IL M5S CHE VERRA’ E’ UNA MINA VAGANTE PER IL PD - IL PARTITO DI CONTE CHE NASCERA’ DALLA COSTITUENTE DEL 23 E 24 NOVEMBRE SI RADICA NEL CAMPO PROGRESSISTA MA CON MOLTI DISTINGUO - LA BASE GRILLINA NON VUOLE UN’ALLEANZA STRUTTURALE CON IL PD. E SONO IN MOLTI A CHIEDERE ALLEANZE VARIABILI A SECONDA DEI TEMI E DELLE CONVENIENZE - DAL RUOLO DEL GARANTE (C’E’ L’IPOTESI DI TRASFORMARE L’INCARICO “A TEMPO DETERMINATO”, 4 ANNI PER DUE MANDATI) ALLE MODIFICHE AL SIMBOLO FINO AL LIMITE DEI DUE MANDATI, ECCO COSA SARA’ IN DISCUSSIONE…
-1 - "PROGRESSISTI, MA AUTONOMI DAL PD" IL NUOVO MOVIMENTO BALLERÀ DA SOLO LE PROPOSTE DEGLI ISCRITTI
Estratto dell’articolo di Nic.Car. per “la Stampa”
[…] l'eventuale allentamento della tela progressista non toglierebbe più di tanto il sonno a Giuseppe Conte. Per almeno un paio ragioni. Per il presidente M5s le elezioni regionali hanno un valore relativo, visto che il Movimento nei test locali non ha mai brillato e non sarà una sconfitta in Umbria a pregiudicare la riconferma della sua leadership durante l'assemblea costituente del 23 e 24 novembre.
Del resto, da quando l'ex premier ha preso le redini del Movimento (e Schlein quelle del Pd) il centrosinistra ha perso tutte le Regioni andate al voto, tranne una: la Sardegna, dove la presidente (guarda caso) è un'esponente 5 stelle come Alessandra Todde. […] L'altra ragione di Conte va cercata tra le migliaia di proposte arrivate durante il processo costituente e all'interno dei report sui tavoli tematici tra iscritti e non iscritti, stilati dalla società "Avventura Urbana".
Conte ha letto tutto con attenzione e ha capito che la pancia del Movimento soffre un eccessivo appiattimento sul Pd e non gradisce la prospettiva di un'alleanza strutturale con i dem. Lo sapeva già, tanto che nelle scorse settimane aveva ripetuto più volte il concetto di non volersi ridurre a «fare il cespuglio» e assicurando che il M5s marcherà sempre una sua «diversa identità».
Ma il risultato finale del percorso di partecipazione dal basso, che ora i vertici di via di Campo Marzio dovranno trasformare in quesiti da far votare agli iscritti, conferma la necessità di un cambio di approccio. Senza esagerare, nessuno ai piani alti del Movimento pensa che la collocazione progressista possa essere rimessa in discussione dalla base […] Tanto meno si teme che possano affermarsi proposte estreme […] come quella che chiede di «vietare tutte le alleanze» o quella che invita a «non dichiarare alcun posizionamento e mantenere la storica distanza tra destra e sinistra». […]
Tuttavia […] si percepisce nettamente la volontà di staccarsi dall'abbraccio con il Pd. Si suggerisce […] di stilare «un documento che dichiari i valori e i punti programmatici non negoziabili del Movimento da far sottoscrivere a qualunque forza politica che intenda allearsi con il Movimento». Una sorta di contratto di governo […]
Oppure si propone di dotarsi ogni volta di «un accordo programmatico preciso», ma non per forza con le forze di centrosinistra: si dice esplicitamente che potrebbe essere «adottato in base alle contingenze, in modo da avere la garanzia di governare» e lasciando «flessibile la regolamentazione delle alleanze locali».
Insomma, niente vincoli, qui corriamo insieme e magari lì siamo avversari. In Parlamento su questo tema collaboriamo, mentre su quest'altro litighiamo e vi attacchiamo peggio di come facciamo con Fratelli d'Italia. Esattamente il contrario di quello che auspica Schlein e che servirebbe per offrire un'immagine di solidità del centrosinistra.
2 - M5S, IL VOTO DEI CONTIANI CONTRO GRILLO DALLA «RIMOZIONE» AL GARANTE A TEMPO
Estratto dell’articolo di Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Beppe Grillo ai voti. La domanda sul futuro del garante del Movimento 5 Stelle farà parte dei quesiti posti alla Costituente. La linea dei contiani ha vinto un braccio di ferro abbastanza scontato nel consiglio nazionale e si è imposta per 15 a 5. A toccare il nodo Grillo è stato per primo Giuseppe Conte che si è preso la scena e ha ostentato magnanimità. […] le proposte su Grillo saranno poi valutate direttamente all’Assemblea costituente.
Si va da una riduzione dei poteri fino all’eliminazione in toto del ruolo del garante (con redistribuzione o meno delle prerogative). Tra le opzioni c’è anche l’idea di un garante «a tempo determinato»: 4 anni per due mandati. In tutto, quindi, 8 anni.
E c’è già chi fa notare: «Da quando bisogna contare l’inizio del mandato? Grillo è in carica da 7 anni». Se non è una «Grillexit» poco ci manca. I movimentisti sono sul piede di guerra […] Uno dei nodi sono le modalità di voto: sul tavolo anche l’idea di una scelta multipla tra le opzioni proposte proprio per via di alcune questioni che presentano orizzonti diversi. Tra queste, uno dei principali punti di dibattito interno riguarda il famigerato tetto dei due mandati.
Il punto […] è stato oggetto di lunghe riflessioni. Tra le tracce che circolano, una recita così: «Sei d’accordo con la proposta di modificare la regola che impone agli iscritti di non proporre la propria autocandidatura qualora si siano effettuati due mandati elettivi?». I quesiti definitivi, comunque, saranno pubblicati solo nelle prossime ore.
Il Movimento 5 Stelle, però, si appresta a cambiare pelle (e immagine). Al vertice si è discusso anche dell’eventuale accorpamento della domanda su cambio di nome e logo. Sul simbolo si va verso «modifiche che riflettano battaglie politiche attuali». Intanto, la vicenda del simbolo si arricchisce di un nuovo capitolo. Nell’agosto del 2023 l’Ufficio brevetti e marchi del ministero delle Imprese e del Made in Italy ha respinto la domanda che il movimento aveva presentato nel luglio del 2021 per la registrazione del suo attuale contrassegno, quello che riporta la scritta «2050». […]