LE MANI IN CASTA - CI MANCAVA SOLO LA SCUOLA DI FORMAZIONE PER DIMOSTRARE A TUTTI GLI EFFETTI CHE IL MOVIMENTO CINQUE STELLE È UN PARTITO VERO E PROPRIO. OVVIAMENTE I GRILLINI, CONTE IN TESTA, LO NEGANO E RIFIUTANO LA DEFINIZIONE DI “FRATTOCCHIE PENTASTELLATE” - CONTE SI AUTO-DEFINISCE IL “PRIMO DEGLI ALLIEVI” E SI SIEDE TRA IL PUBBLICO E ASCOLTA I “DOCENTI” MANCUSO E ZAGREBELSKY. LA BATTUTA DELL’EX GIUDICE DELLA CORTE COSTITUZIONALE A FICO: “SIGNOR PRESIDENTE, MANTENGA L’ORDINE” - VIDEO
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Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
«Guai a chiamarle Frattocchie pentastellate», in memoria della scuola per i dirigenti comunisti. Eppure ecco un altro tassello che dimostra quanto il Movimento si stia strutturando come un vero e proprio partito, anche se i protagonisti, ovviamente, lo negano. E ribadiscono, come spiega un deputato, che «la scuola di formazione ha come obiettivo quello di rinnovare la classe dirigente».
Così alle sette di sera inizia un altro step del nuovo corso dell'era Conte, con la prima di dieci lezioni destinate ai dirigenti del M5S. I posti nell'«aula» di Piazza di Pietra, nel cuore di Roma, sono 70. E il format ricorda proprio quello di un'aula universitaria.
Da una parte i docenti: il teologo Vito Mancuso e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Dall'altra gli allievi. Luca Carabetta, prima legislatura nel M5S, professione ingegnere: «Non le chiamerei Frattocchie. Semmai è un percorso necessario per noi. Sarà occasione di confronto con esperti sulle principali sfide del futuro, con un focus su economia, lavoro, diritti, transizione digitale ed ecologica».
Gianfranco Di Sarno, altro pentastellato al primo giro a Montecitorio, è già in modalità allievo: «Stimola riflessioni su importanti tematiche. Non la vedo come uno strumento negativo». Si scorgono diversi partecipanti con penna e taccuino. Giuseppe Conte si è definito «il primo degli allievi» e si accomoda in prima fila.
«In questo laboratorio lavoreremo e studieremo insieme, miglioreremo le nostre conoscenze e cureremo i nostri percorsi di crescita. Anche da presidente del Consiglio ho sempre continuato a studiare. Tutti i dossier che mi sono arrivati hanno richiesto impegno, competenza, ci mancherebbe... Sarebbe stato fortemente irresponsabile limitarsi all'imposizione delle mani».
Al fianco dell'ex premier c'è il presidente della Camera Roberto Fico che poco prima di entrare si dice contento che «oggi si inauguri la scuola di formazione del Movimento, anche perché dobbiamo affrontare tematiche complesse».
Nelle prime file ci sono il capogruppo Davide Crippa, la presidente dei senatori Maria Domenica Castellone. E ancora: Riccardo Ricciardi, Gilda Sportiello, Giuseppe Brescia, Michele Gubitosa. Insomma, c'è tutto lo stato maggiore. Il comandamento è: «Ascoltare e imparare». Si parte. Il titolo della prima lezione è: «Etica e Politica».
Apre i lavori Miriam Mirolla, professoressa di psicologia dell'Arte all'Accademia delle Belle Arti, che presenta Mancuso e Zagrebelsky, i docenti della prima lezione. A Mancuso il compito di spiegare il rapporto tra etica e politica attraverso la filosofia. Zagrebelsky, invece, si sofferma sull'Europa, la guerra, e i compiti della politica. «La politica - osserva - non è il luogo per cui semplicemente si galleggia. Chi solo galleggia è un'opportunista, uno che non merita di essere creduto, né tantomeno sostenuto».
A questo punto qualcuno rumoreggia e Zagreblesky si rivolge scherzosamente a Fico: «Signor Presidente, mantenga l'ordine». Quanto al conflitto in corso fra Russia e Ucraina, Zagrebelsky mette in fila due concetti utili ad ingraziarsi gli allievi pentastellati. «La ricerca della pace è il più politico fra gli obiettivi del politico».
E ancora: «L'Europa ha senso se si differenzia». Spazio alle domande, anche se saranno solo due. Chiude Conte: «L'Unione Europea deve farsi sentire, non può identificarsi nell'Alleanza euro-atlantica». «Sono emersi tanti spunti» dirà un deputato. E un altro sorride: «Altro che uno vale uno...».