MA CHI E' CONTE O GRETA GARBO? - POLEMICHE NEL M5S PER I CAPRICCI DA DIVA DELL'AVVOCATO DI PADRE PIO DURANTE I TOUR ELETTORALI: "PASTI LEGGERI, A ORARI STABILITI, FARE MENO TAPPE POSSIBILI E TANTI SELFIE" - NON C'E' NESSUN VALORE ELETTORALE AGGIUNTO DI "GIUSEPPI" A ROMA O NELLE ALTRE CITTA’ AL VOTO: IL M5S E' IN CADUTA LIBERA - L'AVVOCATO HA SCARICATO "VIRGY" E FLIRTA CON GUALTIERI IN VISTA DEL SECONDO TURNO MA GRILLO SI PREPARA ALLA RESA DEI CONTI POST-ELETTORALE...
-Domenico Di Sanzo per "il Giornale"
«Pasti leggeri, a orari stabiliti, fare meno tappe possibili e tanti selfie». Giuseppe Conte deve evitare di stancarsi e non si deve appesantire. Nonostante i molti disguidi, alcuni aspetti dell'organizzazione del tour del presidente del M5s sono curati in maniera dettagliatissima.
Dalla dieta ai chilometri da percorrere ogni giorno. Evidentemente la pizza a Napoli e la focaccia in Liguria sono state soltanto delle eccezioni a favore di telecamere e fotografi, i collaboratori tengono alla silhouette del leader, che ha rinnovato immagine e guardaroba, passando dall'abito compassato con pochette al più informale completo scuro con camicia bianca e senza cravatta.
Un deputato coinvolto nell'organizzazione di uno degli eventi del tour racconta al Giornale la preparazione della visita dell'avvocato del popolo italiano: «Prima che arrivasse ci hanno detto anche il menù di Conte, che deve mangiare leggero e a orari prestabiliti». Un promemoria inviato da Roma a tutti i referenti sul territorio chiamati ad accogliere l'ex presidente del Consiglio. Nel vademecum si consiglia di fare poche tappe per ogni zona, massimo quattro a una distanza ravvicinata, anche se negli ultimi giorni i ritmi si stanno facendo più intensi.
Le indicazioni, comunque, sono sintomatiche di una certa stanchezza, avvertita realmente dal neo leader, come ha confessato lui stesso nel suo discorso di Finale Emilia, nel modenese. Perciò l'attenzione all'immagine si è fatta spasmodica. Chi è stato presente agli incontri parla di un Conte indaffarato a scattare selfie a più non posso, un'altra pratica raccomandata nelle istruzioni per il tour. Nulla di strano, ma è la cartina di tornasole delle tante lamentele che circolano nei gruppi parlamentari. Soprattutto sulla paura che il giro dell'ex premier attraverso l'Italia serva più alla costruzione di una leadership carismatica che a fare campagna elettorale per il M5s in vista delle amministrative. Gli occhi attenti di chi assistito alle incursioni di Conte hanno notato un altro particolare: i comizi non avvengono quasi mai da un palco classico, sopraelevato rispetto alla platea, ma di solito sono in mezzo alla gente, oppure su palchetti bassi un po' improvvisati. E questo fa il paio con la strategia delle «passeggiate».
Meglio una camminata nel centro di ogni città, salutando gli avventori, i curiosi e i simpatizzanti, piuttosto che andare a chiudersi in una sezione e poi arringare la folla. Grattando dietro il libretto di istruzioni per il tour di Conte, troviamo il caos all'interno del suo staff. «Lo hanno commissariato i gruppi di Camera e Senato, ora non ha una squadra stabile, ma di volta in volta gli stanno mandando persone da Roma che lavorano in Parlamento», spiegano dal M5s. Con Rocco Casalino a mezzo servizio, l'avvocato di Volturara fatica a trovare un nucleo di collaboratori fidati. Una situazione non semplice per un capo partito che aspira a tornare a Palazzo Chigi. Senza dimenticare le mosse di Beppe Grillo, che fa votare i suoi tre pretoriani nel Comitato di garanzia. A sorpresa la più gradita è Virginia Raggi con 22.289 preferenze, a seguire Roberto Fico con 11.949 e terzo Luigi Di Maio a quota 11.748. Come probiviro la scelta cade su Riccardo Fraccaro.
