“VORREI VEDERE SE PIANTEDOSI AVESSE DETTO DELLE COSE SIMILI SULLA FRANCIA, COSA SAREBBE SUCCESSO” – ANTONIO TAJANI È ANCORA “ESTERREFATTO” PER L’USCITA DEL MINISTRO DELL’INTERNO FRANCESE, GERALD DARMANIN, CHE HA DETTO CHE “GIORGIA MELONI È INCAPACE A GESTIRE I MIGRANTI”: “C’È UN ATTACCO A FREDDO, UNA PUGNALATA ALLE SPALLE, DA PARTE DI UN ESPONENTE DI PRIMO PIANO DEL GOVERNO DELLA FRANCIA, CONSIDERATO MOLTO VICINO A MACRON. IL COMUNICATO NON È SUFFICIENTE PERCHÉ NON CI SONO LE SCUSE. OCCORRE UNA SMENTITA E CONDANNA…”
-
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
«E certo che la precisazione dei francesi è stata insufficiente, non ci sono le scuse, il ministro dell’Interno ha detto delle cose incredibili, contro la Meloni, contro il governo, persino contro l’Italia e gli italiani, andate a risentirlo, è davvero inaudito».
[Antonio Tajani] […] come se lo spiega?
«Non lo so, ha detto che siamo un governo di estrema destra, ha paragonato la Meloni alla Le Pen, tutto a freddo. Io dovevo andare a Parigi, per un vertice preparato da settimane, che si sarebbe concluso con una conferenza stampa congiunta con la ministra degli Esteri Catherine Colonna».
Non è la prima volta che Darmanin attacca l’Italia.
«Si, ma allora ci fu un fatto di cronaca, ci fu un comunicato che riguardava la nave dei migranti, qui non c’è alcun fatto che possa non dico giustificare ma quantomeno spiegare questo attacco. È un insulto gratuito e volgare ad un Paese amico, alleato, i cui vertici istituzionali sono in perfetta sintonia, per giunta nel primo anno di applicazione del Trattato del Quirinale. Vorrei vedere se Piantedosi avesse detto delle cose simili sulla Francia e sul suo governo, cosa sarebbe successo».
Cosa?
«Lo possiamo immaginare facilmente, ci sarebbero state delle conseguenze gravissime».
[...] Prima di annullare la sua visita a Parigi ha chiamato Giorgia Meloni?
«Certo, l’ho informata».
E cosa le ha detto?
«Quello che sto dicendo a lei, che la nota del ministero degli Esteri francese era insufficiente, che se non arrivavano le scuse occorreva annullare la visita».
Ma lei non è stato contattato da nessuno del governo francese?
«Come no, mi ha chiamato due volte Catherine Colonna, per dirmi che era dispiaciuta, è stata molto cordiale».
[…] Questa vicenda è una nuova crisi diplomatica fra noi e la Francia?
«C’è un attacco a freddo, come un pugnalata alle spalle, da parte di un esponente di primo piano del governo della Francia. Non sono cose che si possono ignorare. […] Il comunicato non è sufficiente perché non ci sono le scuse […]».
Abbiamo interessi congiunti con la Francia su tanti fronti, in primo luogo proprio sul fronte migranti: la situazione esplosiva in Tunisia riguarda entrambi, la stessa cosa vale per la Libia e per le rotte africane in generale. In questo modo viene compromesso un lavoro che ovviamente ha bisogno di convergenze diplomatiche forti?
«Io spero di no, anche perché veramente questo attacco lascia esterefatti, è un fulmine a ciel sereno, una raffica di insulti gratuita. È chiaro che nel governo francese non la pensano tutti come il loro ministro dell’Interno, è chiaro che ci è arrivato il loro dispiacere e anche il disappunto, ma occorre una smentita e condanna.
Non c’è mai stato, né mai accadrà, che un italiano o un membro del governo italiano si rivolga in questo modo e con tanta aggressività verso un altro governo di un Paese alleato, o addirittura verso i suoi vertici istituzionali».
A questo punto che cosa chiede l’Italia?
«Guardi chiediamo quello che è naturale e legittimo. Siamo un grande Paese, democratico, fondatore dell’Unione europea, con millenni di storia. Pretendiamo rispetto, che è lo stesso rispetto che nutriamo nei confronti dei nostri alleati. […] Un ministro straniero non può permettersi di fare quello che ha fatto questo signore, fra l’altro in questo caso si tratta di un esponente politico considerato molto vicino al presidente della Francia, quindi fa un danno anche a Macron. Se uno offende in modo gratuito un’altra persona il minimo è chiedere scusa. […]» .