MA QUALI "CONDIZIONI METEO NON FAVOREVOLI": L’INVASIONE DI GAZA E’ STATA “POSTICIPATA DI QUALCHE GIORNO” PERCHÉ NETANYAHU SI È TROVATO DAVANTI, SIA IL MONDO DIPLOMATICO OCCIDENTALE CHE QUELLO ORIENTALE, COMPATTO CONTRO UN’OPERAZIONE CHE RISCHIA DI FAR SALTARE DEFINITIVAMENTE QUELL’ORDINE MONDIALE GIÀ SOVVERTITO DALLA GUERRA RUSSO-UCRAINA - IN PRIMA FILA GLI USA CHE CONSIGLIANO A NETANYAHU UN “ATTACCO MIRATO E PROPORZIONATO”; TRADOTTO: EVITARE UNA CARNEFICINA DI CIVILI - QUEL CHE È CERTO È CHE L’ATTACCO DI ISRAELE AVVERRÀ MA SUL ’COME’ C’È UN LAVORIO DELLE DIPLOMAZIE PER SCORAGGIARE LA SETE DI VENDETTA ISRAELIANA - IN SILENZIO, SI STA ADOPERANDO ANCHE IL PREMIER TURCO ERDOGAN. IN CAMPO LA CINA DI XI JINPING CHE ASPETTA PUTIN MERCOLEDÌ A PECHINO - DOMANI IL RE ABD ALLAH DI GIORDANIA AVRÀ UN INCONTRO CON GIORGIA MELONI
DAGOREPORT
Una scusa per la mancata invasione Gaza, attesa alla mezzanotte della notte scorsa bisognava trovarla e questa mattina l’IDF, le forze armate israeliane, ha comunicato che l’operazione è stata “posticipata di qualche giorno per le condizioni meteo non favorevoli, in particolare per via della presenza di nubi d’intralcio all’aviazione”
In realtà, l’atto di forza annunciato da Netanyahu per spazzare via dalla Palestina i miliziani di Hamas è per ora in stato di pausa: il premier israeliano, infatti, si è trovato davanti, compatto e d’accordo, sia il mondo diplomatico occidentale che quello orientale contro un’invasione che rischia di far saltare definitivamente quell’ordine mondiale già scombussolato e sovvertito dalla guerra russo-ucraina.
In prima fila gli Stati Uniti (il segretario di Stato Antony Blinken si è scapicollato di nuovo a Tel Aviv) che consigliano all’agitato Netanyahu un “attacco mirato e proporzionato”; tradotto: evitare una carneficina di civili. Quello che è certo è che l’attacco di Israele ad hamas avverrà ma su il ‘’come’’ avverrà c’è un gran lavorio delle diplomazie per scoraggiare la sete di vendetta israeliana.
Dopo la liberazione degli ostaggi con doppia nazionalità? Dopo un accordo tra Israele e Hamas (intermediario Kamel Habbas, numero due del Cairo e capo dei servizi egiziani) per l’apertura del valico di Rafah ai palestinesi in fuga? Le estenuanti trattative sono in corso con in prima fila anche il mondo arabo: dal Qatar all’Arabia Saudita, dall’Egitto alla Giordania (domani il re Abd Allah avrà un incontro con Giorgia Meloni): tutti si stanno muovendo diplomaticamente perché non salti tutto.
In gran silenzio, si sta adoperando anche il premier turco Erdogan. In campo anche la Cina di Xi Jinping che aspetta Putin mercoledì a Pechino, dove il nocciolo dei colloqui, oltre alla cooperazione economica, saranno appunto le due crisi: ucraina e medio-orientale.