“TOTI HA DETTO CHE I VECCHI SONO INUTILI? UNA STUPIDAGGINE” – IL SOCIOLOGO 90ENNE FRANCESCO ALBERONI: “NEL '44 CHURCHILL AVEVA 70 ANNI, ERA INUTILE? E DE GAULLE, QUANDO DIVENNE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, NE AVEVA 69: ERA INUTILE?” - SE VOGLIAMO PARLARE DI ANZIANI IN PERICOLO, ALLORA PARLIAMO DEL FATTO CHE SONO SOLI. IL MEDICO, LA SPESA E I FARMACI: IL GOVERNO BADI AI BISOGNI REALI DEGLI OVER 70. IL GOVERNO HA FATTO STUPIDAGGINI, E FRA LE PIÙ GRANDI C'È L'APERTURA DELLE SCUOLE…"
-Eleonora Barbieri per “il Giornale”
Professor Francesco Alberoni, in questi giorni aleggia l' ipotesi di un lockdown anagrafico, solo per gli anziani. Che ne pensa?
«Mi sembra un problema politico, l' altro giorno Toti ha detto che i vecchi sono inutili... una stupidaggine. Nel '44 Churchill aveva 70 anni, era inutile? E De Gaulle, quando divenne Presidente della Repubblica, ne aveva 69: era inutile?».
Però l' emergenza colpisce soprattutto gli anziani.
«Certo, le persone anziane sono particolarmente vulnerabili al Covid e, quindi, servono misure protettive particolari. Questo si può dire. Ma, piuttosto che dire che non sono indispensabili, è meglio tacere. E poi ci sono un sacco di giovani che non sono indispensabili, che cosa vuol dire?».
A quali misure protettive pensa? Perché la misura protettiva estrema è, appunto, chiudersi in casa.
«Io sono perfettamente d' accordo che servano queste misure, ma non solo lo stare chiuso in casa. Per esempio, io sto in casa, ma ho rapporti con tutti, lavoro al pc, faccio riunioni, partecipo a comitati, scrivo, il tutto stando fermo in casa. Non sono imbecille, non vado a infilarmi nella movida».
Che vuol dire chiusi in casa allora?
«Forse chi pensa a questo immagina i vecchi come il nonnetto col cane ai giardini, o chi va a bocce a chiacchierare e si prende a pacche sulla spalla con gli amici, ma questo è assurdo. Se vogliamo parlare di anziani in pericolo, allora parliamo del fatto che sono soli, del fatto che, se uno cade per terra, ci muore, senza aver preso il Covid, perché non ha assistenza. E lo stesso vale per procurarsi il cibo».
È una questione sociale e culturale quindi?
«Sì. Non basta dire ti chiudo in casa, c' è bisogno, per esempio, di un medico che chiami con regolarità, o che possa essere chiamato con regolarità. Serve la telemedicina, serve qualcuno che aiuti la persona a fare l' ordine della spesa on line, qualcuno che le porti le medicine, che le ricordi che cosa deve fare o, più semplicemente, che le chieda come sta».
Ma il lockdown non è l' ultima spiaggia?
«Certo, questo governo ha fatto stupidaggini, e fra le più grandi c' è l' apertura delle scuole, per via del mito, e dell' ideologia, come il politicamente corretto, che se i giovani non vanno a scuola faccia a faccia sia irreparabile. Ma è una balla, pensi alla guerra... Quello che conta non è stare faccia a faccia sui tavoli con le ruote, bensì gli ausilii per poter studiare; e questi mezzi tecnici, che oggi abbiamo a disposizione, sono un grande progresso».
L' anziano costretto a stare chiuso in casa magari protegge la salute, ma non soffre tremendamente di solitudine?
«Soffre, sì, ma questo vale per tutti, nel senso che, per alcune persone, il lockdown è un dramma: sono belve in gabbia, pensano di perdere la testa. Nel caso degli anziani, mi spiace ma non sono d' accordo: non è tanto il fatto di essere soli, bensì di aver bisogno di aiuto.
Serve una rete di medicina periferica per cui l' anziano è sempre monitorato, un dottore che vada a casa, non per due ore ma per dieci minuti, che lo guardi, lo visiti, gli dica su, coraggio, torno fra due giorni, e questo già lo salva...».
Servirebbe il personale.
«Che non è stato mobilitato. Ma io insisto, più che sull' aspetto soggettivo della solitudine, su quello reale. Poi chi vuole infilarsi nella movida lo fa, ma è una minoranza di stupidi, li vede gli anziani per strada?
Camminano tranquilli, ad abbracciarsi e a saltare sono i calciatori, che hanno vent' anni e sono dei ragazzoni. Infatti hanno preso tutti il Covid, e poi lo passano ai parenti. Non sono gli anziani a contagiare, non sono loro ad aver diffuso il virus, loro sono quelli che sono morti. C' è bisogno di dignità da parte dei politici».
Gli anziani sono saggi, secondo lei?
«Sono prudenti. Hanno paura. Io ho 90 anni, so che posso morire anche stanotte, non vado certo a farmi soffiare in faccia o a corteggiare un donna, sto a casa. Sono i contatti che producono il contagio. Io penso sempre al pratico, sono portato a chiedermi: cosa si può fare?».
E invece?
«Ho l' impressione che questo governo sia ignorante e pigro. Poi scusi, se i vecchi sono inutili, perché stanno richiamando i medici in pensione? Un' assurdità. Dovrebbero reclutare tutti i laureati in medicina, mobilitare tutti, come in guerra; ma questo governo è tirannico con gli altri, e molle con i suoi».
Quanto sono importanti gli anziani nella nostra società?
«Scrittori, musicisti, registi, scienziati, tutte le figure eminenti rimaste hanno più di sessant' anni, anche se sembra impossibile. La nostra società vive ancora della cultura di questa gente, e l' allontanamento dei sapienti ci impoverisce, tutti lo sanno, ci vogliono i grillini per non capirlo. E poi c' è chi fa opere sociali, chi fa volontariato, chi cura i nipoti. Se non è produttivo chi fa il nonno e cura i nipoti... Ma scherziamo?».
Chiudere tutti in casa non è una sconfitta?
«Per il governo sì, per noi no. Ci hanno fregato, quello sì. Noi abbiamo il danno».