MELONI È SEMPRE PIÙ TENTATA DAL VOTARE LA RICONFERMA DI VON DER LEYEN. IN ATTESA DI UNA TELEFONATA DI URSULA, FA APPELLO AI SUOI ISCRITTI, IN STILE GRILLINO: IN UNA MAIL CHIEDE “COSA DOVREBBE FARE FRATELLI D’ITALIA” – LA DUCETTA METTE SUL TAVOLO UNA SUPERDELEGA PER IL FEDELISSIMO FITTO IN COMMISSIONE: UN PORTAFOGLIO ECONOMICO E COMPETENZE SU PNRR (VISTI I RITARDI ITALIANI SUL PIANO) E CONCORRENZA (PER LA GRANA BALNEARI) – COME DAGO-DIXIT, LA NEO-RIELETTA METSOLA HA TELEFONATO A GIORGIA PER FARE PRESSIONI PER UN SUO SÌ – I TIMORI DI PERDERE LA GUIDA DI ECR E LA PAURA DELL'ASSALTO DI SALVINI, PRONTO A RINFACCIARE ALLA MELONI DI AVER CEDUTO AL SISTEMA EUROPEO…


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1 – BOLKESTEIN E DELEGHE A FITTO LA TRATTATIVA FINALE DI MELONI

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Non è facile fare una previsione su quello che avverrà domani all'Europarlamento. Anche se spesso ai giornali vengono assegnate doti divinatori, non è facile dare una risposta sulla scelta che Giorgia Meloni imporrà ai 24 deputati di Fratelli d'Italia. Quello che si può fare è ricostruire le ore finali delle trattative e dare conto degli ultimi segnali che la premier ha ricevuto o ancora si aspetta da Ursula von der Leyen per dire sì al suo secondo mandato come presidente della Commissione europea, e per prepararsi a rispondere quando Matteo Salvini l'accuserà di aver ceduto al sistema europeo che lei aveva promesso di cambiare.

 

raffaele fitto giorgia meloni

Da quello che filtra, la decisione verrà presa tra questa sera e domattina, dopo un confronto video, atteso per ieri, tra Meloni e gli europarlamentari Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, e dopo una telefonata con Ursula. Toccherebbe poi a quest'ultima comunicare l'accordo, che comunque in ogni caso – anche se FdI dovesse dire di sì – non comporterà in alcun modo un ingresso strutturale dei meloniani nella coalizione di maggioranza con Popolari, Socialisti e Liberali.

 

Ma torniamo ai segnali, tenendo presente che comunque Meloni è ben consapevole che, con l'ok dei Verdi, Von der Leyen è più blindata, e ha meno bisogno dei voti della presidente del Consiglio.

 

antonella sberna

Il primo segnale, accolto molto positivamente e rilanciato da FdI, è l'elezione di Antonella Sberna alla vicepresidenza del Parlamento europeo. È il «riconoscimento politico» che Meloni chiede da settimane e che si attendeva dopo l'umiliazione subita con l'esclusione dai negoziati per le nomine di vertice a Bruxelles. Rinforzato da un doppio risultato, perché il gruppo dei Conservatori e riformisti, Ecr, guidato dalla leader italiana, incassa anche un altro vicepresidente, il lettone Roberts Zile.

 

Non è un caso che un minuto dopo l'annuncio dell'attesa nomina di Sberna venga diffusa una lettura politica precisa: «Per la prima volta una rappresentante della destra italiana viene eletto alla vicepresidenza del Parlamento europeo. Si tratta di un importante riconoscimento per l'azione politica svolta da FdI anche in ambito europeo e all'interno del gruppo dei Conservatori europei che raddoppiano le vicepresidenze grazie all'elezione dell'eurodeputato Roberts Zile» […]

 

matteo salvini e marine le pen a bruxelles dopo le europee 2024

Il comunicato è stato cesellato fin nelle virgole, le parole scelte con cura per comporre il messaggio perfetto da spedire a Salvini. «L'interesse italiano rappresentato», «il ruolo di prestigio», «il riconoscimento della destra italiana», sono risultati – sostiene Meloni – che nessuno della destra-destra italiana aveva mai ottenuto. Non è un aspetto secondario, poi, che Sberna sia una politica considerata molto vicina ad Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria politica di FdI.

 

Nelle ore subito successive all'elezione dell'eurodeputata italiana ci sono stati anche nuovi contatti tra Meloni e Roberta Metsola. La presidente riconfermata del Parlamento europeo, del Ppe, da settimane sta cercando di persuadere la premier a votare per Ursula, evitando di marginalizzare l'Italia in un momento molto delicato per l'Europa, con la guerra in Ucraina che non finisce e con la tormenta americana chiamata Donald Trump pronta nuovamente a scombussolare i rapporti tra la Casa Bianca e Bruxelles.

 

URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - OLAF SCHOLZ

Metsola avrebbe fatto leva su un dato significativo: il nuovo supergruppo dei sovranisti, i Patrioti del primo ministro ungherese Viktor Orban, della francese Marine Le Pen e di Salvini, sono fuori dalle vicepresidenze, mentre Ecr è dentro. […]  È il secondo segnale ben accolto da FdI.

 

Il terzo segnale è stato solo accennato durante il confronto di ieri tra la delegazione dei Conservatori e Von der Leyen. Non era certo quello il contesto in cui parlare del commissario che spetterà all'Italia. Meloni aveva chiesto una vicepresidenza esecutiva, e potrebbe ottenere un commissario con due deleghe pesanti e impegnative.

