UN MASSONE CHIAMA BABBO RENZI IN TRIBUNALE - INIZIATO IL PROCESSO AGLI EX SOCI DI TIZIANO, MARIANO MASSONE E ANTONELLO GABELLI, CHE SI SONO RITROVATI LA SOCIETÀ DELLA FAMIGLIA RENZI (CHIL POST) E ORA SONO ACCUSATI DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA. IL BABBO È ANCORA INDAGATO, E ORA I DUE EX AMICI LO CHIAMANO A TESTIMONIARE
Giacomo Amadori per “Libero quotidiano”
Ieri a Genova è iniziato il processo a Mariano Massone e Antonello Gabelli, imprenditori alessandrini in passato in affari con Tiziano Renzi, il babbo del premier. E non sono mancate le sorprese. L' udienza è stata subito rinviata dal collegio presieduto da Giuseppe Dagnino al 2 marzo per consentire al pm Marco Airoldi di valutare le proposte di patteggiamento dei due imputati: 2 anni e 2 mesi per il primo, un anno e dieci mesi per il secondo. Il sostituto procuratore nelle scorse settimane aveva rifiutato un' istanza un po' più mite (22 e 18 mesi).
I due sono accusati di bancarotta fraudolenta per il fallimento della Chil post srl. A molti questo nome dirà poco, ma in realtà è quello di un' azienda dalla storia importante. È stata fondata negli anni '90 dalla famiglia Renzi e il premier vi ha lavorato prima come collaboratore e poi come dirigente sino al suo ingresso in politica; nell' ottobre del 2010 il padre l' ha ceduta, con in pancia un debito bancario da quasi 700 mila euro ma svuotata di alcuni importanti contratti, a un pensionato genovese, Gian Franco Massone, padre dell' imputato Mariano; nel febbraio del 2013 la società è fallita.
Dal marzo 2014 Tiziano è indagato per bancarotta insieme con i due imputati, anche se per ben due volte il pm Airoldi ha chiesto di archiviare la sua posizione. Una proposta che non ha convinto il gip Roberta Bossi, la quale ha ordinato un supplemento di indagine sulla gestione della Chil post da parte di Renzi senior.
In questa divergenza di vedute tra magistrati si inserisce adesso una novità. Ieri nella cosiddetta udienza di smistamento del processo contro Massone e Gabelli, gli avvocati Luca Gastini e Giuseppe Romano, oltre a proporre il patteggiamento per i loro assistiti, hanno presentato due corpose liste testi, con una quarantina di nomi per ciascuna. In entrambe è stato inserito Renzi senior con una motivazione dettagliata.
Una specie di messaggio in bottiglia oscuro ai più, ma probabilmente molto chiaro al padre del premier. Una comunicazione in codice che potrebbe essere diretta pure ad Airoldi che ha inserito Renzi nella sua lista testi, sebbene con motivazioni molto diverse. Nella prima parte si legge: «Ai sensi dell' art. 210 c.p.p., in quanto indagato in procedimento connesso, per riferire in ordine alla creazione da parte di Mariano Massone dell' innovativo know how relativo alla certificazione della distribuzione, ai suoi rapporti con Seat, Poste Italiane, Postel, Uniposta e T.n.t., al progetto dallo stesso perseguito, quale socio di fatto di Chil Post s.r.l., con l' acquisto tramite il padre delle quote della medesima».
Quindi, tra le altre cose, i legali vogliono far raccontare a Tiziano i rapporti di Massone con le aziende che prima collaboravano con Chil e che poi hanno trasferito i propri contratti alla Eventi6, la nuova società della famiglia dell' ex Rottamatore. Forse le difese vogliono approfondire le motivazioni del passaggio di queste importanti aziende dal fornitore Massone al fornitore Renzi? E qual era il «progetto perseguito» da Mariano? Vedremo.
