LEGA-TI DA UN INSOLITO DESTINO - SALVINI TENDE LA MANO A BERLUSCONI E GLI OFFRE IL RUOLO DI “CONSIGLIORI” CON L’OBIETTIVO DI RIUNIRE IL CENTRODESTRA E BATTERE RENZI - L’UNICA CONDIZIONE: NESSUN AIUTO AL BULLO TOSCANO SULLE RIFORME
Ugo Magri per “la Stampa”
Salvini smette improvvisamente di snobbare Forza Italia. Per la prima volta da quando guida il Carroccio, sottopone al Cavaliere una proposta politica rispettosa. Gli dice in sostanza: mettiamoci insieme, facciamo un bel «ticket» come usa in America («sarebbe la soluzione migliore»), vinciamo le elezioni, dopodiché io governerò l' Italia e tu mi darai i consigli... Berlusconi pare ne sia entusiasta, così fanno sapere i suoi dalla Sardegna dove Silvio è in vacanza. Entusiasta, va detto, non di fare da suggeritore a Salvini, ci mancherebbe.
Gli piace semmai (moltissimo) la prospettiva di unire le forze con la Lega, di rimettere in piedi il centrodestra come nei tempi andati. Lo convince il tono finalmente serio e costruttivo del giovane Matteo, consegnato a un' intervista sul prossimo numero di «Panorama».
Zero frecciatine, niente più sfottò, anzi un ostentato ossequio per lo statista di Arcore, specie in politica estera: «Con i governi Berlusconi, l'Italia contava molto più di adesso, il Cav ha relazioni importanti in mezzo mondo, batte Renzi dieci a zero». È lì che, esemplifica Salvini, «la sua esperienza per me sarebbe molto utile».
Silvio alla Farnesina? A prima vista sembra un' idea bizzarra, senza capo né coda: Berlusconi, che è stato quattro volte premier, dovrebbe calarsi nei panni di super-ambasciatore o di ministro in un governo Salvini. Nella scala gerarchica, un salto indietro.
Tra l'altro vietato per legge: il Condannato non può tornare al governo per le stesse ragioni che gli impediscono di candidarsi in Parlamento. Bisognerebbe quantomeno cancellare prima la Severino, impresa complicata assai... Eppure Salvini non è un ingenuo. Se ne parla è perché ha la certezza di pizzicare le corde giuste.
Sa che al Cavaliere nulla manca più del palcoscenico internazionale, l'uomo darebbe chissà cosa per ritornarci, sia pure con una parte da comprimario. Quanto al declassamento, il Cav era già stato alla Farnesina nel 2002, come ministro ad interim, e si era divertito tantissimo (indimenticabile quella volta che fece le corna al collega spagnolo). Insomma, la folle idea è tale fino a un certo punto perché impatta con la psicologia berlusconiana, ne solletica le voglie di grandeur, e tanto basta a giustificarla.
O CON RENZI O CON LA LEGA
Salvini tende la mano: «Anche i nostri ormai hanno capito che per mandare a casa il governo bisogna allearsi con Fi. Il programma è condiviso al 90 per cento». Evviva, festeggia Brunetta, «bene arrivato Salvini, sono tutte cose che noi diciamo da sempre, dal punto di vista programmatico c' è molta più omogeneità tra Lega e Forza Italia che tra le varie anime del Pd».
Le premesse per marciare uniti ci sono tutte. Tranne una, che Salvini però giudica decisiva: sulle riforme Berlusconi non dovrà cedere a Renzi, guai se gli darà una mano, la smetta di «inciuciare» sottobanco e voti contro la nuova Costituzione... Se Forza Italia reggerà, l' anno prossimo andremo a votare. «E il Pd», profetizza Salvini, «sarà sotto le macerie».