“TASSE TAGLIATE PER CHI FA FIGLI” – DIETRO IL PIANO DI GIORGETTI CHE APRE A NUOVI INCENTIVI FISCALI PER INCORAGGIARE LE NASCITE C’E’ LA PREOCCUPAZIONE DI VIA XX SETTEMBRE PER LA TENUTA DEL SISTEMA PENSIONISTICO: SE NON NASCONO BAMBINI OGGI, TRA VENT'ANNI NON CI SARANNO NUOVI LAVORATORI, E SE NON CI SONO NUOVI LAVORATORI CHE VERSANO CONTRIBUTI IL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO NON REGGERÀ...
-Estratto dell’articolo di Andrea Bassi per il Messaggero
Dare un sostegno fiscale alla natalità. Nel più breve tempo possibile e nella misura più incisiva. Le culle vanno riempite di nuovo, e subito. Per il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti il calo delle nascite è la vera emergenza nazionale. Persino più dell'attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. I dati che da qualche settimana sono sulla scrivania del ministro sono più che preoccupanti. L'allarme è al livello rosso. Se non nascono bambini oggi, tra vent'anni non ci saranno nuovi lavoratori, e se non ci sono nuovi lavoratori che versano contributi il sistema previdenziale italiano non reggerà.
Da tempo il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, va in giro presentando in maniera cruda le previsioni elaborate dall'Istituto di previdenza. Oggi ci sono 23 milioni di lavoratori e 16,5 milioni di pensionati. Il rapporto è di 1,4 e, secondo i demografi dell'Inps, è destinato a scendere a 1,3 tra dieci anni e a 1 entro il 2050. Significa che ogni lavoratore con i suoi contributi dovrà pagare una pensione intera. Come detto, il sistema non può reggere con questi numeri.
La tendenza va invertita subito, perché per modificare la curva demografica il tempo va contato in decenni. E per realizzare l'obiettivo bisognerà fare in modo che le nascite salgano dalle meno di 400 mila all'anno attuali, ad almeno 500-600 mila. Solo in questo modo il rapporto tra lavoratori e pensionati tra vent'anni risalirebbe a 1,5 e renderebbe il sistema sostenibile. Ma come si fa a invertire la curva demografica?
LA LEVA Giorgetti e i tecnici del ministero dell'Economia sono convinti che la via migliore sia quella fiscale. A Via XX Settembre sono al lavoro per preparare un documento con una proposta che potrebbe essere sintetizzata così: "tasse azzerate" per chi ha almeno due figli. Già, ma in che modo?
Al ministero si stanno effettuando una serie di simulazioni per valutare le compatibilità economiche. Giorgetti, comunque, avrebbe già dato un'indicazione chiara: la misura deve andare incontro alla classe media, quella che oggi ha rinunciato a mettere al mondo figli. Dal punto di vista tecnico le possibilità sono diverse. Una l'hanno lanciata ieri il sottosegretario al Made in Italy, Massimo Bitonci, e il presidente della Commissione Bilancio e Finanze del Senato Massimo Garavaglia. Due leghisti, come Giorgetti, e considerati molto vicini al ministro. L'idea sarebbe quella di "reintrodurre" nel sistema fiscale italiano la deduzione per i figli a carico cancellata con l'introduzione dell'assegno unico.
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IL MECCANISMO L'altro nodo da sciogliere è se lo sconto andrà a uno solo dei genitori, a entrambi (magari al 50%). Se uno degli obiettivi è anche incentivare il ritorno al lavoro delle madri, potrebbero essere queste ultime le beneficiarie della misura.
L'altra strada possibile sarebbe quella non di una deduzione dal reddito (che si sottrae dall'imponibile su cui poi si calcola l'imposta), ma di una detrazione (che invece si sottrae direttamente dall'imposta). In questo caso riconoscere uno sconto di 10 mila euro a figlio avrebbe dei costi molto alti. I minori di 18 anni in Italia sono 9 milioni, e riconoscere a tutti la detrazione costerebbe 90 miliardi. Limitarsi ai soli nuovi nati avrebbe comporterebbe una spesa invece di 4 miliardi (calcolando 400 mila nascite). Il tema dei costi è dirimente.
Nel Def non ci sono molte risorse. Per quest'anno, al momento, sono disponibili 3,4 miliardi che lo stesso Giorgetti aveva promesso che sarebbero andati ad abbattere il cuneo fiscale.