MAL DE PANZA A CINQUE STELLE – IL TEMA DELLE ALLEANZE AL BALLOTTAGGIO DELLE ELEZIONI ROMANE GENERA IL SOLITO CAOS - IL MINISTRO D’INCA APRE ALLA POSSIBILITÀ DI ANDARE INSIEME AL PD AL SECONDO TURNO, LA SINDACA USCENTE NON COMMENTA, MA CONTE SALTA SULLA SEDIA E FRENA SULL’ALLEANZA: “IL BALLOTTAGGIO NON CAMBIERÀ NULLA”. CERTO È CHE SE LA SINDACA L DOVESSE ESSERE ESCLUSA DAL SECONDO TURNO, LA LINEA D'INCÀ POTREBBE PREVALERE…
-Marina De Ghantuz Cubbe per “la Repubblica”
Il Movimento 5 Stelle è in subbuglio, il tema delle alleanze al ballottaggio si prende la scena: c'è chi apre alla possibilità di andare insieme al Pd al secondo turno e c'è chi frena, mentre la sindaca uscente non commenta. Tra i 5s, a schierarsi per l'alleanza con i dem è stato il ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D'Incà che si è detto «convinto che dove non si riuscirà a vincere al primo turno, potremmo ritrovarci con candidati a sindaco comuni col Pd al secondo».
Il segretario del Pd Enrico Letta ha gradito, il presidente del Movimento Giuseppe Conte ha raffreddato gli animi. Ma D'Incà non è nuovo alle vicende romane: martedì scorso ha passato la serata con Raggi al ristorante Borgo a Ripa sul Lungotevere per la cena elettorale a sostegno di Antonio De Santis, l'assessore al Personale che ora corre nella lista civica pro sindaca.
In più, durante il Conte bis ha lavorato fianco a fianco con l'ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, ora candidato al Campidoglio per il Pd. « Mi sembra che D'Incà abbia detto una cosa saggia, che condivido. Lo ringrazio per queste parole - ha commentato il segretario Letta - Fa parte di questo spirito di convergenza con il quale stiamo cercando di lavorare per una coalizione più larga possibile e più incisiva possibile».
Conte, invece, almeno per ora, frena: «Il ballottaggio non cambierà nulla» e se non c'erano i presupposti per andare insieme al primo turno non ci saranno neanche al secondo, è il senso del discorso di Conte. Che apre solo a quei casi in cui semmai «c'erano le condizioni ma per ragioni contingenti non si è partiti insieme, in quei casi soltanto si potrebbe valutare » . Le condizioni di cui parla l'ex premier sono le stesse a cui più volte ha fatto riferimento Raggi: i programmi. Se coincidono con quelli del M5s si può trovare una sintesi con le altre forze politiche, altrimenti no.
E per ora secondo la sindaca uscente il dem Roberto Gualtieri vorrebbe, ad esempio, privatizzare Atac. Gli attacchi nei confronti del Pd su questo e altri temi sono all'ordine del giorno e non lasciano pensare alla possibilità che Raggi decida di sostenere il Pd nel caso in cui Gualtieri arrivasse al ballottaggio. Ma nel momento in cui la sindaca dovesse essere esclusa dal secondo turno, la linea D'Incà potrebbe prevalere.
«Basta saperlo», commenta secco il civico Carlo Calenda che ha sempre dato per scontata l'alleanza tra Pd e M5s e che ora chiama Matteo Salvini, Claudio Durigon e il candidato di centrodestra Enrico Michetti a un confronto. Sì perché il leader della Lega, da largo Brambilla a Tor Bella Monaca, ha attaccato gli avversari di Michetti sostenendo che « loro stanno nei salotti, noi veniamo in periferia perché è il cuore di Roma». Salvini si è rivolto a una piazza semivuota ( secondo gli organizzatori c'erano 1.000 persone, ma più verosimilmente erano la metà).
Dal palco, dove hanno parlato anche la prosindaco e capolista della Lega Simonetta Matone nonché Michetti, Salvini ha dato l'avvocato per vincente «con 10 punti di distanza dal secondo » , mentre la Lega « sarà una sorpresa alle elezioni » . Con i giornalisti ha preferito rimanere cauto: « Michetti non è un arringatore di piazze, ma sarà un bravo sindaco » e per quanto riguarda il risultato alle amministrative lo scopo è più modestamente «migliorare il risultato rispetto a 5 anni fa». In bicicletta Virginia Raggi ieri per una biciclettata con gli attivisti M5S e i suoi sostenitori: partiti da Ponte Milvio, i partecipanti sono arrivati fino a Ponte Cestio k L'abbraccio Michetti con Salvini.