MA QUALE GIUSTIZIA O FINI: IL CAI-NANO VERRà SMONUMENTALIZZATO DALLE GNOCCHE - LO STRAPPO DELL’INCARFAGNATA. E POI LA RIVOLTA DELLA BERGAMINI CONTRO VERDINI. LA GUERRA DELLA BIANCOFIORE CONTRO I VERTICI LOCALI DEL PARTITO. L’INQUIETUDINE DELLA PRESTIGIACOMO. CHI DI FEMMINA COLPISCE, DI DONNA PERISCE - TUTTE A PIANTARE GRANE. NEL GOVERNO, IN PARLAMENTO E NEL PDL DOVE L’ALTRA FACCIA DELLE SEXY-DEPUTATE È UNA CATENA DI COMANDO TRISTEMENTE AL MASCHILE - E DAL POPOLO DELLE LIBERTà SI PASSA DIRETTAMENTE AL POPOLO DELL’INSULTO. PAROLACCE. INSINUAZIONI HARD-SESSUALI, RAZZIALE, PSICHIATRICO. TUTTI CONTRO TUTTI -
Marco Damilano per \"L\'Espresso\"
1 - MARA E LE ALTRE...
Cherchez la femme, è sempre stato un imperativo categorico nel fatato reame di Berlusconia. E tutto sarebbe rimasto come in una favola se le cose si fossero fermate a quella sera lontana del 28 marzo 2008. Palazzo dei congressi dell\'Eur, prima manifestazione elettorale delle donne Pdl. Urla: \"Silvio, sei bello!\".
Striscioni: \"Silvio, per te anche diagonali!\", la risposta alle malevole insinuazioni di Daniela Santanchè, all\'epoca candidata della Destra, sulla posizione orizzontale femminile prediletta dal Cavaliere. Alle sei di sera era comparsa la vera star della kermesse. Camicetta di seta blu notte, nuovo taglio a caschetto, nuovi pure gli occhi, spalancati, era salita sul podio Mara Carfagna.
Ben più che una deputata semplice: una vestale, una sacerdotessa del culto berlusconiano. Braccia tese, tono infiammato: \"Non siamo figlie di un Dio minore, noi donne vogliamo essere considerate per le nostre idee\". Berlusconi, in prima fila, era tutto per lei, si spellava le mani: un\'investitura.
\"Cherchez la femme\", ripetono oggi i deputati del Pdl, ma in tutt\'altro senso. Caccia alla strega che ha tradito il cuore del Capo. In Transatlantico Mario Pepe, Giancarlo Lehner, Giorgio Stracquadanio si abbracciano, improvvisano quasi un sirtaki per aver colto sul fatto la fedifraga, roba da chiamare Stieg Larsson. \"Povera Mara, è tanto sola, ha bisogno di essere coccolata\", finge di commuoversi il salernitano Pepe, acerrimo rivale di collegio della ministra.
\"Non si dimette più, fa come il suo amico Bocchino: la retromarcia su Roma\", sghignazza Lehner. Sembra isolata, la bella Carfagna. Sbeffeggiata nel Pdl dagli \"uomini che odiano le donne\", poco amata e molto invidiata dalle colleghe che le preferiscono Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo, sgobbone sbarcate in Parlamento dopo anni di periferia, mica di Magalli, accusata di intelligenza con il nemico dalle nuove favorite del Cavaliere, le invitate alle cene di Tor Crescenza guidate da Mariarosaria Rossi.
Passa il coordinatore del Pdl campano Nicola Cosentino, bacia Maurizio Lupi, bacia Alessandra Mussolini, che la Carfagna ha bollato come vajassa, bacia tutti. Una sceneggiata, per dire: \"il Pdl song\'io\". E peggio per Mara, il fiorellino che si è voluta occupare di spazzatura.
Era l\'incarnazione di un modello: ministra brava, giovane e senza passato politico. Il Cavaliere la difendeva come una reliquia: \"È più pura di Maria Goretti\". E soprattutto era più berlusconiana di lui. L\'esperimento più riuscito del Pigmalione di Arcore, prendere una mediocre soubrette e trasformarla in una credibile donna di Stato, ubbidiente e fedele. Mica come quelle nove ministre del premier spagnolo Zapatero che avevano fatto inorridire Silvio: \"Avrà difficoltà a governare: se l\'è voluta lui!\".
