I MERCATI STANNO “APPARECCHIANDO” UN GOVERNO TECNICO PER L’ITALIA, A COLPI DI SPREAD? - FOLLI: “IL 2023 NON È IL 2011. UNA PRESSIONE EUROPEA PER CAMBIARE GLI EQUILIBRI A ROMA SEMBRA IRREALISTICA A POCHI MESI DALLE ELEZIONI. A MENO CHE IL CENTRODESTRA NON SCELGA ESSO STESSO LA STRADA DELLA DESTABILIZZAZIONE. LE ATTIVITÀ DELLA LEGA A SOSTEGNO DELL'ESTREMA DESTRA IN FRANCIA E IN GERMANIA POSSONO RESTARE UN FATTO FOLKLORISTICO OPPURE TRASFORMARSI IN UN PERICOLO PER L'UNIONE. IN TAL CASO IL QUADRO CAMBIEREBBE…”
-Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
[…] c'è il ritorno sulla scena dello “spread” che ieri ha toccato i 200 punti. […] Ed è certo vero, ma la fragilità italiana, ossia l'enormità del debito gravante sui tassi sempre più alti, rende ancora una volta il nostro paese una specie di “malato d'Europa”. […] La domanda è soprattutto una: la storia si può ripetere? I 200 punti di oggi possono diventare i 574 che dodici anni fa diedero fuoco alle polveri? Senza dubbio c'è chi lo teme e chi invece se lo augura.
Un crollo del governo Meloni non tanto sotto il peso del fallimento programmatico, quanto per una crisi che investe i mercati finanziari al massimo livello, cambierebbe la cornice politica e i termini stessi del confronto pubblico. In realtà siamo molto lontani da un simile esito. Lo scenario del 2011 era diverso […] Ciò non toglie che in questi giorni l'atmosfera sia tutt'altro che serena.
Il rapporto con le istituzioni europee è sempre più faticoso e il tema dell'immigrazione s'incrocia con la crisi degli “spread” che drena risorse senza fine. Ma il governo non può rinunciare del tutto a spendere […] Ed ecco un corto circuito dagli sbocchi complessi […]
Va detto che tra questi sbocchi non è alle viste un “governo tecnico”, ossia una soluzione estrema che vedrebbe al centro il Quirinale. Evocarlo è fin troppo facile […] ma […] il 2023 non è il 2011. […] Giorgia Meloni è entrata nella fase in cui i nostri governi galleggiano sulle emergenze […]
Tuttavia una pressione europea per cambiare gli equilibri a Roma sembra irrealistica a pochi mesi dalle elezioni. A meno che il centrodestra non scelga esso stesso la strada della destabilizzazione. Le attività della Lega a sostegno dell'estrema destra in Francia e in Germania possono restare un fatto folkloristico oppure trasformarsi in un pericolo per l'Unione. In tal caso il quadro cambierebbe.
Resta da vedere un dato. È vero che il governo Meloni si è indebolito, come testimonia la difficoltà di tenere sotto controllo i conti pubblici. Ma i sondaggi continuano a riservare a lei, alla premier, un trattamento positivo. Il 28,5 della media YouTrend è un risultato più che significativo. […] E che si fonda ancora una volta sull'inesistenza di un'alternativa.