LULA-HOOP! ANNULLATE LE CONDANNE, ORA L'EX PRESIDENTE BRASILISIANO POTRÀ RICANDIDARSI NEL 2022: "MI SENTO UN TRENTENNE PRONTO A SFIDARE BOLSONARO" - A CHI GLI CHIEDEVA SOLO POCHI GIORNI FA SE NON SI CONSIDERASSE TROPPO VECCHIO, L’EX SINDACALISTA HA REPLICATO: “HO I MIEI 75 ANNI MA C' È QUALCUNO PIÙ VECCHIO DI ME CHE È STATO APPENA ELETTO COME PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D' AMERICA”

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Daniele Mastrogiacomo per "la Repubblica"

 

LULA BOLSONARO

Il riscatto e il ritorno. La giustizia restituisce la dignità umana e politica a Lula e apre la strada verso una sua nuova candidatura alle presidenziali del 2022. Sarebbe la terza volta per il padre della sinistra brasiliana, già alla guida del grande Paese sudamericano dal 2003 al 2011. A chi gli chiedeva solo pochi giorni fa se non si considerasse troppo vecchio, ha replicato con una battuta che esprimeva il suo momento di straordinaria lucidità e forza spirituale: «Ho i miei 75 anni ma c' è qualcuno più vecchio di me che è stato appena eletto come presidente degli Stati Uniti d' America ».

 

BOLSONARO LULA

Uscito dal carcere poco più di un anno fa (8 novembre 2019) Luiz Inácio da Silva, detto Lula, è già riuscito a liberarsi delle tossine e della rabbia che ha dovuto sopportare per 580 giorni in una cella all' interno della sede centrale della Polizia federale. Senza poter comunicare all' esterno, tenendo allenata la mente con un piccolo televisore e il fisico grazie agli attrezzi da ginnastica.

 

L' uomo che aveva incarnato il riscatto di milioni di poveri e diseredati, sfamato chi non aveva neanche da mangiare, che aveva aperto scuole e università anche a chi ne era stato escluso, che aveva saputo placare le tensioni e la violenza che assediano le favela e le metropoli, esce a testa alta da un incubo durato cinque anni.

 

lula

La sentenza che annulla i cinque processi che lo vedono imputato di riciclaggio e corruzione passiva non è solo la ricompensa per un torto giudiziario che ha impedito la sua corsa verso Planalto e favorito la vittoria della destra di Jair Bolsonaro. Appiana dolori e umiliazioni. Come la diffusione dei dialoghi intercettati con l' allora presidente Rousseff desecretati illegalmente dal giudice Sergio Moro. Il divieto a partecipare ai funerali del fratello, fino al duro confronto in aula con il suo grande avversario, l' eroe della tangentopoli brasiliana, che lo dipinse come il regista di una organizzazione criminale.

lula

 

Lula sapeva di essere innocente.

 

Ma non si rassegnava al clima che schiacciava il Paese sotto il mantello nero della reazione, alle manifestazioni oceaniche che invocavano l' uomo forte. L' ex tornitore diventato presidente affrontava la tempesta come aveva sempre fatto. Non ha mai sbandato davanti alle confessioni dei suoi vecchi compagni di partito. Ha sopportato il dolore per la morte della moglie Marisa Leticia.

 

Ha resistito all' arresto disposto dal giudice Moro dopo una sentenza che aveva lacerato il Tribunale Supremo Federale chiamato a decidere se spedire in cella, per la prima volta, un ex presidente del Brasile.

 

Ha chiamato a raccolta il sindacato dei metallurgici, il suo, quello delle origini. Ha evitato scontri e violenze. Ha tenuto il suo ultimo comizio tra una folla in lacrime, ha trasmesso coraggio e forza. Ma una volta scarcerato non si è buttato nella mischia. Si è goduto l' amore ritrovato con una giovane sociologa. Oggi, ammette, si sente rinato. «Come un trentenne». Pronto a candidarsi per il 2022 «se i brasiliani me lo chiederanno ». La sfida è con Bolsonaro. La stessa che avrebbe voluto fare tre anni fa. Per vincere e fare di nuovo grande il suo Brasile.

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