LUIGINO, AIUTACI TU! – UN ALTO DIRIGENTE DEL M5S, FEDELISSIMO DI CONTE, HA TELEFONATO AL “TRADITORE” LUIGI DI MAIO PER CHIEDERE UN PARERE SULLA VICENDA DEL MES E ORGANIZZARE UN GIOCO DI SPONDA CONTRO LA MELONI – AL CENTRO DELLA TELEFONATA IL "FAX" SVENTOLATO IN PARLAMENTO DA “IO SO’ GIORGIA” PER DIMOSTRARE CHE PEPPINIELLO APPULO AVEVA DATO L’ASSENSO AL FONDO SALVA STATI “CON IL FAVORE DELLE TENEBRE” – IL GRAN GIURI’ CHIESTO DALL’AVVOCATO CON LA POCHETTE E LA VERSIONE DI DI MAIO A “PIAZZAPULITA” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per www.repubblica.it
Che strana telefonata, per Luigi Di Maio. Col M5S il divorzio è stato di quelli iper-bizzosi. Un filotto di recriminazioni reciproche e colpi sotto la cintura per mesi. E alla fine un poco cordiale gelo. Chissà quindi cosa avrà pensato, l’ex capo del Movimento, che portò quasi al 33% nel 2018 per poi abbandonarlo quattro anni dopo nelle vesti di iper-draghiano, quando dalla sua vecchia famiglia politica si sono rifatti vivi. È successo pochi giorni fa.
Un altissimo dirigente dei 5 Stelle l’ha chiamato, Di Maio. Dall’altro lato della cornetta non c’era Giuseppe Conte, forse era troppo. Ma uno dei fedelissimi dell’ex premier, tutt’ora operativo in Parlamento. Obiettivo: chiedere al vecchio capo politico cosa ne pensasse della vicenda Mes. Capire se si potesse giocare di sponda.
Erano le ore in cui Giorgia Meloni aveva sventolato in Aula il famoso fax, per dire davanti all’emiciclo di Montecitorio che Conte, quando era premier, aveva autorizzato la firma dell’accordo sul meccanismo europeo di stabilità “alla chetichella”, “col favore delle tenebre” e a governo praticamente già sciolto, a fine gennaio 2021. Accuse subito respinte da Conte: altro che chetichella, c’era stato un voto del Parlamento nel dicembre 2020.
Una tesi corroborata da un contro-fax diffuso proprio da Di Maio che ha chiarito come il rappresentante italiano in Ue avesse ricevuto il mandato sul Mes il 10 dicembre, dopo il voto del Parlamento italiano sulla questione.
Di Maio di lì a poco sarebbe andato anche in tv, da Corrado Formigli su La7, per discutere della vicenda. Dunque ai piani alti del Movimento c’era l’intenzione di capire che ne pensasse il vecchio capo politico. Provare magari a fare gioco di squadra. Ma Di Maio non è stato troppo docile, con Conte. Anzi. In tv ha ripetuto che di fatto l’ex premier aveva detto sì al Mes, quando era a Palazzo Chigi. L’unico assist ai 5 Stelle è stato sulle dichiarazioni di Meloni, sul “favore delle tenebre”. In questo caso no, ha detto Di Maio, l’operazione era stata votata dal Parlamento, in piena luce.
[...] Conte, con una mossa comunicativa studiata, ha chiesto il gran giurì d’onore alla Camera, per provare a sbugiardare Meloni con un atto ufficiale del Parlamento. Il presidente di Montecitorio, Lorenzo Fontana, per ora ha preso tempo: l’organismo non è stato convocato. Nel caso in cui l’iter partisse, potrebbero essere sentiti anche alcuni testimoni. E chissà: il M5S chiamerà Di Maio?