MELONI SEMPRE PIÙ DI LOTTA E MENO DI GOVERNO: GIORGIA SI IMMAGINA STATISTA, MA HA TROPPA PAURA DI REGALARE VOTI A SALVINI – MARCELLO SORGI: “SONO IN MOLTI A DIRE CHE LE ULTIME MOSSE MELONIANE SIANO DIPESE DAL RUOLO SEMPRE PIÙ PESANTE DI FAZZOLARI. È POSSIBILE. MA C'È UN'ALTRA SPIEGAZIONE, PERFINO PIÙ MEDIOCRE, PER QUESTA DISSIPAZIONE CHE LA PREMIER STA FACENDO DI SÉ STESSA: PER TROVARNE LE PROVE BASTA RINTRACCIARE SUI SOCIAL I POST DI SALVINI, SEMPRE PIÙ IL VERO CAPO DELLA DESTRA-DESTRA DI GOVERNO…”
-Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
L'ultima settimana in trincea di Meloni ha creato tale sorpresa [...] da porre delle domande sul giro di boa dopo quasi due anni a Palazzo Chigi della premier fino a qualche tempo fa caratterizzata dal lento avvicinamento a posizioni moderate [...].
Se si esclude la fedeltà atlantica filo Ucraina, temperata negli ultimi tempi da una certa cautela per l'esito delle elezioni Usa, la costruzione rappresentata dalla svolta europeista e dall'ostentata amicizia con Von der Leyen, contro la cui riconferma a presidente della Commissione Meloni ha pronunciato un secco "no", s'è sgretolata, insieme con il garantismo […] e il rispetto diplomatico per le regole Internazionali (la vicenda della pugile italiana ritiratasi in un combattimento con un'avversaria algerina impropriamente accusata di essere "intersessuale").
Sono in molti a dire che le ultime mosse meloniane siano dipese dal ruolo sempre più pesante che via via starebbe acquistando al suo fianco il sottosegretario Fazzolari, al quale […] verrebbero attribuite pure le voci del ritorno dell'ipotesi di iper-tassazione dei super profitti delle banche.
È possibile, anche se la premier ha sempre deciso di testa sua. In questo senso deporrebbe la strana frettolosità delle ultime iniziative (la lettera a VdL resa pubblica mentre era ancora in Cina; l'attacco alle autorità sportive appena giunta a Parigi), quando invece lo standing di una premier in viaggio vorrebbe che le questioni domestiche fossero sistemate al ritorno in patria.
La spinta a quest'impropria accelerazione, in altre parole, non può che esser venuta da Roma, sebbene sia singolare che Meloni si sia mossa in prima persona […]
C'è però un'altra spiegazione, perfino più mediocre, per questa dissipazione che la premier sta facendo di sé stessa: per trovarne le prove basta rintracciare sui social i post - precedenti di qualche ora o qualche minuto le sue ultime, discutibili uscite - di Salvini, sempre più il vero capo, malgrado le dimensioni ridotte del suo partito, della destra-destra di governo.