MACRON TRABALLA (ANCORA) SU BENALLA – PERCHÉ L’EX “BODYGUARD” DEL PRESIDENTE FRANCESE COL VIZIETTO DEL MANGANELLO CONTINUA A UTILIZZARE UN PASSAPORTO DIPLOMATICO PER VIAGGIARE ALL’ESTERO NONOSTANTE SIA STATO LICENZIATO? – L’EX TUTTOFARE DEL TOYBOY DELL’ELISEO NON SOLO È STATO IN CIAD A INIZIO DICEMBRE, MA NELLE ULTIME SETTIMANE È ENTRATO IN DIVERSI PAESI AFRICANI E ISRAELE
-Mauro Zanon per “Libero Quotidiano”
Il feuilleton Benalla, dal nome dell' ex collaboratore di Macron sotto inchiesta per violenze dopo aver picchiato un manifestante lo scorso 1° maggio, continua a regalare nuovi coups de théâtre. Secondo quanto rivelato ieri da un' inchiesta del giornale online Mediapart, Alexandre Benalla continua a utilizzare un passaporto diplomatico per i suoi viaggi all' estero, nonostante sia stato licenziato dall' Eliseo.
L' ex tuttofare del capo dello Stato francese, stando alle fonti di Mediapart, ne avrebbe fatto uso «nelle ultime settimane per entrare in diversi Paesi africani e in Israele». L' informazione, che sta facendo tremare la macronia, arriva nei giorni in cui Le Monde ha firmato lo scoop sulla presenza di Benalla in Ciad a inizio dicembre, tre settimane prima dell' arrivo di Macron alla corte di Idriss Déby, presidente e alleato-chiave nel Sahel per la lotta contro il jihadismo. Anche Benalla avrebbe incontrato Idriss Déby, prima di intrattenersi con il capo della direzione generale della riserva strategica, Oumar Déby, fratello del leader ciadiano.
IMBARAZZO A PARIGI
Una coincidenza a dir poco imbarazzante che ha costretto l' Eliseo, martedì sera, a pubblicare un comunicato dove veniva garantito che Benalla «non era un emissario ufficiale o ufficioso della presidenza della Repubblica». Lo stesso Benalla, attraverso il suo entourage, ha fatto sapere all' Afp che si trovava a N' Djamena, capitale del Ciad, per un progetto di investimento da 250 milioni di euro, e che si era limitato ad accompagnare una «delegazione economica straniera», formata da una mezza dozzina di persone: «niente a che vedere con Macron, niente a che vedere con l' Eliseo».
Ma la notizia di Mediapart mette in dubbio entrambe le versioni. L' esistenza del passaporto era stata rivelata lo scorso agosto dal settimanale Valeurs Actuelles. Il documento era stato rilasciato il 24 maggio di quest' anno, ossia quindici giorni dopo la sospensione da chargé de mission per conto della presidenza, e lo scorso 19 settembre, davanti alla commissione d' inchiesta del Senato, Benalla aveva dichiarato sotto giuramento che i due passaporti diplomatici ricevuti erano rimasti nei suoi uffici dell' Eliseo. Ha mentito? Sì, secondo il direttore di Mediapart Edwy Plenel, che non esita a parlare di «affare di Stato».
ULTIMA DIFESA
Il documento che Benalla continua a utilizzare è valido fino al 19 settembre del 2022 e riporta la tradizionale dicitura dei passaporti diplomatici: «Il ministero degli Affari esteri chiede alle Autorità civili e militari della Repubblica francese e prega le Autorità dei Paesi amici e alleati di lasciar passare liberamente il titolare del presente passaporto».
Mediapart, nell' articolo, specifica che «questo documento è riservato ai diplomatici in carica e, per esteso, ad alcuni membri del gabinetto, le cui funzioni hanno una dimensione diplomatica». Ieri, nel tardo pomeriggio, la portavoce del ministero degli Esteri, Agnès von der Mühll, ha spiegato che il Quai d' Orsay aveva reclamato a fine luglio la restituzione dei due passaporti diplomatici attributi a Benalla nel quadro del suo incarico all' Eliseo.
«Da allora, qualsiasi utilizzo non rientra negli impegni presi dell' interesso», ha affermato la portavoce, annunciando, «alla luce delle informazioni della stampa tendenti a indicare che il Signor Benalla avrebbe continuato a utilizzare questi documenti», che il ministero si riserva di intraprendere «azione legali».