“LA ZONA ROSSA IN VAL SERIANA AVREBBE EVITATO PIÙ DI 4MILA MORTI” – SECONDO LA PROCURA DI BERGAMO, CHE HA INDAGATO CONTE, SPERANZA, FONTANA E GALLERA, IL GOVERNO E I DIRIGENTI DEL CTS AVEVANO TUTTI I DATI PER INTERVENIRE CHIUDENDO ALZANO E NEMBRO, GIÀ IL 28 FEBBRAIO 2020. IL DIRETTORE DELL’ISS, SILVIO BRUSAFERRO, IMPEDÌ L’ADOZIONE DELLE MISURE ANTI-COVID, E L’ALLORA ASSESSORE ALLA SALUTE LOMBARDO, GALLERA, NON CENSÌ NEMMENO I POSTI LETTO
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1. COVID: PM, ZONA ROSSA AVREBBE EVITATO OLTRE 4MILA MORTI
(ANSA) - Il Governatore lombardo Attilio Fontana avrebbe causato "la diffusione dell'epidemia" in Val Seriana con un "incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati" se fosse stata "estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020". Lo scrive la Procura di Bergamo in un'imputazione per epidemia colposa di cui risponde anche l'ex premier Giuseppe Conte, la cui posizione è stata trasmessa, però, al Tribunale dei ministri.
2. COVID: PM, DATI CATASTROFICI MA CONTE NON FECE ZONA ROSSA
(ANSA) - L'ex premier Giuseppe Conte, assieme ai componenti del Cts, nelle riunioni del 29 febbraio e 1 marzo 2020, si sarebbe "limitato a proporre (...) misure meramente integrative, senza ancora una volta, prospettare di estendere la (...) zona rossa ai comuni della Val Seriana, inclusi (...) Alzano Lombardo e Nembro nonostante l'ulteriore incremento del contagio", in Lombardia e "l'accertamento delle condizioni che (...) corrispondevano allo scenario più catastrofico". Lo si legge nell'avviso di chiusura dell'inchiesta di Bergamo sulla gestione del Covid in cui Conte è tra gli indagati.
3. COVID: CRISANTI, RESTITUITA A ITALIANI VERITÀ SU DECISIONI
(ANSA) - "La motivazione principale mia e della procura è stata restituire agli italiani la verità su quelli che sono stati i processi decisionali che hanno portato a determinate scelte. Con la consulenza è stata fornita una mappa logica su quello che è successo". E' il commendo di Andrea Crisanti, microbiologo all'Università di Padova e ora senatore del Pd, che ha firmato la maxi consulenza depositata ai pm di Bergamo nell'indagine sulla gestione del Covid nella Bergamasca che vede tra gli indagati l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex misitro Roberto Speranza e il governatore della Lombardia Attilio Fontana.
4. COVID: FAMILIARI VITTIME BERGAMO, 'NESSUNA VENDETTA MA VERITÀ'
(ANSA) - "Noi non siamo qui per cercare vendetta: quella che vogliamo è soltanto la verità". In piazza Dante, davanti alla Procura di Bergamo, si sono dati appuntamento stamani i familiari delle vittime bergamasche del Covid-19. "Tra le persone indagate ci sono anche nomi eccellenti - ricordano -, ma a noi questo non interessa: daranno le loro spiegazioni nelle sedi più opportune.
Ognuno si difenderà, ma per noi oggi è importante parlarne. Il perché è semplice: non vogliamo che quello che è successo qui a Bergamo tre anni fa accada ancora". Alcuni familiari - una decina in tutto quelli presenti, visto che la convocazione è avvenuta ieri in serata, in tutta fretta, appena si è diffusa la notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura di Bergamo - stringono fra le mani le foto dei familiari scomparsi per il Covid. "Con questa decisione della Procura di Bergamo - aggiungono - si è riconosciuta la dignità nostra come familiari delle vittime e soprattutto delle vittime stesse". (ANSA).