 

[…]

 

matteo salvini marine le pen a pontida 1

I diplomatici che trattano dietro le quinte del negoziato più schiettamente politico insistono su quattro caselle: Concorrenza, Industria, Bilancio e Mercato interno. Una di queste toccherà all'Italia e a ricoprire il ruolo di commissario sarà Raffaele Fitto, ministro con competenza diretta su Affari Ue, Pnrr, Coesione e Sud.

 

Meloni chiede che nelle sue mani siano consegnati poteri concreti su alcuni dossier che interessano principalmente l'Italia. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è dato per scontato. L'altro è sulle norme europee che regolano la concorrenza. Ieri fonti autorevoli di FdI confermavano di una discussione aperta sulla direttiva Bolkestein, per cui l'Italia è in procedura di infrazione, e di una possibile vicepresidenza dedicata alla sburocratizzazione. Meloni ha necessità di dare una risposta ai balneari, che da lei si attendono risposte coerenti alle promesse fatte in questi anni.

RAFFAELE FITTO

 

[…] La nuova Commissione che nasce in continuità con la vecchia non potrà smentire se stessa, ma un segnale in questa direzione – sulla concorrenza – il partito di Meloni se lo aspetta. Dovrebbe emergere dal discorso programmatico che domani leggerà in Aula Von der Leyen, dove invece non ci sarà traccia di un'apertura alle richieste dei conservatori sul Green Deal. […]

 

2. MELONI TENTATA DAL SÌ CONSULTA I SUOI MILITANTI E TRATTA SULLA DELEGA PER IL FEDELISSIMO FITTO

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

giorgia meloni ursula von der leyen

La partita, alla fine, è molto concreta. Giorgia Meloni tratta per una superdelega per un fedelissimo, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto: un portafoglio economico — uno fra Concorrenza, Mercato interno, Affari Economici e Bilancio — e alcune competenze che si attagliano ai compiti finora svolti dal dirigente pugliese di FdI, dunque legate al Pnrr e alla coesione. In aggiunta un ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione. È la richiesta che la premier ha deposto sul tavolo di Ursula von der Leyen, presidente uscente dell’esecutivo alla ricerca del bis.

 

[…] in attesa della telefonata fra le due leader, […] nel frattempo si lavora a un accordo. O meglio, a un «riconoscimento del peso dell’Italia» nel prossimo governo Ue, per dirla con le parole di Meloni. Che intanto non decide. E anzi, nell’incertezza, fa appello ai suoi iscritti: in una mail inviata dal Dipartimento organizzazione a iscritti e attivisti, chiede «cosa dovrebbe fare Fratelli d’Italia ». Quattro opzioni.

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN - CONSIGLIO EUROPEO 15 DICEMBRE 2022

Nell’ordine: «Votare Ursula in ogni caso». «Non votarla in ogni caso». «Astenersi». «Votarla solo se garantisce all’Italia un ruolo importante». Una consultazione della base in stile grillino, simile a quella che i 5S fecero su Rousseau prima dell’ingresso nei governi Conte e Draghi. Chissà quanto vincolante.

 

Nel frattempo, la prima ministra accoglie con soddisfazione un altro riconoscimento, quello che il Parlamento europeo, con un voto che vede al centro il Ppe, dà a un’esponente del suo partito, Antonella Sberna. Ai vertici delle istituzioni comunitarie, al di qua del cordone sanitario che esclude i Patrioti di Orban e altre frange estremiste ritenute non presentabili, ci sono pure i Fratelli d’Italia.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti francesco lollobrigida

[…] Meloni si pronuncerà all’ultimo. Solo nelle prossime ore. Fonti qualificate di Fratelli d’Italia dicono che la comunicazione sull’atteggiamento del partito della premier arriverà dopo il discorso che von der Leyen farà in aula domattina. Su una cosa Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI a Bruxelles, non ha dubbi: «Non ci saranno ambiguità. O sarà un sì o sarà un no. Altre soluzioni non credo abbiano senso».

 

Parole di certo diverse da quelle che qualche settimane fa, quando la figura di von der Leyen sembrava entrata in un cono d’ombra, venivano pronunciate nell’inner circle della prima ministra.

 

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA

Ed è emblematico il giudizio che di Ursula dà oggi Francesco Lollobrigida: «Negli ultimi mesi c’è stato un cambio di passo della presidente della commissione. Rispetto al mondo dell’agricoltura — precisa il ministro — ci sono state tante aperture su vari ambiti». […]

 

 La popolare tedesca si spinge a promettere a Ecr un commissario con delega alla Sburocratizzazione, richiesta esplicita di Meloni. Ma da sola, per la premier, è troppo poco. Qualcosa di più inoltre i meloniani si aspettano sul Green deal: Fidanza chiede «il superamento dell’approccio ideologico della legislatura conclusa».

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI

E FdI vorrebbe anche una linea più morbida da parte della nuova Commissione sull’applicazione della direttiva Bolkestein, che impatta sui balneari. Insomma, le distanze sono tutt’altro che incolmabili ma rimangono. E FdI non è (ancora) pronta a unirsi ad altre delegazioni dei Conservatori — dai cechi ai fiamminghi — in una coalizione pro-Ursula.

 

Meloni sa, d’altro canto, che un sì a von der Leyen allargherebbe il solco che la divide da una parte della sua maggioranza (la Lega) e le alienerebbe voti a destra. Per questo motivo si riserva una decisione e non la esplicita. E nel guado, prima di uscirne, cerca il conforto anche del suo “popolo”.

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
carlo fidanza