Gli argomenti da sottoporre a Tiziano non sono terminati. Gli avvocati vorrebbero sentirlo anche «in ordine (…) all' effettiva destinataria dei pagamenti pari a circa euro 71.000,00 contestati quali distrazioni e alla loro non riferibilità a Chil post s.r.l. ma all' attività di Giovanna Gambino (moglie di Massone, ndr) in qualità di procacciatrice».
Nel capo d' imputazione viene contestato che quei soldi, provenienti dalla cuneese Direkta srl, sarebbero stati girati a «soggetti che non risultavano essere creditori di Chil post srl». Ma perché Tiziano dovrebbe testimoniare sul reale beneficiario degli assegni di un' azienda piemontese, visto che nel 2011 aveva già interrotto, almeno ufficialmente, i suoi rapporti con la Chil post? Probabilmente per avere la risposta occorre scavare nei rapporti tra Renzi senior e la Direkta.
Un rapporto fornitore-cliente di cui si può trovare traccia nelle carte dell' inchiesta. Per esempio la Eventi6 della famiglia Renzi il 31 agosto 2012 sovvenziona la Direkta con 200 mila euro («finanziamento infruttifero per liquidità» si legge nel libro giornale). Per gli uomini delle Fiamme Gialle quel denaro sarebbe stato utilizzato «per finanziare la Soluzioni grafica e comunicazione sas», azienda con sede legale a Firenze. Infatti proprio il 31 agosto la Direkta versa alla società fiorentina 250 mila euro. Riassumiamo: Eventi6 paga Direkta che paga Soluzioni grafica.
Però alla fine di questi passaggi, Soluzioni grafica, invece di restituire i soldi ai piemontesi, dirotta, almeno sulla carta, 170 mila euro alla Eventi6, di cui Direkta era debitrice. I restanti 80 mila non si sa che fine facciano. Una curiosa girandola di pagamenti per far tornare parte dei denari al punto di partenza. Da Rignano a Rignano passando per Cuneo e Firenze.
La Soluzioni grafica all' epoca appartiene al quarantenne fiorentino Patrizio Donnini, uomo comunicazione considerato vicino a Tiziano e Matteo Renzi. Contemporaneamente Donnini è anche proprietario della Web&press che, sottolineano gli investigatori, ha curato la campagna elettorale di Matteo Renzi per la corsa a sindaco di Firenze.
Nel 2012 finì al centro di alcune polemiche per aver ricevuto nel 2009 36.800 dall' ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, condannato in primo grado a 8 anni per aver sottratto circa 26 milioni di euro di fondi pubblici alle casse del partito. Donnini ha sostenuto l' attuale premier anche attraverso la sua testata giornalistica "Il reporter", oggi disponibile solo in versione online. Uno dei direttori è stato Marco Agnoletti, successivamente portavoce a Palazzo Vecchio dello stesso Renzi e di Dario Nardella.
Ebbene questo professionista così vicino alla famiglia Renzi nell' agosto del 2012 con la Soluzioni grafica incassa 250 mila euro dalla cuneese Direkta e il mese successivo, questa volta con la Web&press, affitta la sua creatura online, Il reporter, alla stessa Direkta, una società non esattamente in salute.
Secondo una fonte di Libero quegli affari con la Direkta sarebbero una sorta di buonuscita pagata dalla famiglia Renzi al loro vecchio collaboratore. Se fosse vero, la strada prescelta sarebbe quantomeno tortuosa. In ogni caso nell' ottobre del 2012 la Soluzione grafica chiude i battenti dichiarando di non avere «debiti da estinguere». Neppure quello nei confronti di Direkta che un anno e mezzo dopo fallisce.
Dunque che cosa sa il babbo del premier di quella società piemontese e del suo utilizzo? Per scoprirlo, forse, bisognerà attendere le risposte in aula di Renzi senior sui pagamenti a Giovanna Gambino. Sempre che non venga accolta l' istanza di patteggiamento. In quel caso Tiziano potrebbe tirare un bel sospiro di sollievo.