5. COVID: PM, LA CATASTROFE ERA NOTA GIÀ DAL 28 FEBBRAIO 2020
(ANSA) - Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità e altri, tra cui componenti del Cts e dirigenti ministeriali, indagati per epidemia colposa assieme anche ad Attilio Fontana e Giuseppe Conte, avevano "a disposizione", almeno dal 28 febbraio 2020, "tutti i dati" per "tempestivamente estendere" la zona rossa anche alla Val Seriana. Erano contenuti nel "Piano Covid elaborato da alcuni componenti del Cts coordinati dal prof. Stefano Merler". Documento che "già prospettava" lo "scenario più catastrofico per l'impatto sul sistema sanitario". Lo scrive la Procura di Bergamo nell'avviso di chiusura indagini
6. COVID: PM BERGAMO, GALLERA NON CENSÌ NEMMENO I POSTI LETTO
(ANSA) - Non avrebbe adottato "le azioni per garantire trattamento e assistenza", tra cui "censire e monitorare i posti letto" di "malattie infettive", "non aggiornandoli mensilmente in violazione di quanto previsto dal Piano Pandemico regionale". E' la contestazione di epidemia colposa per l'ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, che compare nell'avviso di conclusione indagini dei pm di Bergamo. Gallera è anche accusato di rifiuto d'atti d'ufficio per la mancata attuazione di quel piano regionale. Lo stesso Gallera non avrebbe verificato "tempestivamente la dotazione di Dpi", tra cui mascherine, tute e guanti, né garantito "l'adeguata formazione del personale sanitario", come previsto anche dal Piano pandemico nazionale, seppur datato al 2006. Condotte che avrebbero, come quelle degli altri indagati per l'epidemia, causato, secondo la Procura, una "diffusione incontrollata" del virus Covid19. Tutte contestazioni, quelle di epidemia colposa ricostruite negli atti, che la Procura fa partire dal 5 gennaio 2020, ossia dal primo allarme lanciato dall'Oms.
7. PM BERGAMO, BRUSAFERRO IMPEDÌ ADOZIONE MISURE ANTI COVID
(ANSA) - Il direttore dell'Iss Silvio Brusaferro, nonostante le raccomandazioni e gli alert lanciati dall'Oms a partire dal 5 gennaio 2020 avrebbe proposto "di non dare attuazione al Piano pandemico, prospettando azioni alternative, così impedendo l'adozione tempestiva delle misure in esso previste". Lo scrivono i pm di Bergamo nell'avviso di chiusura dell'indagine sulla gestione del Covid in cui Brusaferro è indagato per epidemia colposa e rifiuto di atti d'ufficio con, tra gli altri, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, Claudio D'Amario ex dg della prevenzione del ministero, e con Angelo Borrelli, ex capo della Protezione Civile.
8. COVID: PM, FONTANA NON SEGNALÒ A CONTE CRITICITÀ VAL SERIANA
(ANSA) - Attilio Fontana con due "distinte mail del 27.2.20 e 28.2.20" chiese "al Presidente del Consiglio dei Ministri" Giuseppe Conte "il sostanziale mantenimento delle misure di contenimento già vigenti in Regione Lombardia, non segnalando alcuna criticità relativa alla diffusione del contagio nei comuni della Val Seriana", in particolare Alzano Lombardo e Nembro.
Lo scrive la Procura di Bergamo nell'imputazione per epidemia colposa, per la mancata attuazione della 'zona rossa', a carico del presidente lombardo. Non richiese, dunque, "ulteriori e più stringenti misure di contenimento" nonostante, scrivono i pm, "avesse piena consapevolezza della circostanza che l'indicatore 'r0' avesse raggiunto valore pari a 2, e che nelle zone ad alta incidenza del contagio gli ospedali erano già in grave difficoltà per il numero dei casi registrati e per il numero dei contagi tra il personale sanitario". La contestazione per Fontana va "dal 26.2.2020 sino al 3.3.2020", data in cui "nel corso della riunione del CTS Regione Lombardia per il tramite dell'Assessore al Welfare esprimeva parere favorevole all'istituzione della zona rossa".