MELONI AMARI – IL PASTICCIACCIO DEL MES RISCHIA DI COSTARE CARO ALLA DUCETTA NON SOLO IN EUROPA, MA ANCHE IN CASA – PER COMPESARE LA SVOLTA ANTI-EUROPEA, CHE TAJANI NON HA CONDIVISO AFFATTO, ORA LA PREMIER SARÀ COSTRETTA A FARE CONCESSIONI A FORZA ITALIA, MAGARI CON UNA SANATORIA SU SUPERBONUS NEL MILLEPROROGHE – “IO SO’ GIORGIA” NON SI PUÒ PERMETTERE CHE IL PARTITO CHE FU DI BERLUSCONI SPROFONDI ALLE ELEZIONI EUROPEE: CROLLEREBBERO I GIÀ FRAGILI EQUILIBRI NELLA MAGGIORANZA…
-Estratto dell’articolo Francesco Olivo per “La Stampa”
Meglio spaccare la maggioranza che perdere un alleato. La sopravvivenza di Forza Italia è una delle priorità di Giorgia Meloni. Non è solo cortesia tra soci di governo e nemmeno un debito di riconoscenza verso il fondatore del centrodestra, Silvio Berlusconi, ma anche e soprattutto un calcolo politico.
Fratelli d'Italia, quindi, è pronta a delle concessioni, per far argine al ritrovato dinamismo di Matteo Salvini e per evitare di far saltare gli equilibri dopo le Europee. Un risultato molto negativo del partito più moderato della coalizione, comporterebbe degli scossoni che Fratelli d'Italia vuole evitare a tutti i costi. I sondaggi per il momento indicano una certa tenuta di Forza Italia, ma le Europee storicamente premiano i primi e tutti si aspettano il boom di FdI.
La premier, quindi, ha mandato segnali agli azzurri: il primo è stato tollerare un voto in dissenso sul Mes (che in fondo ha fatto comodo a tutti), il secondo è rappresentato da qualche concessione sul Superbonus.
Per Forza Italia questa è la grande battaglia, sui territori le pressioni sono fortissime, per non parlare delle associazioni di categoria, che storicamente hanno stretti rapporti con il centrodestra. «Siamo il partito dei condomini», si scherza, ma non molto tra i berlusconiani. La proroga chiesta a gran voce da Antonio Tajani e i suoi in questi mesi non è stata concessa nella legge di Bilancio, ma qualcosa forse arriverà nel Milleproroghe o in un decreto che il Consiglio dei ministri potrebbe approvare il 28 dicembre.
L'ipotesi di una sorta di sanatoria sulle sanzioni del Fisco per chi ha usufruito del bonus senza terminare i lavori, di cui si è discusso nelle ultime ore, potrebbe essere una soluzione, anche se il ministero delle Finanze non sembra ancora ben disposto. In ogni caso, da un punto di vista politico quello che conta è l'obiettivo finale: concedere qualcosa.
[…] Il segretario Tajani, pur con una serie di cautele, aveva ribadito spesso di essere favorevole a un votare la ratifica del Meccanismo salva Stati, «sarei ipocrita se dicessi che mi sono astenuto volentieri», aggiunge Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera.
L'accelerazione che ha portato alla bocciatura della ratifica è stato oltre che un colpo «alla reputazione dell'Italia», come ripete privatamente il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, anche una mossa che ha spiazzato il partito più europeista della coalizione, Tajani ha provato a evitare questa deriva, ma poi davanti alla ricorsa sovranista tra Meloni e Salvini, ha ripiegato sull'astensione, giustificata con i dubbi, espressi da anni, sullo strumento finanziario europeo e la sua mancanza di controllo parlamentare.
Vista da un'altra prospettiva, però, tra gli azzurri viene sottolineato che la scelta di distinguersi sia stata avallata da Meloni, che ha preferito rinunciare alla compattezza della maggioranza, per consentire al partito del vicepremier un'uscita dignitosa (sebbene molto criticata all'esterno). […]
Detto in altro modo: il fatto di distinguersi su un voto così importante può marcare in senso europeista l'identità del partito, alla sua prima vera prova elettorale dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. La convinzione del vicepremier e che in fondo la votazione sul Mes apra, oltre a una serie di problemi, anche elemento di chiarezza in vista della campagna elettorale.
La bocciatura del Salva Stati e soprattutto il dibattito che ne è seguito hanno, infatti, delineato in maniera chiara quello che sarà lo schema in vista della campagna elettorale delle europee. Matteo Salvini all'attacco con toni fortemente euro scettici, Giorgia Meloni costretta a un equilibrismo complicato tra sovranismo e profilo istituzionale, e Forza Italia unica con un profilo realmente europeista. […]