E invece, chissà la delusione di aver appreso che anche Mara poteva pugnalarlo alle spalle, fino a minacciare le dimissioni mentre il premier era impegnato in un vertice internazionale. La rabbia di venire a sapere che mai sono stati troncati i rapporti politici e amicali con l\'odiato Italo Bocchino, \"Mara avrebbe dovuto farlo per rispetto del premier\", infierisce Pepe, \"ha sbagliato i calcoli: pensava di aver con sé Berlusconi, ma dare ragione a lei significava ammettere la vittoria di Bocchino\".
E chissà lo stupore di scoprire che l\'attacco più insidioso per l\'immagine del governo, alla vigilia del voto di fiducia del 14 dicembre, arriva da dove meno se lo sarebbe aspettato: dalle sue creature, le sue donne.
Eccole qui, le Mara\'s Angels. Scatenate. La Carfagna in testa, e poi Stefania Prestigiacomo, Deborah Bergamini, Michaela Biancofiore. Tutte a piantare grane ovunque. Nel governo, in Parlamento e nel Pdl dove l\'altra faccia delle sexy-deputate è una catena di comando tristemente al maschile. I triumviri, ça va sans dire, sono tutti uomini.
Nell\'ufficio di presidenza le donne sono cinque su 37, ma quando ad agosto fu convocato un caminetto di 13 notabili, le signorine furono lasciate al mare. Ai vertici regionali, tra coordinatori e vice fanno 40 persone, c\'è una sola quota rosa, in Sardegna. E su 220 coordinatori provinciali, due per provincia, le donne sono appena 21. Neppure una in Umbria, Puglia, Sicilia, Calabria.
Imprevedibile, dunque, che a guidare la rivolta contro l\'omaccio Denis Verdini ci sia un\'amazzone di Silvio, Deborah Bergamini, in rotta con il coordinatore azzurro in Toscana e a Roma, al punto che qualcuno la vede in marcia verso Fini. E che a sfidare i quartieri alti del Pdl ci sia la Carfagna, in guerra in Campania contro il clan di Cosentino sulla questione più delicata, la gestione dei rifiuti e dei termovalorizzatori, da strappare alle province di Napoli e Salerno, in mano ai cosentiniani Luigi Cesaro e Edoardo Cirielli, e da affidare al governatore Stefano Caldoro.
Un terremoto che mette a rischio una regione in cui il Pdl nel 2008 sfiorò il 50 per cento, controllato da quello che una vecchia volpe come Paolo Cirino Pomicino chiama \"il triangolo Casal di Principe-Sant\'Antimo-Afragola\".
Una resa dei conti che si può concludere solo con il ritiro del pluri-inquisito Cosentino o l\'emarginazione della Carfagna. \"Ora fa la verginella, ma nel 2008 fece le liste per la Camera con Nicola\", attaccano i cosentiniani. Si è sempre comportata così, aggiungono. Stipulando accordi coi ras del Pdl che dovevano sostenerne l\'ascesa, per poi piantarli una volta raggiunto l\'obiettivo.
È andata così con l\'ex sindaco di Pagani Alberico Gambino, eletto consigliere regionale e poi sospeso per una condanna, e con il presidente della Provincia di Salerno Cirielli, ieri amico e oggi nemico giurato. Alle ultime elezioni regionali la Carfagna conquistò a Napoli oltre 55 mila preferenze: un record reso possibile dalla cordata con i signori delle preferenze, Diodato, Scalera, Martusciello, disposti a cederle i loro voti per impedire l\'ascesa di candidati più minacciosi.
Alleanze che rivelano una capacità di muoversi con spregiudicatezza nell\'inferno campano che stona con la fama da bella figurina. \"Macché, Mara è astuta, intelligentissima\", avverte una giovane deputata del Pdl: \"Ora sembra scontare la solitudine, ma con la sua mossa si è piazzata in pole position per il dopo Berlusconi. Paradossale che la più veloce a riposizionarsi sia stata lei che deve tutto al presidente\".
E poco importa, se le cose stanno così, che dietro la rupture ci sia o no Bocchino e che il litigio con Berlusconi sia la riproposizione in politica dell\'eterno triangolo \"Isso, Essa e o\' Malamente\". C\'è che la Carfagna vuole ballare da sola. E che sta facendo scuola.
In uscita dal Pdl, infatti, è segnalata anche la ministra dell\'Ambiente Prestigiacomo, un pezzo da novanta, forzista della prima ora: per lei si prepara un abito arancione, il colore di Forza Sud, il nuovo partito creato da Gianfranco Miccichè, uno dei fondatori di Forza Italia, pronto a presentarsi alle elezioni con una lista autonoma in Sicilia che toglierebbe voti al Pdl.
