DI LEGA E DI GOVERNO – SALVINI A POZZALLO ABBANDONA LA FELPA E INDOSSA LA GRISAGLIA MINISTERIALE: “L’HOTSPOT È TENUTO BENISSIMO. TERREMO BUONO QUELLO CHE HA FATTO IL GOVERNO PRECEDENTE. SE È RIUSCITO A RIDURRE GLI SBARCHI CONTINUEREMO SU QUELLA LINEA” – “PERFINO LA MERKEL HA DETTO CHE…”
-Fabio Albanese per la Stampa
La canicola, già estiva, del primo pomeriggio siciliano non consente di indossare giacca e cravatta. Ma, scendendo dalla blindata dentro il piazzale dell' hotspot di Pozzallo, il neo ministro dell' interno Matteo Salvini è come se avesse indossato la grisaglia ministeriale dopo aver abbandonato da qualche parte la mitica felpa.
Come aveva già fatto poche ore prima a Catania nella sua prima tappa del tour in vista delle Amministrative di domenica prossima, anche qui non si cura della ventina di dimostranti che da dietro il cancello della struttura per migranti gli urlano: «Qui non ti vogliamo, tornatene a casa!».
Camicia bianca sempre più madida di sudore, si infila dentro il capannone che ieri ospitava ancora 108 dei 158 migranti subsahariani sbarcati venerdì scorso a Pozzallo dalla nave Aquarius delle ong Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere. Ha accanto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, prefetto, questore, alcuni politici locali di centrodestra e che ora tifano Lega.
Per mezz' ora gira nella struttura, si fa raccontare dai responsabili come funziona, le procedure di identificazione dei migranti, le visite mediche, il vitto. Quando esce, nel cortile vengono ammessi pure i giornalisti. E scompaiono i toni accesi che appena la sera prima aveva usato in Veneto: «L' hotspot è tenuto benissimo e faccio i miei complimenti a chi ci lavora», esordisce.
Viene incalzato da domande sulla nuova politica anti immigrazione del Paese: «Terremo buono quello che ha fatto il governo precedente, perché se è riuscito a ridurre gli sbarchi, non siamo mica fessi, continueremo su quella linea. Il problema è che non basta.
Bisogna aprire centri di espulsione in ogni regione, bisogna avere accordi importanti con i Paesi di provenienza e soprattutto occorre ricontrattare in Europa il ruolo dell' Italia, perché la settimana prossima ci sarà la riunione dei ministri dell' Interno dei Paesi europei per parlare di immigrazione e di asilo, e invece di aiutare l' Italia ci vorrebbero appesantire ulteriormente lasciandoci per dieci anni decine di migliaia di migranti. Noi andremo a dire no. Oggi perfino la Merkel ha detto che l' Italia è stata lasciata sola».
Quello dei Cie in ogni regione era stato il problema che il ministro Minniti non era riuscito a risolvere, visto che molti sindaci e molti governatori non erano disponibili: «I centri di espulsione non sono in discussione, avere centri chiusi, dove la gente sta dentro, non va in giro, in attesa di essere rimessa sull' aereo per tornare a casa, non è un problema per nessun sindaco. Il problema è per quei centri dove la gente esce alle 8 della mattina e rientra alle 10 di sera e ne combina di tutti i colori.
Non c' è da convincerli, ma solo dialogare, parlerò anche con i governatori». E il famigerato Cara di Mineo? «Ho sempre detto che va chiuso»
Un sindaco impegnato sul fronte migranti, Salvini lo ha incontrato subito. È Roberto Ammatuna, area Pd, sindaco di Pozzallo. Sabato sera nessuno gli aveva detto della visita del ministro all' hotspot. Ieri lo ha atteso nella piazza principale del paese, dove Salvini ha fatto una sosta per il pranzo, lo ha portato sotto la vicina torre Cabrera, che è il simbolo della città affacciato sul mare smeraldo, e i due sono stati visti parlare da soli, fitto fitto, per una decina di minuti: «Gli ho spiegato la situazione del centro e soprattutto gli ho parlato della situazione dei tunisini - racconta il sindaco -.
Mi è sembrata una persona molto pratica. Mi ha perfino dato il numero del suo telefono personale». I tunisini rappresentano un problema nel problema. Perché arrivano da un' altra rotta, non quella libica ma quella che parte dalle isole davanti alla Tunisia, sono migranti economici e il loro numero negli ultimi dieci mesi è aumentato in maniera inattesa e ormai preoccupante.
Salvini lo sa, ne ha già parlato nei giorni scorsi al punto da aver destato qualche preoccupazione nelle autorità di Tunisi, e ora sottolinea: « Dobbiamo aumentare i rimpatri, due voli a settimana non bastano». Una giornalista francese gli chiede se vuole mandare in Francia i migranti: «Il mio obiettivo non è spostarli per l' Europa, ma ridurre le partenze».
Poi ha una parola anche per il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e la sua delicata inchiesta sui trafficanti libici e le Ong: «Lo incontrerò volentieri, perché nessuno mi toglie la certezza che l' immigrazione clandestina sia un business, se non per tutti, per molti.
Continuo a ritenere che spendere i soldi al di là del Mediterraneo sia più fruttuoso e più intelligente.
Se poi c' è qualche ong che fa gratuitamente e volontariamente il suo lavoro, per carità di Dio. Ma ce ne sono altre che probabilmente lo fanno meno».
Visita finita. Dietro il cancello ora ci sono solo sostenitori. Si avvicina e li va a salutare e ringraziare: «Un' accoglienza che mai avrei pensat o».