E MENO MALE CHE VIKTOR ORBAN È UN AMICO DI GIORGIA MELONI – LA DUCETTA AVEVA FATTO UNA SOLA RICHIESTA AL PREMIER UNGHERESE, NELLA SUA VISITA A BUDAPEST DI DUE MESI FA: RISERVARE UN TRATTAMENTO DIGNITOSO A ILARIA SALIS. MA IL “VIKTATOR” SE N’È FOTTUTO, E IERI LA 39ENNE ITALIANA AVEVA DI NUOVO LE CATENE AI PIEDI E IL GUINZAGLIO – ANCHE A BUDAPEST CI SONO LE EUROPEE, E ORBAN HA IL SUO SALVINI CHE PROVA A RUBARGLI VOTI A DESTRA: IL “MOVIMENTO NOSTRA PATRIA” – LA POSSIBILE CANDIDATURA DI SALIS CON IL PD E LO SCANDALO CORRUZIONE AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA UNGHERESE…
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”
Il governo italiano ha molte buone ragioni per chiedere di «non politicizzare» la vicenda giudiziaria di Ilaria Salis. Vuole spegnere i riflettori, muoversi in silenzio, e questo è in fondo quel che da sempre consigliano i manuali della diplomazia. Specie se aiuta a mettersi alle spalle l'imbarazzante sgambetto di Viktor Orban a Giorgia Meloni: l'unica richiesta avanzata due mesi fa dalla premier in visita a Budapest, e cioè di riservare un trattamento di dignità a Salis, e quindi di evitare le catene ai piedi e il guinzaglio, ieri è stata platealmente ignorata.
Ceppi ai piedi e ai polsi. Guinzaglio «come i cani», protesta il padre, Roberto Salis. E non per scelta del tribunale di Budapest, ma del sistema penitenziario ungherese, che risponde direttamente al governo Orban.
Intorno alla premier allargano le braccia sconsolati. C'è chi prova a indicare il padre della ragazza e il centrosinistra come le principali cause del problema: «Hanno attaccato Orban, acceso riflettori che non servivano, complicato il nostro lavoro». Ma la verità - come riconosce una fonte vicina a Palazzo Chigi - è che gli inviti a «non politicizzare» la vicenda, ripetuti anche ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, erano già fuori tempo massimo.
Il destino giudiziario di Salis, da alcune settimane ormai, è un tema politico anche in Ungheria. Orban subisce pressioni interne dal "Movimento nostra Patria", Mi Hazánk Mozgalom, un partito nazionalista radicale che […] prova a drenargli consenso da destra, spingendolo a usare il pugno duro. D'altronde in Ungheria, come in Italia, si avvicinano le elezioni europee.
Martedì scorso, poi, Orban è stato travolto da un grosso scandalo. Uno dei suoi nuovi e più agguerriti oppositori, Peter Magyar, ha pubblicato online una registrazione audio in cui l'ex ministra della Giustizia, Judit Varga, accusava a sua insaputa dei fedelissimi di Orban di aver falsificato le carte di un'inchiesta su un caso di corruzione al ministero della Giustizia.
E l'ombra pesante che si è allungata sul principio di indipendenza del sistema giudiziario non aiuta a rasserenare il clima intorno al caso Salis. Nei messaggi che l'ambasciata italiana a Budapest ha inviato alla Farnesina emerge con chiarezza il «muro di gomma» ungherese […].
Resta, comunque, l'irritazione del ministero degli Esteri per la presenza di una delegazione del centrosinistra nell'Aula del tribunale di Budapest, per gli attacchi contro Orban e la richiesta di portare il caso alla Corte europea per i diritti dell'uomo. L'idea del Pd di candidare Salis alle Europee, poi, in modo da concederle l'immunità parlamentare, per Tajani è l'errore più grande e prova a frenarla: «Se vogliono candidarla, si trasforma il processo in scontro politico, e lo scontro politico non aiuta».
Tesi sulla quale concorda anche il M5S: «Non va candidata, le faremmo un danno». Ma i Dem non abbandonano l'idea e tengono alto il pressing, soprattutto su Meloni. La segretaria del Pd Elly Schlein parla di «uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, una nostra connazionale. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito». […]