LUNEDI’ IL DUCETTO SI SCEGLIERA’ I PROSSIMI CON CUI LITIGARE – ESCLUSO UN RIAVVICINAMENTO CON L’ACCOPPIATA “BERSANI & D’ALEMA”. AL NAZARENO SPERANO IN PISAPIA E BONINO, MA L’EX SINDACO SI OFFRE A GRASSO. IL PRESIDENTE DEL SENATO FA LA PREZIOSA E SOGNA DI DIVENTARE IL NUOVO PRODI

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Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

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All' indomani della sua «performance» televisiva a DiMartedì su La7 , Matteo Renzi parte per il «profondo» Nordest con il treno e con alcuni sondaggi freschi di giornata assai soddisfacenti, perché danno il Pd sopra di un punto ai grillini. «È l' effetto Di Maio», ironizzano al Nazareno. Ma il problema dei problemi, ossia quello di riuscire ad aggregare una coalizione che abbia come perno il Partito democratico non è stato risolto.

 

Al Nazareno danno per scontato che con Mdp non si riuscirà mai a siglare nessuna alleanza. Ma sperano ancora in Giuliano Pisapia, in Emma Bonino, nei verdi e nei socialisti. E infatti nei sondaggi viene testata la coalizione con quest' area oltre che con i centristi, mentre Mdp (che, peraltro, è dato sotto il quorum) non viene calcolato.

 

emma bonino

Uno schieramento siffatto avrebbe il 33,1 mentre il centrodestra si attesta al 34. «La partita, perciò, è tutta da giocare», dicono al Nazareno. In realtà Pisapia non ha dato nessun via libera all' accordo con il Pd. E al Partito democratico ne sono consci, tant' è vero che Matteo Orfini dichiara: «Vogliamo costruire una coalizione, ma non a tutti i costi».

 

Il presidente del Pd ritiene che non si debba perdere troppo tempo e che occorra chiarire subito se un' alleanza sia possibile o meno. La pensa esattamente così anche il segretario, che vorrebbe chiudere questo «tormentone» (possibilmente in maniera positiva) già lunedì in Direzione, dopo l' assemblea che Pisapia terrà a Roma domenica (evento a cui parteciperà anche Laura Boldrini, che a sua volta ha incontrato una serie di esponenti di Mdp e di Si).

LAURA BOLDRINI

 

E, sempre secondo i dirigenti del partito, Renzi in testa, non bisogna mandare troppo per le lunghe nemmeno la legislatura. L' ipotesi di arrivare a maggio viene scartata al Nazareno: «Chi ci pensa vuole il male del Pd», ha spiegato il segretario ai suoi. La data ideale, la stessa che filtra anche da Palazzo Chigi, è quella del 18 marzo.

 

matteo renzi pietro grasso

Dunque, quello della coalizione per il Pd è un rompicapo ancora non risolto. Pisapia infatti viene tirato per la giacchetta anche dalla sinistra più radicale. L' ex sindaco di Milano giorni fa ha incontrato Pietro Grasso. Il presidente del Senato gli ha spiegato che non intende partecipare alla costruzione di una «Cosa Rossa»: «Mi muovo nel solco di un nuovo centrosinistra», gli ha detto per convincerlo a essere della partita. Ma Pisapia ha preso tempo. «Non vuole finire di nuovo nelle braccia di D' Alema», spiegano i suoi. Però Grasso vorrebbe coinvolgerlo per allargare i confini dell' area di sinistra.

 

PISAPIA TABACCI

Il presidente del Senato, da parte sua, non ha definitivamente sposato l' idea di fare il capopartito. E il pd Pierluigi Castagnetti in un tweet lo ammonisce in questo senso: «Mi sorprenderebbe se Grasso rinunciasse, con il futuro che si annuncia dopo le elezioni, a essere riserva della Repubblica».

CASTAGNETTI DELRIO

 

Ciò nonostante, ieri la seconda carica dello Stato ha avuto una fitta serie di appuntamenti: ha incontrato Gianni Cuperlo, poi ha visto il trio Speranza-Civati-Fratoianni, e ha avuto anche un colloquio con Tomaso Montanari e Anna Falcone. I quali sul suo conto sembrano aver cambiato idea. I promotori dell' Assemblea del Brancaccio e di tante iniziative referendarie parrebbero aver adesso accettato l' idea di entrare in una coalizione che va da Luca Casarini a Pietro Grasso, guidata da quest' ultimo. Il loro «popolo» è un po' più perplesso, perche imputa al presidente del Senato di essere stato nominato capo della Procura nazionale antimafia da Silvio Berlusconi e di aver lodato, nel 2012, le misure che in questa materia aveva preso il governo guidato dall' allora Cavaliere.

Luca Casarini

 

Sull' argomento pure l' ala sinistra di Campo Progressista mostra di aver qualche problema. «Grasso? No comment», afferma uno dei luogotenenti di Pisapia. Mentre i centristi vicini all' ex sindaco avanzano un' altra obiezione: «Grasso è eterodiretto da Bersani», sostengono. Dunque anche a sinistra del Pd i giochi non sono ancora chiusi definitivamente, nonostante sia stata individuata una candidatura autorevole come quella del presidente del Senato.