IL LIBRO DEL GENERALE VANNACCI EVOCA UN IMMAGINARIO CHE PIACE ALLA MAGGIORANZA DEL PAESE – NEL SUO “IL MONDO AL CONTRARIO” IL PARA’ RICORDA CON NOSTALGIA QUANDO “L’ITALIA ERA PIÙ POVERA, RURALE MA FORSE PIÙ FELICE DI ORA” – E ANCORA: “MI PIACCIONO LA CUCINA, I CANTAUTORI ITALIANI, L’ODORE DEL PANE FRESCO E LE CAMPANE LA DOMENICA” – GLI ASILI NIDO? SECONDO IL MILITARE MEGLIO CHIUDERLI, TANTO LE DONNE NON DEVONO LAVORARE. I GAY? NON POSSONO “OSTENTARE” - BENTORNATI PRIMI ANNI ’50 - LA DAGORECENSIONE

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Estratto dell’articolo di Claudio Del Frate per il “Corriere della Sera”

 

ROBERTO VANNACCI

«Le famiglie che oggi definiremmo numerose rappresentavano la normalità di un’Italia più povera, più rurale, più arretrata ma forse più felice di ora»: quanto piaceva una certa Italia di una volta al generale Roberto Vannacci. […]

 

Il perno attorno a cui ruota l’intero ragionamento del generale è proprio questo: «Il gay, il masochista, il vegano, il mangiatore di cani o di gatti è un eccentrico...ma almeno non dovrebbe ostentar la sua eccentricità nel rispetto dei comportamenti e dei valori comuni. E comuni significa anche normali in quanto “appartenenti e condivisi dalla stragrande maggioranza”».

vannacci

 

Ma quel mondo («Mi piace la mia cucina, i cantautori nazionali, l’odore del pane fresco al mattino e le campane che suonano la domenica») viene mandato in frantumi dalla modernità: «Perché dobbiamo sentire la necessità di annacquare e diluire quelle che sono le nostre più identitarie caratteristiche in una sorta di genoma mondiale?».

 

«La famiglia naturale non rappresenta un capriccio etico ma un esempio che la vita ci fornisce come modello vincente» ma questo modello è sottoposto a molteplici attacchi. Un esempio? Il movimento femminista: «Le moderne fattucchiere sostengono che solo il lavoro e il guadagno possono liberare le fanciulle dal padre padrone e dal marito che le schiavizza».

 

roberto vannacci a diario del giorno.

Ma le donne «per quanto lavorino non sono spesso contente e realizzate». Bei tempi quelli in cui prevaleva «la bellezza del nucleo familiare tradizionale in cui uno dei genitori , generalmente la madre, si è essenzialmente presa cura della famiglia».

 

Vannacci finisce per prendersela anche con un bersaglio sorprendente, gli asili nido: «Se c’è una cosa che non mi convince è il modello ritenuto quasi obbligatorio dei servizi per l’infanzia. Tutte prestazioni di cui posso fare a meno se il “servizio all’infanzia” lo faccio fare, retribuendolo, ai genitori naturali».

 

«Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione» è la frase che introduce uno dei capitoli più contestati del libro, l’invettiva contro i gay e i loro diritti. In particolare la pretese di avere figli «a qualunque costo» non è considerata «naturale», con un ardito paragone: «Nemmeno il cannibalismo è naturale».

roberto vannacci a soldati ditalia 4

 

[…] «Nel 1975, quando con tutta la famiglia ci trasferimmo a Parigi che, per la prima volta, cominciai a venire a contatto con persone di colore... nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mia mano sopra la loro... per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra».

il mondo al contrario roberto vannacci

 

«Per quale motivo un’aggregazione di persone che è cresciuta e si è evoluta attorno a specifici valori ed ha magari anche combattuto per essi, dovrebbe buttare all’aria il proprio tessuto connettivo per la semplice velleità di includere altri valori? ...tutte queste diverse etnie sono riuscite a convivere quasi pacificamente fintanto che una ha prevalso sulle altre, imponendo il proprio codice comportamentale». E dato che viviamo in una società evoluta e benestante «per quale motivo, dunque, tutto questo dovrebbe essere elargito gratuitamente a chi, non solo non ha contribuito minimamente a questa prosperità?». «Ritengo che nelle mie vene scorra una goccia del sangue di Enea, di Romolo, di Giulio Cesare... di Leonardo, di Michelangelo,e di Garibaldi».

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