PD PRIMO PARTITO, FDI BATTE LEGA TONFO 5S: NESSUN EFFETTO CONTE
M.A. per "il Messaggero"
I partiti della coalizione che sostiene Michetti arrivano, secondo il report Swg, al 34,5. Quelli del fronte Gualtieri si fermano quattro punti e mezzo sotto: al 30,2. Centrodestra batte centrosinistra, insomma, al primo turno. Ma il partito più votato nella Capitale sarà, se le previsioni corrisponderanno ai numeri reali, il Pd. Con il 19,8 per cento.
Tallonato da Fratelli d'Italia che surclassa la Lega (18,3 per cento contro l'8,1) e mette a segno un ribaltone clamoroso nei confronti del partito salviniano: questo aveva alle Europee del 2019 il 25,8 dei voti dei romani, mentre la compagine della Meloni aveva l'8,7. Tra M5S e liste civiche per la Raggi, il fronte della sindaca uscente nei voti di lista arriva al 16,5. Una cifra che, se confermata nelle urne, racconta la storia di una disillusione: quella dei romani nei confronti del movimento 5 stelle.
LA CADUTA Cinque anni fa, quando trionfalmente fu eletta la Raggi al Campidoglio dopo la gestione Marino, i grillini con il vento in poppa ottennero la cifra record da primo partito in città e si attestarono sulla vetta del 35,3 per cento. Ma già alle Europee del 2019, un calo notevole: M5S al 17,6 per cento.
Ora, al netto dei consensi alle liste civiche e della Raggi, il movimento guidato da Conte - il quale non è riuscito a nascondere in queste settimane di campagna elettorale una certa freddezza nei confronti di Virginia che ancora non si è potuta avvalere dell'aiuto in campagna elettorale di Beppe Grillo che continua a stimarla - tocca il 12,2 e c'è perfino chi tra gli stellati si consola così: «Temevamo peggio». Comunque l'effetto Conte, ossia l'ascesa alla leadership stellata dell'ex premier considerato ancora molto popolare secondo certi analisti, non sembra per ora farsi sentire presso l'elettorato.
E Calenda? La lista civica per Calenda sindaco è al 16,3 in tutta la città. Con questo tipo di variazioni da zona a zona: nella macroarea Centro-Nord, tocca il 18,9, nella zona Sud-Est è all'11,9 e al 17,8 nella macroarea Sud-Ovest. Mentre M5S la proprio dove la lista Calenda spicca - quartieri Centro-Nord - lì ha i suoi numeri più bassi: l'8,6. Visto nel dettaglio il 34,5 delle liste e dei partiti a sostegno di Michetti, dato per primo classificato nel voto tra due settimane, le divisioni percentuali sono queste: oltre alla crescita di FdI (ma nella Lega dicono masticando amaro: «Se i dati sono questi, Giorgia che ormai è l'eroina d'Italia poteva fare molto di più: il suo partito era al 12,3 per cento e adesso al 18,3: mica un salto stratosferico!»), c'è l'ulteriore decrescita di Forza Italia-Udc (4,3 nelle ultime comunali, 5,6 alle Europee del 2019, ora la previsione è del 3,6).
Della parabola molto discendente della Lega s' è detto e quanto alla lista Michetti, che avrebbe dovuto portare al candidato civico del centrodestra anche consensi esterni a quell'area politica e di tipo trasversale, è ferma (ma mancano ancora altri giorni al verdetto reale) al 3,8. Mentre la lista del suo dirimpettaio, Lista Gualtieri, la sopravanza con il 4,8. Guardando dentro il complessivo 30,2 dei voti del centrosinistra, si vede oltre al Pd con il 19,8 (in salita rispetto alle comunali del 2016 quando aveva il 17,2 ma in discesa rispetto alle Europee dove toccò il 30 per cento) la Sinistra Civica Ecologista al 3,2 più le frattaglie degli altri partitelli. E questi sono numeri, naturalmente provvisori, che potranno servire ai vari leader e candidati dei partiti in campo a modificare le loro strategie nel rush finale, o a insistere su quelle ma non si sa mai.