LA MANOVRA DI BERLUSCONI PER FAR SALTARE IL MINISTRO NORDIO - FORZA ITALIA DEPOSITA UN PROGETTO DI LEGGE PER ISTITUIRE UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA “SULL'USO POLITICO DELLA GIUSTIZIA” PER CHIARIRE “SE SINGOLI ESPONENTI O GRUPPI ORGANIZZATI DELLA MAGISTRATURA ABBIANO SVOLTO ATTIVITÀ IN CONTRASTO CON IL PRINCIPIO DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI” - TRA I PRIMI FIRMATARI CI SONO PIETRO PITTALIS, ANTONIO TAJANI, GIORGIO MULÈ E PAOLO BARELLI - LA FURIA DEI MELONIANI: "CI VOGLIONO PROVOCARE"
-Francesco Olivo per “la Stampa”
Forza Italia apre un altro fronte, che poi è quello di sempre: la giustizia. Il partito di Silvio Berlusconi ha presentato alla Camera una proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta «sull'uso politico della giustizia». Il testo ripresenta una proposta del 2020, che all'epoca firmarono tutti i deputati del centrodestra, Giorgia Meloni compresa.
In quei giorni erano ancora vive le scosse del caso Palamara, mentre oggi il centrodestra è tornato al governo e uno scontro tra poteri dello Stato non è certo una priorità dell'esecutivo. Tra i primi firmatari della proposta di legge ci sono Pietro Pittalis, Antonio Tajani, Giorgio Mulè e Paolo Barelli. L'iniziativa di Forza Italia, stavolta da sola, non è ben accolta da FdI, che la giudica, nel migliore dei casi, inopportuna.
In molti nel partito della premier, infatti, considerano che questa proposta possa «incendiare i rapporti con la magistratura», come spiega uno dei massimi dirigenti di via della Scrofa. E se i primi obiettivi degli azzurri sono «i giudici politicizzati», lo scopo dell'operazione viene letto tra i fedelissimi di Meloni come una provocazione verso di loro, l'ennesima in un inizio di legislatura molto teso.
Nel primo articolo della proposta di legge si chiariscono i campi di indagine: «Lo stato dei rapporti tra le forza politiche e la magistratura», «tra la magistratura e i media». Con il compito di accertare «se e in quale misura singoli esponenti o gruppi organizzati all'interno della magistratura abbiano svolto attività in contrasto con il principio della separazione dei poteri».
Fonti berlusconiane spiegano che si farà di tutto per arrivare a un voto dell'Aula. Una volontà che suona come una sfida: che farà a quel punto Fratelli d'Italia? Si opporrà a una proposta che due anni fa era sembrata urgente? Dalle parti di Arcore le ultime mosse di Meloni, specie quella sui rave parties, vengono giudicate come cedimenti al giustizialismo.
E l'isolamento del ministro Carlo Nordio sulle questioni legati alla cosiddetta «certezza della pena» non è un bel segnale. Molti parlamentari berlusconiani sottolineano come Meloni abbia dovuto accettare il compromesso sul carcere ostatitvo, mettendo in un decreto la legge che non aveva votato alla Camera e le modifiche che quel decreto dovrà subire in Parlamento saranno un altro banco di prova per la tenuta della maggioranza.
Pittalis, che ha guidato l'iniziativa, tiene a fare una precisazione: «La commissione non è contro la magistratura, non c'è nessun intento punitivo, ma il controllo è compito della politica». Secondo il deputato di Forza Italia non c'è motivo per immaginarsi un centrodestra spaccato su questo punto, «abbiamo riproposto un testo condiviso da tutta la coalizione. Nella scorsa legislatura il M5S aveva di fatto il potere di bloccare ogni iniziativa. Ora non è più così».