1. LOMBARDIA, SCONTRO CON BORRELLI E FONTANA ARRUOLA BERTOLASO
Giampiero Rossi per il ''Corriere della Sera''
Milano Il primo è l' assessore regionale al Welfare Giulio Gallera :«Ci hanno mandato delle mascherine che sono un fazzoletto o un foglio di carta igienica», dice mentre cerca di indossarne una davanti ai giornalisti che si accalcano attorno a lui alla faccia delle prescrizioni. Quella di Gallera è la prima di una sequenza ravvicinata di uscite polemiche del governo della Lombardia. Il bersaglio, questa volta, non è direttamente Palazzo Chigi, ma il suo braccio operativo in questa crisi: la Protezione civile.
«Da Roma ci hanno detto che hanno solo queste, non vogliamo fare polemica però non sono sufficienti per la sicurezza degli operatori - dice ancora Gallera -. Era la famosa fornitura che ci era stata garantita di 250 mila alla settimana. Noi le abbiamo distribuite appena sono arrivate, non avevamo neanche visto cosa ci fosse dentro e nessuno di noi poteva immaginare che si trattasse di cose del genere.
Ora sono state tutte ritirate, perché non vanno assolutamente bene. Non butteremo via niente, perché siamo lombardi, ma è chiaro che non è materiale idoneo».
È solo il primo pugno sul tavolo. Subito dopo il presidente Attilio Fontana, ricorda che anche l' ospedale da allestire negli spazi della Fiera non è al momento realizzabile perché «nessuno è stato in grado di fornirci ventilatori o medici». Anche lui ripete la formula di rito, «senza polemica», ma non fa mistero di avercela proprio con la Protezione civile. «Però non abbandoniamo l' ipotesi e abbiamo lanciato una call internazionale, alla ricerca dei ventilatori». Tira la sua frecciata anche Pietro Foroni, assessore al Territorio e responsabile della Protezione civile regionale: «Da quando c' è stato l' annuncio del governo che le imprese saranno dotate di un kit gratuito per la sicurezza dei propri lavoratori non riusciamo a rispondere a tutte le email, ma i dispositivi non sono ancora arrivati».
Quindi l' assessore al Bilancio Davide Caparini annuncia una produzione «propria» di mascherine: «Abbiamo fatto una nuova circolare che dà la possibilità alle nostre imprese di realizzare centinaia di migliaia di pezzi al giorno».
Una riorganizzazione autarchica di fronte all' epidemia, che trova una conferma nell' arruolamento di Guido Bertolaso, come consulente personale del presidente Fontana per il compenso simbolico di un euro. Il nome dell' ex direttore delle Protezione civile nazionale era circolato anche a Roma, quale possibile «rinforzo» dell' attuale coordinamento dell' emergenza. Ma intanto da Roma il commissario per l' emergenza Angelo Borrelli (e con lui tante voci della maggioranza di governo) definisce le polemiche lombarde «del tutto destituite di fondamento».
2. COSÌ RITORNA IN SCENA L'UOMO DELLE EMERGENZE: NON POTEVO DIRE DI NO
Monica Guerzoni per il ''Corriere della Sera''
Invocato come Padre Pio, paragonato a Superman e al mister Wolf di Pulp Fiction («risolvo problemi»), ribattezzato San Bertolaso o Superguido, domani atterrerà in Italia direttamente dal Sudafrica. Settant' anni fra cinque giorni e un curriculum formato lenzuolo, macchiato da qualche ombra giudiziaria e smacchiato a colpi di assoluzioni, Guido Bertolaso è l' uomo delle grandi emergenze.
Quando l' Italia è a un passo dal baratro, eccolo che torna, forte di suppliche bipartisan e di un' esperienza che pochi, in materia di tragedie collettive, possono vantare. Rifiuti, inondazioni, frane, incendi. Il terremoto in Abruzzo e il G8 all' Aquila. Ebola, la Sars e adesso il coronavirus.
«Come potevo non aderire alla richiesta di dare una mano nella epocale battaglia del Covid-19 se la mia storia, tutta la mia vita, è stata dedicata a servire il mio Paese?». Con queste parole Bertolaso ha detto sì alla chiamata di Attilio Fontana, che gli ha affidato l' impresa titanica di tirar su un ospedale alla Fiera di Milano, in una corsa a perdifiato per salvare più vite possibile.
Una sfida da far tremare chiunque, ma non lui, che ha aperto l' ospedale Spallanzani vent' anni fa e lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di Ebola: «Forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo».
Il suo compenso? Un euro, a titolo simbolico. «Non potevo non accettare, ho trascorso tutta l' esistenza dalla parte di chi è in difficoltà». Giorni fa, quando i leader del centrodestra (e Matteo Renzi) hanno chiesto al premier Giuseppe Conte di richiamarlo in servizio come supercommissario del governo, Bertolaso ha fatto sapere che sarebbe rimasto in Sierra Leone con la figlia pediatra. Ma non era un rifiuto, era che la telefonata da Palazzo Chigi non è mai arrivata.
Nipote del cardinale Ruini e figlio di un aviatore, il medico con laurea alla Sapienza e master in malattie tropicali a Liverpool è per carattere un uomo di azione, sicuro di sé e poco incline alla mediazione.
Più manager che politico, più di sinistra che di destra, ha nelle vene zero gocce di modestia e un carattere di ferro.
Il suo motto? «Per far funzionare le cose serve una organizzazione che funzioni».
Scoperto nel 1982 da Andreotti, al quale fu presentato come il «comunista travestito», è stato commissario al Giubileo del 2000 con Rutelli sindaco e sottosegretario a Palazzo Chigi con Berlusconi. Ha guidato la Protezione civile dal 2001 al 2010, quando l' eterno maglioncino blu con lo scudetto tricolore era un cimelio nazionale. Ha scalato in mondovisione le montagne di rifiuti di Napoli con lo stesso passo con cui ha raggiunto le vette del consenso, facendo il pieno di onoreficenze. Ai tempi d' oro si disse, con qualche esagerazione, che il suo posto in classifica era «dopo il capo dello Stato e prima del Papa».
Poi lo scandalo del G8 de La Maddalena, le dimissioni dalla Protezione civile, i processi e le assoluzioni, la candidatura a sindaco di Roma per il centrodestra (naufragata nel 2016) e il ritiro dalle scene.
Adesso è nonno e le foto che più ama del suo monumentale album sono quelle con la nipotina e con i bimbi dell' Africa, dove ha ristrutturato scuole fatiscenti e fatto sorgere ospedali dal fango.