Al capo opposto della Penisola, in Alto Adige, il Pdl si è già spaccato, a Bolzano ci sono due gruppi in consiglio comunale, uno si chiama Pdl, l\'altro Pdl-Berlusconi presidente.
Anche qui c\'è di mezzo una femmina, la bionda deputata Micaela Biancofiore. In rissa col coordinatore regionale Giorgio Holzmann, berlusconiano legato a Maurizio Gasparri. Alle ultime elezioni le bande si sono affrontate a schiaffi in mezzo alla strada per un manifesto strappato, con seguito di querele. La Biancofiore voleva deferire Gasparri ai probiviri, il capo dei senatori Pdl replicò galante: \"A me hanno detto che è pazza\".
\"Verdini parla di merito, ma il primo a non rispettare le regole è lui. Holzmann passa la vita a giocare su Facebook e nessuno lo dice, ma quando alziamo la voce noi donne siamo sempre pazze o abbiamo problemi personali\", accusa ora la Biancofiore, senza riserve dalla parte dell\'amica Carfagna. A suo sostegno ha organizzato una cena la settimana scorsa a casa del ministro Mariastella Gelmini, c\'era anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, \"per me è un fratello\", spiega la Biancofiore. Che denuncia: \"Nel Pdl la misoginia c\'è, eccome. E Mara non è una qualsiasi: il berlusconismo è lei\". E senza di lei, forse, qualcosa si spezza.
E già: la ministra era il volto più riuscito dell\'era trionfante del Cavaliere, ora il suo smarcamento sembra far presagire la fine di un\'epoca. Con il caso Carfagna, ripensamenti e riappacificazioni di facciata a parte, il paradiso berlusconiano torna in terra, in mezzo ai sacchi di monnezza, alle promesse non mantenute, ai voti in Parlamento sempre più risicati, alle guerre sporche per il potere. Ed è naturale, in fondo, che come sempre nella storia anche per Berlusconi la cacciata dell\'Eden avvenga nel nome di Eva. Nel segno di una donna, chiamata Mara.
2 - IL POPOLO DELL\'INSULTO...PAROLACCE. INSINUAZIONI A SFONDO SESSUALE, RAZZIALE, PSICHIATRICO. LA MAGGIORANZA SI SFALDA IN UN CORO DI VOLGARITÀ. TUTTI CONTRO TUTTI
L\'ultimo gentile scambio tra le signore del Pdl, \"sei una vajassa\", fa traballare il governo. Non è una novità: negli anni Ottanta il linguista Tullio De Mauro catalogò 250 insulti tra i ministri del pentapartito, considerata finora la coalizione più litigiosa della storia. Ma all\'epoca ci si affrontava a colpi di \"comare\" e \"maramaldo\".
Oggi il vocabolario va aggiornato: la maggioranza si sfalda tra insinuazioni, epiteti a sfondo sessuale, razziale e altre raffinatezze. Così parla la classe dirigente berlusconiana, scusate le espressioni.
A ore. \"Futuro e libertà somiglia sempre di più ad un albergo ad ore\" (Francesco Storace, 20 novembre 2010).
Bava. \"Vogliamo costruire un centrodestra che non ha nulla a che vedere con quello di Berlusconi e Bossi. Senza la bava alla bocca\" (Italo Bocchino, 8 novembre 2010).
Cabaret. \"L\'on. Bocchino si esalta in un ruolo che si addice alla sua figura: il ricatto politico. Ha un grande futuro come cabarettista: cabaret e libertà\" (Osvaldo Napoli, deputato Pdl, 4 ottobre 2010).
Calci. \"Non ti avvicinare o ti prendo a calci in culo!\" (Giulio Tremonti a Renato Brunetta in Consiglio dei ministri, 13 novembre 2009).
Cretinate. \"Giulio, smettila di dire cretinate!\" (Stefania Prestigiacomo a Tremonti in Consiglio dei ministri, 5 novembre 2010).
Parassiti. \"Nel Pdl ci sono troppe piante parassite, serve il decespugliatore\" (Deborah Bergamini, deputata Pdl, 3 ottobre 2010).
Camerieri. \"Stiamo regalando il partito a Verdini e La Russa: Berlusconi mi ha dato in pasto ai camerieri\" (Piergiorgio Massidda, senatore Pdl, 28 ottobre 2010).
