“SPIACE SOSTENERE SALVINI, MA LA DOTTORESSA APOSTOLICO NON È UN CITTADINO COME GLI ALTRI” – GIULIANO FERRARA STRIGLIA LA GIUDICE CHE NEL 2018 ERA IN PRIMA FILA A UNA MANIFESTAZIONE CONTRO IL “CAPITONE”: “NON GODE DEGLI STESSI DIRITTI DI TUTTI, HA UNA TOGA SULLE SPALLE, EMETTE PROVVEDIMENTI CHE VINCOLANO E IMPEGNANO LO STATO DI DIRITTO” – “UNA CASTA È UNA CASTA. NON È OBBLIGATA A PORTARE IL CODINO, MA SE PORTA LA TOGA IL RISERBO È ESSENZIALE, DECISIVO…”


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Matteo Salvini (@matteosalviniofficial)

 

Estratto dell’articolo di Giuliano Ferrara per “il Foglio”

 

giuliano ferrara foto di bacco (2)

Spiace sostenere il senatore Matteo Salvini […]. Ma la dottoressa Iolanda Apostolico, Catania, non è un cittadino come gli altri, non gode degli stessi diritti di tutti, ha una toga sulle spalle, emette provvedimenti che vincolano e impegnano lo stato di diritto.

 

Da ragazzo, in un paese più povero ma non infelice, conoscevo un magistrato, il padre di un amico di scuola divenuto insigne storico, che la sera stava sempre e rigorosamente a casa, salvo eccezioni famigliari contenute, e ascoltava l’“Italiana” di Mendelssohn.

 

iolanda apostolico alla manifestazione contro salvini nel 2018 a catania

Sbirciò cinque minuti di Italia-Germania 4 a 3, ma non di più, mentre noi incasinavamo di urla la stanza della televisione nel suo appartamento. Lo ammiravo. Era una persona consapevole più che dei suoi diritti dei suoi doveri.

 

Una casta è una casta. Non è obbligata a portare il codino, ma se porta la toga il riserbo è essenziale, decisivo. L’imparzialità nella vita pubblica, anche di fronte a enormità come la crociata salviniana dei porti chiusi e delle “zecche comuniste”, gli consentirà di decidere in fatto di legge con autentica credibilità.

tweet di matteo salvini sulla manifestazione di catania del 25 agosto 2018 con iolanda apostolico

 

[…] Il linciaggio è comunque e sempre una vergogna, si parli della Apostolico di Davigo di Palamara o di Squillante, è uno sport barbaro dal quale è doveroso astenersi. Nota per Salvini: si può finire per avere torto anche quando si abbia ragione, e Twitter è lì per confermarlo.

 

Ma in questo caso la ragione ci dice incontrovertibile che un’ordinanza su un migrante e il suo trattenimento, quale ne sia la legittimità giuridica, non deve in nessun caso essere confusa e compromessa da un comportamento militante, Potere al popolo, e dalla manifestazione pubblica, magari anche sbracata, di un orientamento che appartiene o deve appartenere, nel caso dei togati, al foro interiore cosiddetto. Una casta è una casta legittima solo in questo caso.

giuliano ferrara ilda rossa di procura

 

[…] Ci sono limiti importanti per chi ha le mani in pasta con la libertà personale, sia nella direzione della carcerazione sia in quella della liberazione dal fermo di polizia. Sono cose così ovvie che non si vorrebbe fossero rappresentate dal solo senatore Salvini. Che ai miei occhi non togati, dunque liberi di stravedere, ha torto anche quando ha ragione, ma senza esagerare.