MASTELLA NON È CLEMENTE – IL SINDACO DIMISSIONARIO DI BENEVENTO È INFURIATO CON SALVINI E I LEGHISTI, CHE ALLA PROSSIME COMUNALI NON LO APPOGGERANNO: “SI È PRESENTATO QUESTO SIGNORE DEL NORD (NICOLA MOLTENI) CHE HA EMESSO UNA FATWA NEI MIEI CONFRONTI. VISTO CHE MI HANNO CHIAMATO IN CAUSA ORA LI SFIDO E AVRANNO PANE PER I LORO DENTI” – “CALDORO? ORMAI È FREGATO. ALLA FINE VERRÀ FUORI UN NOME DI COMPROMESSO COME…”
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Valentino Di Giacomo per “il Mattino”
«Io porto il nome di un Santo, uno dei primi pontefici e un grande martire della Chiesa: i romani legavano un' ancora al collo di San Clemente gettandolo a mare, ma lui riemergeva sempre dall' acqua. La Lega faccia come crede pensando di potermi affondare, ma io riemergerò sempre».
Clemente Mastella, sindaco dimissionario di Benevento, è indispettito con gli uomini del Carroccio, soprattutto con il coordinatore della Lega in Campania. A far agitare Mastella è stato Nicola Molteni, che in vista delle prossime elezioni comunali nel capoluogo del Sannio, ha dichiarato che la Lega pretenderà «facce nuove e un ampio rinnovamento». Di conseguenza il partito di Matteo Salvini non appoggerà la ricandidatura di Mastella a Benevento.
Arrabbiato?
«Sono semplicemente allergico alle arroganze. Si è presentato questo signore del Nord, il commissario regionale della Lega, che senza conoscere i fatti fino in fondo ha emesso una fatwa nei miei riguardi. Ovviamente sono atteggiamenti che mal si conciliano con il mio stile».
E quindi cosa farà?
«Sono molto irritato adesso, visto che mi hanno chiamato in causa ora li sfido e di certo avranno pane per i loro denti».
In che modo?
«Se la Lega vuole avere le mani libere a Benevento, vuol dire che io potrò avere le mani libere in vista delle prossime Regionali, elezioni su cui sono certo ne vedremo delle belle».
Sarebbe disposto ad appoggiare Vincenzo De Luca?
«Ovvio che ci sono dialoghi istituzionali visto che De Luca è il governatore della Campania, per ora prendo semplicemente atto di questo gesto di irriguardosità politica da parte della Lega nei confronti di Benevento e nei miei riguardi. Mi chiedo solo se ora Forza Italia batterà un colpo...».
Se lo aspetta da Berlusconi?
«Mi sembra chiaro che se la Lega viene dal Nord con questo senso di conquista verso il Sud pensando di poter fare il bello e cattivo tempo, qualche reazione dovrà esserci, ma io non siedo ai vertici di Forza Italia neppure a livello regionale. Se pensano di fare così a Benevento non oso immaginare cosa farà la Lega per le Regionali».
Teme per la candidatura di Stefano Caldoro in Campania?
«Purtroppo credo che Caldoro sia ormai fregato. Lo dico con dispiacere nonostante io sia stato in competizione con lui visto che i sondaggi fino a qualche tempo fa ci davano alla pari come appeal tra i possibili candidati del centrodestra. Ormai la Lega arriva e pretende di dettare le regole e sarà così anche alle prossime Regionali».
Ne ha viste tante nella sua vita politica. Secondo lei se non sarà Caldoro chi sarà il candidato del centrodestra?
«Forza Italia insisterà su Caldoro e proverà a tenere il punto, dall' altro lato la Lega proporrà un proprio candidato di bandiera che potrebbe essere Aurelio Tommasetti. Si fingerà una sorta di tiro alla fune e poi alla fine verrà fuori un nome frutto di un compromesso».
Caldoro non la prenderà benissimo. A questo punto ci dica il nome.
«Con Caldoro ci siamo incontrati e abbiamo chiarito quando ci sono state delle incomprensioni, io sono leale. Ora non mi faccia fare nomi però».
L' attuale direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano?
«Me la metta con il giochino acqua, fuocherello, fuoco allora le risponderei fuoco».
E a quel punto Mastella chi appoggerà?
«Così come mi regolerò a Benevento farò alle Regionali.
Con chi chiederà il mio contributo sono a disposizione, ma di sicuro esigo rispetto. Un conto è la collaborazione- competizione che sono il sale delle coalizioni, altra cosa è venire da visitors con questo atteggiamento e imporre dei diktat. Tra l' altro la Lega al Sud ha imposto tutti coordinatori che arrivano dal Nord. Questa non è altro che una conquista del Nord nei confronti del Sud e io a questo genere di conquiste mi sono sempre ribellato».
Aveva ragione Mara Carfagna a dire che Forza Italia era troppo remissiva nei confronti della Lega?
«Mi chiedo ma Forza Italia che cosa vuole fare? Fossi in loro proverei a difendere l' unico sindaco di un capoluogo di provincia che comunque è espressione anche di Forza Italia, a quanto pare i risultati in Calabria non hanno insegnato nulla».
Cosa dovrebbe fare ora Fi?
«Ormai si è capito che l' unico granaio di voti, purtroppo è al Sud, se si disperde pure questo è finita. Uno dei motivi per cui Giorgia Meloni cresce nei consensi è perché è ferma, mantiene la parola e non se la rimangia ogni volta. Ora però mi interessa solo di Benevento».
Dove lei correrà a questo punto senza l' appoggio della Lega, giusto?
«Vedremo, quello che è inspiegabile è che vengono ad imporre diktat senza neppure avere un candidato alternativo. Stanno facendo queste manovre grazie a personaggi che sembrano quei collaborazionisti francesi di Petain che si adoperavano per aiutare i tedeschi».
Perché questo attacco se lo è chiesto?
«C' è sempre questa sorta di prevenzione nei miei confronti, poi Salvini in particolare non è assolutamente nuovo a queste sparate».
Vecchi rancori?
«Guardi, lui prima delle scorse elezioni comunali fece una dichiarazione contro di me sempre dai toni dagli a Mastella, fuori Mastella, non voterei per Mastella. Peccato per lui che anche allora vinsi e allora replicai a modo mio: con il mio stile e la mia dignità. Al leader del Carroccio consiglierei un ripasso della storia dei santi. Poi sa cosa le dico?»
Prego
«Io ho fatto alleanze anche con Bossi: lui interprete del Nord ed io del Sud. C' era rispetto, pur tenendo in piedi le nostre ragioni. Un rapporto talmente ottimo che anche lui ed io abbiamo cantato a Sanremo nel dopo festival di Porta a Porta e credo siamo per audience ai primi posti di sempre. Altri tempi...».