MA CHE “FAZZO” FAI? – GIOVANBATTISTA FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (SEMPRE TESO) DELLA MELONI, HA INANELLATO UNA SERIE DI SCIVOLONI NEL DETTARE LA LINEA DELLA COMUNICAZIONE AI PARLAMENTARI DI FDI – SUA L'IDEA DI FAR SVENTOLARE ALLA DUCETTA IL FAX SUL MES CHE HA PORTATO AL GIURÌ D'ONORE PER LE ACCUSE DELLA PREMIER A CONTE. E SUA ANCHE L'IDEA DI DIFENDERE L’ABOLIZIONE DEL REDDITO CITANDO NUMERI DELL'INPS CHE SI SONO RIVELATI UNA FAKE NEWS – NEL PARTITO CRESCE IL MALUMORE PER IL SOTTOSEGRETARIO CON IL FEZ…
-Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”
L’uomo “più intelligente che abbia mai conosciuto”, scriveva Giorgia Meloni nella sua autobiografia. Il soprannome è “spugna” perché assorbe velocemente informazioni e sfrutta conoscenze. Nei primi mesi a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari ha preso le redini di Fratelli d’Italia. La premier si fida solo di lui. Da settembre è stato promosso responsabile comunicazione del governo per dare “linee guida al partito”, spiegava la premier.
[…] Fazzolari ha esagerato. Non ha cambiato registro rispetto a quando FdI era all’opposizione. Così i parlamentari si ritrovano a firmare comunicati e fare dichiarazioni con errori e fake news. Strafalcioni che li hanno spesso obbligati a dietrofront, in Parlamento o in tv. Tant’è che, seppur anonimamente, le linee guida di Fazzolari ora creano malumori profondi.
L’ultimo errore ha riguardato il Mes. Il 13 dicembre, alla vigilia del Consiglio europeo, Meloni si è presentata al Senato sventolando un “fax” (in verità era una mail interna del ministero degli Esteri) che voleva dimostrare come il governo Conte avesse ratificato la riforma del trattato “con il favore delle tenebre”, dopo essersi dimesso e senza passare dal Parlamento. Ma il documento, in realtà, dimostrava il contrario: la firma risaliva al 20 gennaio, una settimana prima della caduta dell’esecutivo.
L’idea del “fax” era di Fazzolari ed è costata, su richiesta proprio dell’ex premier 5S, un giurì d’onore alla Camera presieduto dal forzista Giorgio Mulè: a gennaio Meloni rischia di essere sconfessata dall’organismo di Montecitorio. Come ne uscirà? “Ha molte strade, ma se prima dell’audizione parlerà con Fazzolari potrebbe fregarsi da sola…”, ironizzano nella maggioranza.
Pochi giorni prima, il 10 dicembre, era stato il capogruppo FdI Tommaso Foti a commettere un errore seguendo le indicazioni di Fazzolari. In quelle ore erano usciti i dati dell’Inps sulle politiche attive del lavoro negli ultimi mesi. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva dato la linea: attaccare il M5S per giustificare l’abolizione del reddito di cittadinanza.
Il 9 dicembre Foti aveva parlato di una misura costata “34 miliardi allo Stato” di cui “22 milioni per ognuno dei posti di lavoro” creati. Insomma, “sperpero e fallimenti”. Il giorno dopo il capogruppo meloniano insisteva: “I dati che arrivano dall’Inps sbattono in faccia a Conte la verità – aveva detto Foti – abbiamo speso l’equivalente di una finanziaria per attivare solo 1500 contratti di lavoro. Ogni nuovo posto è costato circa 22 milioni di euro”.
Peccato che questi dati siano una fake news. Come ha fatto notare il deputato 5S Leonardo Donno le 1.500 assunzioni sono solo quelle “agevolate” da sgravi fiscali e i 22 milioni per ognuna sono cifre basate su un calcolo errato: la divisione tra i 34 miliardi spesi e le 1.500 persone assunte. Peccato però che così non vengano calcolati i “non occupabili”, cioè i due terzi dei beneficiari.
Il M5S aveva risposto a Foti accusandolo di non conoscere “né l’italiano né la matematica”. Il capogruppo, una volta scoperto l’errore, era andato su tutte le furie. […]
Anche sul Superbonus Fazzolari ha preso alla sprovvista i parlamentari meloniani. Il 6 dicembre il responsabile del programma di FdI Francesco Filini, suo braccio destro, ha chiesto una commissione d’inchiesta sul bonus 110%.
Peccato che proprio due anni fa molti meloniani chiedessero la proroga della misura (Forza Italia lo fa ancora oggi). “Con quale faccia possiamo appoggiare la proposta?”, si chiedevano diversi parlamentari. Ma la batteria di dichiarazioni per la commissione d’inchiesta era partita.
Anche la posizione sull’emendamento Costa per vietare la pubblicazione di ordinanze di custodia cautelare ha mandato in tilt il partito. Che prima ha appoggiato la proposta, poi ne ha preso le distanze dopo le reazioni di magistrati e giuristi.
Nel mattinale “Ore 11” di venerdì, scritto proprio su indicazione di Fazzolari, si legge: “L’Fnsi protesta per un emendamento approvato alla Camera invece che a Palazzo Chigi. Chi intende contestarlo dovrebbe rivolgersi altrove, a meno che al governo non venga rimproverato di non aver esautorato il Parlamento”. Come dovrebbero rispondere i parlamentari di FdI a specifica domanda?