE IN APPELLLO
Estratto dell’articolo di Enrico Paoli per “Libero quotidiano”
E ora, per favore, tirate giù la cler sulla storia dei camici e i suoi derivati. Che sarebbe pure l’ora. Perché qui, in Lombardia, c’è tanto da fare. Tanto. Eppure ci sono voluti più di tre anni per azzerare- per giunta con la formula «perché il fatto non sussiste»- l’accanimento giudiziario nei confronti del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, e di altri quattro indagati, tra cui il cognato Andrea Dini.
La vicenda in questione […] era incentrata sulla fornitura di camici e altri dispositivi di protezione al personale sanitario, all’epoca della prima ondata Covid, poi trasformata in donazione. Per i magistrati della Procura di Milano, in quella storia, c’era qualcosa di strano. Solo che lo hanno visto solo loro. La seconda sezione penale della Corte d'Appello milanese ha spazzato via quell’accusa di frode in pubbliche forniture, contestata dalla Procura, e poi sostenuta in Aula anche dalla Procura generale, stabilendo che su questo caso non è necessario alcun processo. Game over, dunque.
Già a maggio dello scorso anno il gup, Chiara Valori, in fase di udienza preliminare, aveva emesso una sentenza chiara, pronunciando un «non luogo a procedere» nei confronti del governatore lombardo, per il cognato e titolare di Dama spa, per Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, ex dg e dirigente di Aria, centrale acquisti regionale, e per il vicesegretario generale di Regione Lombardia, Pier Attilio Superti.
E già quello poteva bastare. Invece le toghe hanno preferito insistere. Sino all’epilogo di ieri, quando il collegio di secondo grado (giudici Manzi-Banci Buonamici-Siclari) ha confermato quel verdetto, riservandosi di depositare le motivazioni tra 90 giorni. Giustizia è fatta. «Sono molto contento, me lo aspettavo, ma è sempre una grande gioia vedere che la propria linearità di comportamento sia stata riconosciuta», afferma Fontana, «non ho mai avuto dubbi su questo fatto e spero che se ne accorgano in tante persone».
[…] Non ci fu, quindi, alcun «inganno». Nel «caso camici», spiega il giudice, «pare difettare in toto la dissimulazione del supposto inadempimento contrattuale». E non conta, dal punto di vista giuridico e penale, aveva precisato il gup, il motivo, ossia che si volesse «indubbiamente» mettere «al riparo» il presidente della Lombardia dalle «attenzioni della stampa e dal giudizio dell’opinione pubblica» su quella fornitura assegnata alla società del cognato.
Un inadempimento contrattuale che era contestato, invece, dall’aggiunto dell’epoca, Maurizio Romanelli, e dai pm, Paolo Filippini e Carlo Scalas, perché, questa la tesi, quando quella fornitura dell’aprile 2020 affidata a Dama (da 75mila camici e altri 7mila dpi per 513mila euro) si era trasformata in donazione, dopo la consegna di circa 50mila camici, non erano stati più consegnati i rimanenti 25mila. Da qui l’accusa di frode.
La Procura aveva presentato ricorso e il sostituto pg, Massimo Gaballo, in udienza aveva insistito perché gli imputati andassero a processo. Processo ritenuto non necessario dal gup e dalla Corte d’Appello con una decisione definitiva, non più appellabile. [...]
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«Felici per il presidente Fontana e per tutti i cittadini lombardi, il tempo è sempre galantuomo», afferma il segretario della Lega, Matteo Salvini, in un post sui social, «Adesso aspettiamo le scuse di Pd, 5Stelle e sinistri vari che hanno offeso e insultato per mesi». «Bene l’assoluzione da tutte le accuse al governatore», gli fa eco, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, «l’iter giudiziario si è concluso positivamente e mette fine ad anni di attacchi e strumentalizzazioni».
«Sono contento che sia stato definitivamente cancellato ogni dubbio sull’operato del Presidente Fontana», sottolinea il ministro della Difesa, Guido Crosetto, «io non ne ho mai avuti perché lo conoscevo e ne conoscevo il valore e la serietà. Oggi per chiunque, anche i peggiori detrattori, “il fatto non sussiste”». Sulla stessa lunghezza d’onda i commenti di tanti altri esponenti del Centrodestra. E quelli del centrosinistra, tanti, non resta che leccarsi le ferite...