Campieri. \"Alfano in Sicilia vuole solo vassalli. Campieri che vessano i siciliani per presentarsi a Roma, col cappello in mano, a riscuotere dai padroni\" (Raffaele Lombardo, 21 ottobre 2010).
Delirio. \"Lombardo è un uomo perseguitato da se stesso in un delirio di vittimismo e onnipotenza. Avrebbe bisogno di un buon medico, ce ne sono di ottimi in Sicilia\" (Stefania Prestigiacomo, 21 ottobre 2010).
Caso. \"E che, non posso fotografarla mentre ticchetta con Bocchino? Mi auguro che non sia un caso psichiatrico\" (Alessandra Mussolini, 20 novembre 2010).
Democristiano. \"Verdini è uno astuto, che ha fatto strada. Uno che ha banche tutte sue. Insomma, è un democristiano di merda\" (Umberto Bossi, 17 agosto 2010).
Fascista. \"La Russa è volgare e violento. Un autentico fascista\" (Gianfranco Miccichè, 18 settembre 2010).
Naso. \"Miccichè dice che La Russa è volgare? Conosco Ignazio fin da bambino e non l\'ho mai sentito tirar su con il naso\" (Massimo Corsaro, deputato Pdl, 19 settembre 2010).
Drogati. \"Fini ha sottratto dal patrimonio di An beni che non erano suoi. Solo i drogati rubano in casa\" (Daniela Santanchè, 13 agosto 2010).
Kippah. \"I 35 rinnegati finiani hanno già ordinato le kippah\" (Giuseppe Ciarrapico,
30 settembre 2010).
Maestri. \"Hai un atteggiamento squadrista e fascista. Voi di Cl siete i maestri della divisione dei posti e tu vieni a fare la morale a me?\" (Italo Bocchino a Maurizio Lupi, 16 aprile 2010).
Stronzi. \"C\'è qualche stronzo che con voi usa parole di troppo? Se qualcuno dice che siete diversi si merita che io lo chiami così\" (Gianfranco Fini, 21 novembre 2010, parlando con bambini immigrati).
Emeriti stronzi. \"I fautori della cittadinanza breve dovrebbero darsi pubblicamente, usando il lessico di Fini dicitore, degli emeriti stronzi\" (Giancarlo Lehner, deputato Pdl, 8 gennaio 2010).
Purissimi stronzi. \"I finiani sono pusillanimi e codardi. Si potrebbero definire purissimi stronzi, ma sono soltanto bulletti politici\" (Giancarlo Lehner, 11 luglio 2010).
Post-stronzi. \"Dopo i post-fascisti e i post-comunisti, l\'album di famiglia della politica si arricchisce di una nuova categoria: i post-stronzi\" (Osvaldo Napoli, 21 novembre 2009).
Bande. \"In Campania c\'è una guerra tra bande dove vige la prepotenza e l\'arroganza\" (Mara Carfagna, 21 novembre 2010).
Frocetti. \"Ci sono dei frocetti a Roma che pensano di poter determinare i destini della Campania\" (Nicola Cosentino, 26 settembre 2009).
Froci. \"Visti gli imbarazzi ed i guai scaturitigli da entrambe le mogli, Fini potrebbe farla finita con la coppia tradizionale, dimettendosi almeno da etero, per fare futuro nella \"diversità\". Meglio frocio che fascista\" (Giancarlo Lehner, 8 agosto 2010).
Necrofili. \"L\'on Bocchino ritiene che il Pdl sia morto e sepolto, ma resta affezionato al suo simbolo. Curiosa e bizzarra necrofilia\" (Osvaldo Napoli, 22 novembre 2010)
Necrofori. \"Io al congresso di An? Figuriamoci. Coi necrofori?\" (Giuseppe Ciarrapico, senatore Pdl, 21 marzo 2009).
Umanamente. \"Fini è un uomo freddo, anaffettivo, spietato, mi fa davvero tristezza. Vuole che glielo dica senza giri di parole? Umanamente è una merda\" (Daniela Santanchè, 13 agosto 2010).
Vergine. \"Fini si occupava molto di vallette, ne piazzò più di una in Rai. E adesso fa la vergine. Ma vergine di che?\" (Daniela Santanchè, 8 agosto 2010).
Gnente. \"Fini? Non può fare gnente. Fini è gnente\" (Giuseppe Ciarrapico, 21 marzo 2009).
Fanculo. (Umberto Bossi, 19 novembre 2010, rispondendo a Fli sulla mafia al Nord).