“TRUMP RINUNCI AI COMIZI ALL'APERTO” – LA RICHIESTA DEL “SECRET SERVICE” A THE DONALD DOPO L’ATTENTATO A BUTLER: “MEGLIO PRIVILEGIARE EVENTI AL CHIUSO” – DIETRO LE DIMISSIONI DELLA DIRETTRICE DEL SECRET SERVICE KIMBERLY CHEATLE LE PRESSIONI DEI REPUBBLICANI (CHE LE RIMPROVERANO PURE DI AVER ESAGERATO CON LE QUOTE ROSA) E DEI DEMOCRATICI. PAGA PER TUTTI, NONOSTANTE BIDEN LE AVESSE RINNOVATO LA FIDUCIA…
-'SECRET SERVICE, TRUMP RINUNCI AI COMIZI ALL'APERTO'
(ANSA) - Il Secret Service ha incoraggiato la campagna di Donald Trump a non tenere più comizi all'aperto e a privilegiare eventi al chiuso. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti. La richiesta segue il tentato assassinio dell'ex presidente.
L’ATTENTATO A TRUMP E LA SICUREZZA: LASCIA LA DIRETTRICE DEL SECRET SERVICE
Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” - Estratti
Kimberly Cheatle si è dimessa. E non è una sorpresa. Anzi la sorpresa è che non lo avesse già fatto nei giorni successivi all’attentato contro Donald Trump del 13 luglio.
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Joe Biden le aveva rinnovato la fiducia, attestato formale e personale visti gli ottimi rapporti, tuttavia era un velo sottile, reso ancora più leggero dall’uscita di scena del presidente dalla corsa elettorale. E, lunedì, la funzionaria è stata messa in un angolo angusto durante l’audizione al Congresso. L’hanno incalzata i repubblicani — mai morbidi con il dipartimento — e i democratici, ora uniti dalla formazione di una task force che dovrà indagare su quanto è avvenuto.
Cheatle, per quasi 30 anni nel servizio, paga per tutti. Ed è normale che sia così. Ai guai antichi, cronici, noti del Secret Service si è aggiunta la pagina nera del 13 luglio. Un collasso su tutta la linea. Queste le colpe.
Per prima cosa gli agenti non hanno verificato che l’intero perimetro del comizio fosse presidiato in modo perfetto. Ciò ha permesso a Thomas Crooks di raggiungere la posizione di tiro sull’edificio più alto in zona.
Poi la stessa direttrice ha ammesso che più volte il killer è stato avvistato e segnalato nell’area di sicurezza. Venti minuti prima che The Donald iniziasse a parlare e poi quando mancavano solo nove minuti al discorso. C’era tutto il tempo per fermarlo.
Il mancato coordinamento con la sfilza di polizie locali non rappresenta neppure un’attenuante generica. Inoltre, i funzionari, una volta informati della presenza di un soggetto «sospetto», avrebbero dovuto impedire a Trump di salire sul podio. Almeno fino alle verifiche.
Infine il team assegnato alla difesa del tycoon non è sembrato dei migliori: i sostenitori del candidato se la sono presa con le agenti, ritenute impacciate e goffe in quei frammenti drammatici.
Un vecchio bersaglio dei conservatori che rimproverano a Cheatle di aver esagerato con le quote rosa.
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