LA MANOVRA È MIA E ME LA GESTISCO IO – ALTRO CHE “ZERO EMENDAMENTI”, COME IMPOSTO DA GIORGIA MELONI. IN FORZA ITALIA È SCATTATA LA RIVOLTA ALL’IPOTESI DI UN VIA LIBERA A SCATOLA CHIUSA DELLA LEGGE DI BILANCIO: “NON È LIBERALE. SE CI SONO PROPOSTE PER MIGLIORARE IL TESTO…” – E ANCHE IN FDI C’È CHI, A MICROFONI SPENTI, SI DICE PERPLESSO: “BISOGNA VEDERE QUANTO È PERENTORIO QUESTO ‘NO’...”

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Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI

È durata lo spazio di poche ore la speranza di Giorgia Meloni sugli «zero emendamenti» alla manovra. E in attesa dell’arrivo del provvedimento in Parlamento dalla maggioranza si levano voci contrarie all’idea di un via libera a scatola chiusa che attira critiche dure dall’opposizione.

 

In Forza Italia c’è chi i dubbi li esprime in chiaro. «Nessun emendamento? Beh. Vedremo. Quando avremo il testo che ancora non c’è lo leggeremo. Noi siamo soddisfatti. Ma se ci saranno da fare miglioramenti, si faranno. Magari li farà lo stesso governo», dice Dario Damiani, capogruppo forzista in commissione Bilancio.

 

giorgia meloni antonio tajani

Il portavoce di Forza Italia, Nevi, è ancora più esplicito: «Bisogna evitare la solita quantità di emendamenti bandierina che non hanno né capo né coda e non passeranno mai, ma sul vietare del tutto gli emendamenti sarei in disaccordo, da liberale. Se ci sono proposte per migliorare il testo non vedo nulla di male», spiega ancora Nevi, precisando l’importanza di chiudere in fretta per tranquillizzare i mercati e «non disperdere in mille rivoli» le risorse. Possibilista. […]

 

Ma anche da Fratelli d’Italia c’è chi, a microfoni spenti, si mostra perplesso. «Occorre capire la perentorietà di questo no agli emendamenti. Si può anche decidere, perché si vuole fare in fretta e dare questo bel segnale. Ma allora occorre trovare un veicolo per inserire eventuali aggiustamenti. Ma bisogna specificare da ora tempi e contenuti».

 

MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI

Un secondo round? Già si parla di un provvedimento da 400 milioni di euro in arrivo a febbraio. È il sospetto del Partito democratico: «Non vorremmo dover assistere a una “legge mancetta”», paventa Debora Serracchiani. E Manca rincara: «Siamo ancora una Repubblica parlamentare, finché non ci sfrattano. E l’idea di non presentare emendamenti per respingere i nostri non è praticabile. Noi li presenteremo e speriamo che ci risparmino la follia di una legge mancia per operazioni microsettoriali». […]

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giorgia meloni antonio tajani
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