1. LUNGA E “AMICHEVOLE” TELEFONATA TRA DONALD TRUMP E SILVIO BERLUSCONI FINORA TENUTA SECRETATA TRA LE MURA DI ARCORE. MA NESSUN “ENDORSEMENT” TRA IL NEO PRESIDENTE USA E IL LEADER DI FORZA ITALIA CHE NON VUOLE FARE LA FIGURACCIA POLITICA RIMEDIATA DAL PREMIER RENZI CHE “SPOSÒ” HILLARY SCHIZZANDO TRUMP ("FA PAURA”)
2. TRA I DUE TYCOON SCESI IN POLITICA PUNTO FORTE DI CONVERGENZA E’ QUELLO CHE VA RISTABILITO UN RAPPORTO DI COLLABORAZIONE CON LA RUSSIA DI ZAR PUTIN. E SE DONALD CHIAMA, LUI SILVIO E’ PRONTO A FARE LA SUA PARTE DI MEDIATORE CON L’AMICO VLADIMIR

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DAGOREPORT

 

silvio berlusconi versione trump silvio berlusconi versione trump

L’indiscrezione (autorevole) è ribalzata da New York a Milano, ma finora da Arcore non c’è stata ancora conferma della “cordiale” telefonata di auguri di buon lavoro tra il neo presidente Usa, Donald Trump, e Silvio Berlusconi avvenuta nelle ultime ore. L’interlocutore americano di Dagospia ha tenuto pure a precisare che nel corso del lungo e amichevole colloquio tra i due “grandi comunicatori” c’è stato soltanto un affabile scambio di vedute.

 

Ma nessun “endorsement” come aveva fatto, imprudente, il cazzaro premier Renzi nei confronti della sconfitta Hillary. Del resto nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera sabato scorso, il leader di Forza Italia era stato molto prudente nel commentare il clamoroso successo di Trump nel voto presidenziale Usa. “Penso che Renzi abbia compiuto un grave errore a schierarsi apertamente a favore di un candidato. Al quale, peraltro, non ha portato fortuna”, è stato il commento di Silvio.

TRUMP BERLUSCONI TRUMP BERLUSCONI

 

E alla richiesta di un giudizio su Donald Trump, la sua risposta al Corriere è stata altrettanto equilibrata: “I presidenti si giudicano da quel che fanno. Donald Trump dimostrerà le sue capacità operando per il suo Paese. Questa discussione non ha molto senso. Dimostra solo un provinciale complesso di superiorità verso l’America che la politica italiana non ha titolo per rivendicare. Se non altro – ha chiosato polemico - perché siamo un Paese nel quale dal 2011, a differenza degli Stati Uniti, il governo non è più scelto dai cittadini. Il nostro è un Paese che negli ultimi vent’anni ha subito cinque autentici, seppure incruenti, colpi di Stato. E che ha eliminato per via giudiziaria il più pericoloso competitor della sinistra».

renzi rutelli hillary clinton renzi rutelli hillary clinton

 

TRUMP BERLUSCONI 1 TRUMP BERLUSCONI 1

Quanto alle analogie tra l’imprenditore in politica Berlusconi e il tycoon suo omologo Trump, l’ex premier si è limitato a far osservare: «Alcune analogie sono evidenti, anche se la mia storia di imprenditore è molto diversa da quella di Trump, che non ho mai avuto occasione di conoscere. È anche lui un imprenditore che a un certo punto della vita ha deciso di dedicare le sue capacità e le sue energie al suo Paese. Ed è stato votato da tutti gli americani stanchi di una politica vecchia, chiusa in se stessa, diventata incapace di ascoltare e capire.

RENZI BILL HILLARY CLINTON RENZI BILL HILLARY CLINTON

 

Una politica – ha proseguito - che ha commesso l’errore tipico delle sinistre di tutto il mondo, quello di pensare che il politicamente corretto sia il modo di stare vicino ai bisogni della gente. Senza comprendere che i veri deboli sono i cittadini vessati dallo Stato, dalle tasse, dalla burocrazia, dall’immigrazione incontrollata, dalla disoccupazione, dal pericolo terrorista. Questo in America, come in Italia e in Europa. Gli americani hanno scelto Trump, ora lasciamolo lavorare. I giudizi anticipati hanno poco senso».

 

 

 

 

 

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