“IL VIAGGIO A MOSCA? ERO IN CONTATTO CON LAVROV. SONO STATO LINCIATO, LAVORERÒ AL TELEFONO” – SALVINI CONFERMA GLI INCONTRI CON L’AMBASCIATORE RUSSO (“ CI HO PARLATO PIÙ VOLTE) E POI ATTACCA DI MAIO: “SE ASPETTIAMO LE SUE MEDIAZIONI TEMO CHE A NATALE SAREMO ANCORA QUA A PARLARE DI GUERRA. IL SUO PIANO DI PACE È STATO CESTINATO DOPO UN QUARTO D’ORA” – LA STOCCATA AL COPASIR - IL SOTTOSEGRETARIO ALLA SICUREZZA GABRIELLI SPIEGA A SALVINI CHE “QUESTE INIZIATIVE DOVREBBERO ESSERE FATTE A LIVELLO DI LEADER DI GOVERNO, NON DI LEADER DI PARTITO”

-


Cesare Zapperi per corriere.it

 

salvini lavrov

«Mi chiedono se vado a Mosca. Ma ragazzi, c’è un linciaggio a reti unificate da tre giorni per la sola idea di portare a Mosca e poi a Kiev una proposta di pace. E allora lavorerò via telefono». Matteo Salvini archivia così, confermando quel che appariva ormai certo dopo la levata di scudi generale, la sua missione a Mosca.

 

 

Dopo aver lasciato spazio libero per 72 ore alle ricostruzioni-interpretazioni e alle obiezioni altrui, il leader leghista si mostra risentito per quel che è stato detto e scritto sulla sua iniziativa. «Basta con questo fango a rete unificate, non faccio niente né per soldi né per interessi personali. Né vado a Mosca o San Pietroburgo per vacanza, ma per fare qualcosa se posso per la pace».

 

SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO

Salvini chiarisce meglio alcuni aspetti: «Putin non lo sento da anni, in Russia uno dei contatti era il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov. Volendo potrei andarci anche domani a Mosca». E sugli incontri con l’ambasciatore russo in Italia Sergej Razov: «Ho parlato con l’ambasciatore russo, non una, ma più volte, in trasparenza, come con tanti altri suoi colleghi». Il diplomatico da parte sua conferma: «Non ci sono ostacoli per il suo ingresso nella federazione russa». Ma non entra nei particolari degli incontri ravvicinati.

 

 

Il segretario rivendica il diritto di lavorare per una via d’uscita dal conflitto e non risparmia le stoccate: «Non mi voglio sostituire a nessuno, non chiedo medaglie, ma quantomeno rispetto. Se devo chiedere il cessate il fuoco lo faccio a chi ha iniziato il conflitto. Se aspettiamo le mediazioni del ministro Di Maio temo che a Natale saremo ancora qua a parlare di guerra. Il piano di pace del ministro Di Maio è stato cestinato dopo un quarto d’ora». E poi ancora: «Vado avanti, prendendo anche l’eredità di una sinistra che una volta alla pace teneva. E comunque la pace è nell’interesse nazionale». Anche perché, chiude non prima di aver rassicurato sulla compattezza della Lega nonostante i malumori, «le sanzioni stanno creando gravi problemi all’economia italiana. Le esportazioni dall’Italia sono in calo del 48 per cento». L’ultima puntualizzazione riguarda il Copasir e l’ipotesi di una convocazione: «Ritengo di una gravità assoluta entrare nel merito di impegni volti alla pace».

salvini di maio

 

Ma le diverse esternazioni salviniane, che si susseguono per tutta la giornata a voce e via social quasi a recuperare un deficit di comunicazione, non paiono convincere i critici. «L’iniziativa di Salvini ha reso il nostro Paese meno credibile — sottolinea il segretario del Pd Enrico Letta — Non va bene, c’è bisogno di essere uniti, determinati ed è il governo che deve assumere queste posizioni, non iniziative estemporanee che non vanno da nessuna parte».

 

 

matteo salvini con l'ambasciatore russo in italia sergey razov

Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, è solo apparentemente meno duro: «Per iniziative di questo tipo è bene coordinarsi con il governo, con Palazzo Chigi e la Farnesina, perché se no si rischia di non dare un contributo alla pace, ma di creare qualche intralcio». E Matteo Renzi, leader di Italia viva, ricorre all’ironia: «Faccio la pace nel mondo è una frase più da miss Italia, anzi miss Italia è più seria di alcuni nostri politici. Per fare la pace bisogna lavorare di diplomazia e la diplomazia non è un viaggio in interrail».

 

 

Da Palazzo Chigi arrivano le osservazioni del sottosegretario alla Sicurezza Franco Gabrielli che si richiama alla posizione già espressa dal premier Draghi nei giorni scorsi: «Queste iniziative dovrebbero essere fatte a livello di leader di governo, non di leader di partito». E la trasparenza è richiesta «a maggior ragione» ai «leader di formazioni politiche che reggono il governo».

 

 

franco gabrielli foto mezzelani gmt140
FRANCO GABRIELLI - MARIO DRAGHI - ADOLFO URSO

MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI