LOTTI E LO ''STRUMENTINO'' CON CUI FACEVA BONIFICARE TUTTI I RISTORANTI IN CUI ANDAVA: L'EX MINISTRO RACCONTA A PALAMARA COME FACEVA A EVITARE LE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI. MENTRE IL MAGISTRATO ERA CONVINTO DI NON AVER IL TROJAN SUL TELEFONO - SUL ''FATTO'' LE INTERCETTAZIONI IN CUI LUCA (QUELLO FIORENTINO) VUOLE AVVICINARE IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA PER PARLARE DEI SUOI PROBLEMI GIUDIZIARI
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1. LO "STRUMENTINO" DI LUCA: "PER OGNI CENA, UNA BONIFICA"
Antonio Massari per “il Fatto quotidiano”
La nomina del vicepresidente del Csm, David Ermini, nasce dal tentativo dei renziani di dimostrare la loro forza all' interno del Pd. È questa la versione che Luca Palamara, intercettato il 20 maggio scorso, fornisce parlando con un uomo che, in quel momento, gli investigatori della Gdf non hanno ancora identificato.
Alla resa dei conti, però, Ermini è considerato da Palamara un incapace. "Il problema - dice Palamara - è che in questo anno Ermini se lo so' portati, chiaramente perché non vale un cazzo, parlamose chiaro, (incomprensibile) ho sbajato tutto, ho sbajato (incomprensibile), ho sbajato Ermini, ma Ermini ero consapevole che sbagliavamo, ma in quel momento il Pd non c' aveva nessuno, Luca Lotti mi dice dall' inizio chi mettiamo? mettiamo Ermini" me fà no? Perché Ermini è la prova di forza che vince l' ala renziana, ok? Io gli ho sempre detto non mettiamo Ermini, perché Ermini poi (incomprensibile) quelli che non valgono un cazzo, non valgono un cazzo mai, non è che non valgono un cazzo qualche volta, no? Giusto?".
E se questa è la considerazione di cui gode il vicepresidente del Csm Ermini, da parte di Palamara, ecco il trattamento che gli riserva per telefono Lotti (non indagato). Il parlamentare del Pd descrive la scena sia a Palamara, sia al collega di partito, nonché ex sottosegretario alla Giustizia e magistrato, Cosimo Ferri (non indagato): "Tra me e voi - dice Lotti il 21 maggio scorso - l' ultimo messaggio scritto a Ermini è stato: "Davide io non sono un Senatore qualunque che ti scrive messaggi del cazzo senza di me non eri lì, punto rispondi, punto". Ecco, con il "senza di me non eri lì, punto", il sentimento di rispetto che Lotti verso il Csm, ovvero l' istituzione che garantisce l' autonomia e l' indipendenza dei magistrati, è piuttosto chiaro.
A quel punto Palamara, curioso, chiede: "E lui?". E Lotti riporta a risposta di Ermini che non pare minimamente ribellarsi al richiamo di l' ha "messo lì" e, invece di mandarlo a quel paese, nell' sms avrebbe risposto: "Sono a Torino con mia moglie lunedì mattina vengo a Roma mercoledì". "Questa la sua risposta ", conclude Lotti. Palamara è convinto che il suo telefono non sia stato infettato da alcun trojan.
Quindi non pensa di essere intercettato. Ed è sempre il 21 maggio che gli investigatori intercettano una conversazione surreale. Lotti - che da parlamentare non può essere intercettato in modo diretto, ed evidentemente teme le intercettazione ambientali - racconta dello "strumentino" con il quale evita il rischio durante le sue cene. "Quando io prenoto - dice a Lotti a Ferri e Palamara - tutta la mattina, mando i ragazzi lì sopra e fanno la verifica intorno alla saletta, sempre, Stefano viene e fa la cosa , tutte le mattine, che io c' ho la cena, se io c' ho la ". Ferri è preso dalla curiosità: "Ma come si fa questo affare con come si ". E Lotti: "Ah, vengono loro con un cazzo di strumentino". "Ah si?", interviene Palamara, "loro lo fanno?".
"Sì", risponde Lotti, "sempre, qui, in quella saletta, io perché chiedo sempre quella, quando non c' è, io non fisso , perché non sto mica di là". Ed ecco invece la versione di Palamara sulla gestione di Giuseppe Pignatone a capo della procura di Roma: "Allora - dice Palamara il 21 maggio - Pignatone ha regnato perché grazie a me (incomprensibile) in aula per tutto gli ho fatto fa' quello che cazzo voleva a un certo punto non (incomprensibile) Renzi, Pignatone è il primo tradimento che fa, in corsa, no? cioè, prima prima gli fa, la sai la storia, te l' ha raccontata lui (incomprensibile) prima gli parava il culo e poi glielo mette al culo". Sintesi un po' truce, ma piuttosto efficace, che potrebbe collegarsi all' esito del processo Consip, dove per Lotti pende una richiesta di rinvio a giudizio con l' accusa di favoreggiamento per avrebbe rivelato all' ex ad della società di appalti pubblici particolari dell' inchiesta in corso.
Di Pignatone Palamara torna a parlare con l' ex vicepresidente del Csm in quota Pd Giovanni Legnini: " con Pignatone - gli dice -I il rapporto chiaramente si raffredda". "Si raffredda", interviene Legnini. "Non totalmente, ma si raffredda - continua Palamara - non solo per sta cosa sulla quale poi ti dico, ma si raffredda per la figura di merda pure che c' ha fatto fa' con Renzi e Lotti, no?". "Certo", risponde Legnini che, invece di scandalizzarsi per la ricostruzione, evidentemente la trova del tutto plausibile. "Perchè tu - aggiunge Palamara - quella là nun te la dìmenticà .. ma lui ce fa fa' una figura de merda che non finisce più".
