“STOP AGLI ACCORDI TRA PARTITI E MOSCA” - L'EURO-SGAMBETTO DELLA MELONI AL CARROCCIO FA INCAZZARE I LEGHISTI – FRATELLI D’ITALIA VOTA IN PARLAMENTO EUROPEO LA RISOLUZIONE CONTRO I PARTITI CHE AVREBBERO AVUTO RAPPORTI POLITICI (E FINANZIARI) CON LA RUSSIA. TRA QUESTI C'È ANCHE LA LEGA - DOPO L'ESIBIZIONE SFORTUNATA DI SALVINI AI CONFINI RUSSO-UCRAINI, CON IL SINDACO POLACCO CHE LO HA SBEFFEGGIATO, È UN'ALTRA TEGOLA SUL CAPITONE - MELONI: “ANDARE IN POLONIA? DIPENDE A FARE CHE COSA” - VIDEO
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Mario Ajello per “il Messaggero”
La Lega lo vive come uno sgambetto di Fratelli d'Italia. Il partito meloniano non vuole spaccare il centrodestra ma all'Europarlamento vota la risoluzione, in cui è citato il Carroccio, contro i partiti che hanno o avrebbero avuto rapporti politici ma in qualche caso anche finanziari con la Russia.
Il testo è passato a larghissima maggioranza, con 552 voti a favore, 81 contrari e 60 astenuti. Il Carroccio è tra questi ultimi, FdI è tra i favorevoli e assesta di fatto un colpo al partito salvinista. Che a proposito delle accuse di trascorse relazioni pericolose con il putinismo si difende così: «Su di noi soltanto illazioni superate dai fatti e dalla storia». Sarà, ma tra Strasburgo e Bruxelles ci vogliono vedere chiaro.
«Voteremo a favore della relazione della commissione Inge sulle interferenze straniere ha annunciato il capogruppo di FdI all'Europarlamento, Raffaele Fitto, poche ore prima dello scrutinio serale - perché il testo contiene parole chiare di condanna per le ingerenze russe in coerenza con la posizione netta assunta dal nostro partito». «Ci dispiace però che le sinistre - incalza Fitto - abbiano voluto utilizzare questa relazione per colpire gli avversari (come nel caso della Lega)».
C'è insomma divisione tra meloniani e salvinisti sul giudizio nei riguardi di Putin e della guerra scatenata dalla Russia - con FdI molto più esplicita nella condanna del capo del Cremlino e molto più allineata nell'atlantismo agli Stati Uniti e alla Nato, mentre Salvini parla solo di pace-pace-pace e cerca di non nominare mai il capo del Cremlino - e questa divisione è rimarcata adesso dalla scelta di FdI di appoggiare il testo che vuole fare luce sui finanziamenti russi e cinesi ai partiti europei. Ed è esplicitamente citata la Lega fra questi.
Mentre da più parti nell'Europarlamento si vuole fare luce anche su passati rapporti tra M5S e i governi venezuelani di Chavez e di Maduro. Dopo l'esibizione sfortunata di Salvini ai confini russo-ucraini con il sindaco polacco che lo ha sbeffeggiato (e la Meloni non ha infierito sull'ex amico Matteo: «Se qualcuno fa qualcosa per la pace va sempre bene»), altra tegola sul Carroccio.
La risoluzione di ieri mette sotto accusa le forze sovraniste europee che danno il proprio sostegno a Mosca e a Pechino. Ed appunto, tra i soggetti espressamente condannati, oltre al Rassemblement National di Marine Le Pen, all'austriaco Freiheitliche Partei Österreichs e alla tedesca AfD, anche «il partito italiano Lega Nord» figura nel documento. Si condannano quelle forze che hanno stretto «accordi di cooperazione» con il partito putiniano, Russia Unita.
E la Lega è stato uno di questi. Scopo della risoluzione è bloccare i finanziamenti e qualsiasi tipo di supporto che dall'estero, in particolare dalla Cina e dalla Russia, arriva ai partiti della Ue. Oltreché porre un freno al processo di distorsione dell'informazione nei Paesi europei. «Prove concrete si legge nella risoluzione - dimostrano che gli attori stranieri hanno interferito attivamente nei Paesi europei, attraverso operazioni di finanziamento occulto durante le campagne elettorali. Tali operazioni dolose mettono a repentaglio l'integrità delle elezioni, poiché favoriscono una concorrenza sleale tra i partiti, stanziando ulteriori risorse a taluni gruppi generalmente quelli antieuropeisti non conteggiate nelle dichiarazioni ufficiali delle campagne elettorali».
DUE LINEE La divaricazione tra Salvini e Meloni in questa fase è sempre più ampia. E la vicenda ucraina contribuisce ad allargarla. «Sono pronto a ripartire, a tornare lì nei prossimi giorni, spero in buona compagnia», ha detto ieri Salvini. Alludendo forse al fatto che vorrebbe la Meloni impegnata sul campo come lui. E Giorgia replica: «Andare in Polonia? Dipende a fare che cosa».
Come a dire: inutile andarci per fare passerella. Sull'Ucraina la Meloni ha evitato finora la sovraesposizione mediatica, mentre Salvini è diventato più direttamente parte di questa vicenda tra preghiere e viaggi umanitari. E se Giorgia (molto critica sui ritardi Ue in questa crisi) ha adottato un atlantismo utile per un eventuale ingresso a Palazzo Chigi nel caso il centrodestra vincesse le elezioni e il suo fosse il partito più votato, Matteo sembra più ambiguo e più legato a trascorse affinità, proprio quelle con la Russia che la risoluzione dell'Europarlamento vuole mettere in evidenza.