MELONI HA SCELTO GLI ALLEATI SBAGLIATI – DA UN LATO C’ È ORBAN, GRANDE AMICO DELLA PREMIER, CHE DICE CHE LA GUERRA È “COLPA” DEI “BUROCRATI DI BRUXELLES”, ACCUSANDO GLI USA DI VOLER PROLUNGARE IL CONFLITTO. DALL’ALTRO, LA POLONIA: IL PARTITO DI GOVERNO, PIS, È NEI CONSERVATORI DI GIORGIA, MA QUANDO SI TRATTA DI DIFENDERE GLI INTERESSI NAZIONALI SE NE FREGA. LA PROVA? HA POSTO IL VETO SULLA PROPOSTA ITALIANA SULLO STRALCIO DELL’IMPORT DI GOMMA SINTETICA DALLE SANZIONI ALLA RUSSIA…
-Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Il decimo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia è andato a sbattere contro un muro di gomma. Sintetica. E su quel muro, nonostante gli abbracci e le belle parole che hanno accompagnato la visita della premier Giorgia Meloni a Varsavia, si sono scontrati anche gli interessi di Italia e Polonia.
La prima che ha espresso le preoccupazioni delle proprie imprese per lo stop all'import di gomma sintetica da Mosca. La seconda che invece si è opposta ai correttivi introdotti per andare incontro alle richieste italiane. Per ripicca, Varsavia ha tenuto in ostaggio l'intero pacchetto di sanzioni.
[…] Per una volta, quindi, non è stato Viktor Orban a vestire i panni del guastafeste, anche perché l'Ungheria ha ottenuto tutto ciò che voleva: esclusione del settore del nucleare dalle sanzioni e rinnovo delle misure limitato a sei mesi e non a dodici, come richiesto da Varsavia.
Ma il premier di Budapest non ha comunque perso l'occasione per criticare l'Unione europea, accusandola di pagare un prezzo economico eccessivo con le sanzioni perché "succube" degli Stati Uniti. Durante un evento di Fidesz, secondo quanto riportato dai media ungheresi, Orban avrebbe accusato «i burocrati di Bruxelles» e gli Usa di voler prolungare la guerra. Ma subito è arrivata una secca replica di Josep Borrell: «L'Ungheria – ha detto l'Alto Rappresentante – partecipa alla spesa per il sostegno militare all'Ucraina e ha sempre sostenuto le sanzioni, che vengono adottate all'unanimità».
Il braccio di ferro sulla gomma sintetica russa va avanti da circa una settimana. La Russia esporta questo materiale per un valore di circa due miliardi di euro l'anno, di cui 700 milioni all'interno dell'Ue. L'Italia, che è un importatore, aveva subito espresso preoccupazioni sulle restrizioni. Secondo Roma, non ci sono certezze che questo bando possa effettivamente colpire l'economia russa. Al contrario c'è il timore di un impatto negativo sui prezzi del prodotto sul mercato Ue, con conseguenze per la competitività delle imprese, anche in relazione alla concorrenza extra-Ue.
Per questo il governo – attraverso la diplomazia a Bruxelles – ha proposto una serie di "correttivi": oltre a una rimodulazione delle restrizioni, l'Italia (sostenuta dalla Germania) ha anche chiesto di fare una valutazione dell'impatto di questa misura […]. Il compromesso raggiunto era stato approvato dagli altri governi, che dunque erano pronti a dare il via libera al decimo pacchetto di sanzioni, giusto in tempo per l'anniversario dell'invasione. Tutti meno uno: quello di Varsavia. Secondo la Polonia (Paese esportatore di gomma sintetica), i paletti introdotti renderebbero inefficace la misura, per questo l'ambasciatore ha posto il veto sull'intero pacchetto. […]