E pur non nominandolo direttamente, Palamara sembra riferirsi proprio a Pignatone, quando evoca la figura di Giulio Cesare: " aveva l' idea di stabilire lui le successioni .. è una cosa che manco Giulio Cesare, che per me Giulio Cesare è il mio mito, non arrivava a questo () lui invece dice 'me ne vado io, quello viene qua, quell' altro va là la polizia giudiziaria rimane tutta legata a me".
2. CSM, QUANDO LOTTI VOLEVA AVVICINARE L' UOMO DEL COLLE
Antonio Massari e Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”
C' è un momento in cui l' ex sottosegretario Luca Lotti e il pm Luca Palamara pensano di avvicinare qualcuno del Quirinale per orientare la nomina del futuro procuratore capo di Roma. L' uomo sul quale volevano puntare (senza però riuscirci) è Francesco Garofani, consigliere per le questioni istituzionali di Sergio Mattarella. La circostanza emerge da una conversazione del 28 maggio scorso ed è depositata agli atti della Procura di Perugia dove Palamara è indagato per corruzione.
È un' inchiesta che ha scatenato un terremoto nel Consiglio Superiore della Magistratura: il trojan (un software capace di fare intercettazioni ambientali) installato sul cellulare del pm ha svelato le trattative tra toghe e politica (Lotti, ma pure il parlamentare Pd Cosimo Ferri: entrambi non indagati) sulla nomina del procuratore capo di Roma. Con un nome tra i preferiti: il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola.
Ascoltato anche Giovanni Legnini Palamara è stato intercettato anche con l' ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, quando parla delle difficoltà - e siamo al 23 maggio - nel trovare una sponda al Quirinale. È annotato nel brogliaccio: "() Palamara dice che c' è il rischio che salti tutto perché Erbani (Stefano, consigliere giuridico di Mattarella, ndr) non lo coprirà, quindi fa riferimento anche ad Ermini (David, attuale vicepresidente del Csm, ndr) che con il senno di poi è stato un errore proporlo". Qualche giorno dopo sembra essere Lotti a proporre una soluzione: avvicinare il consigliere di Mattarella, Francesco Garofani.
Ne parla in una conversazione del 28 maggio scorso. C' è anche Cosimo Ferri. Palamara : () Io gli devo parlare dell' accordo che s' è fatto noi, non è che gli devo di' di Ferri (F): Luigi è un fifone. P: Luigi ha bisogno di un input () Massimo che ragiona, ti dice, fagli dare un contro input. Lotti (L): Da chi Luca? P: Ehh da chi se Erbani terrorizza Morlini (consigliere del Csm, autosospesosi, ndr) ci vuole uno che chiama Morlini e gli dice: 'Guarda stai tranquillo che noi andiamo in fondo sia su Luca che su Massimo'. Lo carichi a quel punto e gli dici Portate Viola? Fate una cazzata perché Viola è perdente () State a 13 quindi o vi schierate pure voi, e date l' immagine o perdete ()
L: Lo posso dire io? P: No ci serve uno più forte Lù () F: Lo doveva fare Ermini P: Lo dovrebbe fare Ermini tramite Mattarella, cioè non esporre Mattarella ma Ermini, ma Ermini non lo fa () Questa è la strada che dobbiamo trova', chi lo fa?
L: Garofani non ti basta P: Ma Garofani non lo conoscono () F: () È l' uomo che entra dentro la stanza del Presidente, l' unico eh! Non è Erbani ragazzi () P: Intanto faglielo fa L: () Solo Francesco c' ha l' accesso nella stanza di Sergio, ma perchè l' ha chiamato a fà il consigliere, oh? È l' amico d' infanzia è una storia fra loro due, però giustamente non lo sa nessuno () ma è l' assistente parlamentare di Sergio cioè io capisco che a voi non vi torni perchè la politica è diversa da quello però io se no non c' ho alternativa.
P: E intanto faglielo fa, fallo chiamà e gli fai i nomi e du' cognomi.
La conversazione continua su altri argomenti, poi tornano a parlare di Garofani.
Palamara: Garofani si chiamasse Spina (consigliere del Csm dimessosi, ndr) e Morlini.
Lotti: Glielo spiego io vedo se lunedì è il caso perchè se vedo che non il caso è inutile.
Ferri: poi Garofani (incomprensibile) a convocarli al Quirinale.
"Il Capo dello Stato fa lo spettatore" Quella di avvicinare il consigliere di Mattarella (che in un' altra intercettazione, ma del 21 maggio, Palamara definisce come uno "spettatore", "è il contrario di" Napolitano, dice) non si concretizza. Al Fatto Garofani spiega: "Mai occupato di vicende del Csm. Non ho mai avuto richieste del genere. Sono amico d' infanzia dicono? Ma io ho circa vent' anni in meno del presidente. Lotti lo conosco, sono stato collega parlamentare. Non mi hanno chiesto mai nulla del genere".
"Dicono di un pranzo di Pignatone al Colle" Il 21 maggio invece Palamara si trova con Stefano Fava, il pm indagato per aver rivelato al collega dettagli sul fascicolo che lo riguardava (circostanza che Fava smentisce ai pm di Perugia).
Fava (F): Mi ha detto Maiorano che gli ha detto uno della Corte costituzionale che due giorni fa lo hanno visto a pranzo è andato lì al Quirinale, Pignatone Palamara : Al Quirinale proprio? F: Dice nel palazzo di fronte, secondo me andava a pranzo da Mattarella.
P: Allora vedi? () È andato a parlare con Erbani?
F: Sì.