LOTTI CONTINUA (A CANDIDARE RENZI). E GLI ZINGARETTIANI S'INCAZ*ANO - A POCHI GIORNI DALL'INSEDIAMENTO DI NICOLA ZINGARETTI ALLA SEGRETERIA DEL PD, HA DATO FASTIDIO IL RILANCIO DI MATTEO RENZI PER UNA NUOVA CORSA VERSO PALAZZO CHIGI - L'UNICO LATO POSITIVO (?) È CHE I RENZIANI PROMETTONO DI RESTARE DENTRO IL PD. TE CREDO, DOPO LA SCOPPOLA ALLE PRIMARIE…
-Goffredo De Marchis per ''la Repubblica''
Tema fuori luogo. A pochi giorni dall' insediamento di Nicola Zingaretti alla segreteria del Pd, ha dato fastidio il rilancio di Matteo Renzi per una nuova corsa verso Palazzo Chigi. «Dobbiamo andare bene alle Europee, poi, quando sarà, vincere le Politiche. Non è il momento di parlare di candidature » , dice Paola De Micheli, braccio destro del neo leader dopo aver letto l' intervista di Luca Lotti. « Non è all' ordine del giorno della politica italiana», taglia corto Andrea Martella, da pochi giorni nello staff del segretario come responsabile della comunicazione sui social del Pd. Ma in questo momento lo stato maggiore preferisce non aprire polemiche e tenere unito il partito.
Quindi, è lo stesso Zingaretti a intervenire per dire che ha « apprezzato la franchezza e il tono di Lotti».
Franchezza su alcuni errori del passato riconosciuti dal principale collaboratore di Renzi negli anni al governo. L' incapacità di aprirsi ai mondi esterni, la critica alla disintermediazione. E il tono, perché Lotti definisce con chiarezza il ruolo dei renziani dopo il cambio di pagina: stare dentro al Pd, non coltivare nessuna tentazione di fare altro. «A me sembrano parole positive - sottolinea il tesoriere Luigi Zanda - . Lotti sottolinea che c' è bisogno di unità e di apertura. Per vincere il Pd ha bisogno di trattenere tutte le sue risorse e di guardare fuori dai suoi confini».
Le dichiarazioni su Renzi, invece, «rivelano quella che è un' aspirazione dell' ex segretario - aggiunge Zanda -. Lui pensa di avere ancora delle chance di riconquistare Palazzo Chigi » . Chance che secondo la renziana Alessia Morani esistono davvero. « Matteo resta un leader al di là del ruolo e penso anch' io che un giorno tornerà il suo turno » . Ma il cuore della pace siglata da Lotti è quello di una collaborazione con il nuovo corso. « Ha usato argomenti di buon senso - continua Morani -. Le avevamo già condivise nelle riunioni della nostra area. E anche l' autocritica è condivisibile ».
Quando Zanda dice apertura si riferisce al rapporto «con i corpi intermedi». Per Martella «ci si rende conto alla fine che l' uomo solo al comando non basta. La disintermediazione è stata un errore e oggi con Zingaretti è il momento di ricostruire il dialogo con le forze sociali e nuove alleanza politiche».
Il vero punto è che Lotti in questo momento rappresenta il ponte tra il vecchio mondo e il nuovo mondo. L' uomo che deve tenere nel Pd la storia del renzismo (con la rivendicazione del Giglio magico e dell' attività di governo) stringendo accordi con un' altra storia. Gianni Cuperlo ha letto così, come una svolta, il discorso di Lotti: «C' è un tratto di onestà e di sincerità nel difendere quello che è stato fatto e che tante volte mi ha visto in disaccordo. Ma ho apprezzato in particolare la nettezza con cui esclude un' alternativa al Partito democratico, rifiuta l' idea di uscire dal Pd. E di questo lo ringrazio. Delle ambizioni future di Renzi invece non so niente».
Insomma, ora la parola d' ordine è pensare al lato positivo, tenere tutti compatti, non litigare.
La prospettiva del 26 maggio ( giorno del voto europeo) è troppo importante per un segretario appena eletto, che deve migliorare il risultato del 4 marzo, dare un segnale al Paese e sostanzialmente ha l' obiettivo di ristabilire un bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra. « Io ho colto anche alcuni cenni autocritici - spiega De Micheli - e da lì possiamo ripartire » . Ma ora il Pd vuole andare avanti, allargare le sue alleanze e il suo consenso in una sfida vitale. «Posso solo dire - osserva Fassino - che noi abbiamo bisogno più di guardare fuori di noi che dentro».