Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”
Come si dice a Roma, siamo ancora a "carissimo amico". La 32esima riunione del consiglio dei cardinali, l'ex C9 ormai diventato C6, si è conclusa a inizio dicembre con un nulla di fatto, rimandando a febbraio un'ulteriore lettura della promessa costituzione apostolica Praedicate Evangelium, quella che in sostanza dovrebbe riformare la curia romana.
Media e addetti ai lavori nutrivano la certezza che la bozza definitiva sarebbe stata licenziata per la fine di quest' anno, considerato che quella "provvisoria" era stata già svelata (per caso?) mesi fa dalla rivista dei gesuiti spagnoli Vida Nueva. Così non è stato e ora i pochi fautori della riforma presenti in Vaticano auspicano sia pronta almeno per il prossimo 29 giugno, giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo.
VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Quando fu eletto, tanti dei grandi promotori del pontificato bergogliano dichiararono senza mezzi termini che era proprio questa la mission che il nuovo pontefice aveva ricevuto dal Conclave. Eppure, nell' assolvere al compito, sembra che papa Francesco stenti a trovare interpreti e collaboratori.
Il consiglio dei cardinali, da lui appositamente creato, ha fatto acqua da tutte le parti: nato con 8 membri, è poi cresciuto a 9 ed ora è ridotto a 6. Proiettando peraltro sulla Chiesa una quantità di situazioni imbarazzanti, passando dall' ombra delle "prime donne" in lizza (Pell contro Maradiaga, poi Marx contro Bertello e così via), all' inadeguatezza delle strutture tecniche (con il segretario Semeraro specializzato nel fare il pesce in barile e il segretario aggiunto Melino molto poco ferrato in diritto e lingue straniere), per approdare alle spinte oltranziste che, in Nord Europa, la riforma promessa sta suggerendo e animando. Anche nella Chiesa per vincere le guerre i generali non bastano, ci vogliono anche i soldati. E papa Francesco sembra averne veramente pochi.
Giuseppe Bertello GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO maradiaga Papa Bergoglio