MES IN QUEL POSTO. E ORA CHE SI FA? - L'EUROGRUPPO VUOLE INSISTERE CON IL GOVERNO ITALIANO PER FAR RIPROPORRE ALLE CAMERE, DOPO LE EUROPEE, LA RATIFICA DELLA RIFORMA DEL MES - MA TRA BRUXELLES E LUSSEMBURGO, DOVE HA SEDE IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ, SI INIZIA ANCHE A PENSARE A UN PIANO B: L'APPUNTAMENTO È PER IL PROSSIMO 15 GENNAIO, QUANDO GIORGETTI SARÀ ACCOLTO DAI COLLEGHI DELL'EUROGRUPPO. I VENTI MINISTRI DELLE FINANZE DECIDERANNO IL DA FARSI: SE DARE UN'ALTRA OPPORTUNITÀ A ROMA OPPURE RIDISCUTERE DA CAPO LA RIFORMA…

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Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

Gilles Roth Paschal Donohoe Pierre Gramegna e Giancarlo Giorgetti

Il piano A è quello che il presidente dell'Eurogruppo ha confermato ieri: cercare di insistere con Roma e sperare in un ripensamento dopo le Europee, riproponendo alle Camere la ratifica della riforma del Mes. «Continuerò il mio impegno su questo con le autorità italiane nei prossimi mesi» ha annunciato Paschal Donohoe, «rammaricato» perché «l'Italia rimane l'unico Paese a bloccare la finalizzazione di una riforma su cui ci siamo impegnati tutti nel 2021».

 

Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe

Ma tra Bruxelles e Lussemburgo, dove ha sede il Meccanismo europeo di Stabilità, dietro le quinte si inizia anche a pensare a un piano B: l'appuntamento è per il prossimo 15 gennaio, quando Giancarlo Giorgetti sarà accolto dai colleghi dell'Eurogruppo. I venti ministri delle Finanze decideranno il da farsi: se dare un'altra opportunità a Roma oppure ridiscutere da capo la riforma. Nel frattempo, resta in vigore il vecchio trattato […] Resta però da trovare una soluzione per il "backstop" finanziario, che non potrà entrare in vigore il 1° gennaio.

 

Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe

Lo strumento, ha ricordato Donohoe, rappresenta «un'importante pietra miliare verso il completamento dell'unione bancaria». L'idea era quella di creare una linea di credito da 68 miliardi per il Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie. Quest'ultimo, finanziato con i contributi degli istituti di credito, ha una dotazione finanziaria di quasi 80 miliardi di euro, pari a circa l'1% dei depositi. Il backstop avrebbe permesso di raddoppiare la liquidità disponibile attraverso un prestito da attivare in caso di crisi.

 

Attenzione: non si sarebbe trattato di un contributo a fondo perduto, ma di risorse che poi il Fondo (dunque le banche, enti privati) avrebbero restituito al Mes (che si finanzia sui mercati e ha un capitale sottoscritto dagli Stati membri con denaro pubblico). La partita europea sul Mes si giocherà a partire dal 15 gennaio e quella settimana ci sarà anche un'importante tappa nel percorso verso la riforma del Patto di Stabilità. Ieri mattina gli ambasciatori dei 27 Stati membri dell'Ue hanno formalmente adottato i tre testi legislativi che compongono il nuovo Patto, ma non è ancora la parola fine.

 

PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

La commissione Affari Economici del Parlamento europeo ha già approvato la sua posizione negoziale, che a metà gennaio sarà votata dall'Aula e che punta ad ammorbidire alcune rigidità emerse dal compromesso […] gli eurodeputati della "maggioranza Ursula", soprattutto quelli del gruppo dei socialisti-democratici, vogliono strappare qualche concessione in una direzione certamente favorevole alle istanze italiane. I margini sono stretti […]

 

URSULA VON DER LEYEN - CHRISTINE LAGARDE - PASCAL DONOHOE

L'Eurocamera, per esempio, vuole che le spese per raggiungere gli obiettivi del Pilastro sociale (sostegno dell'occupazione, welfare, pari opportunità e lotta alla povertà) siano tenute in considerazione per estendere da quattro a sette anni i piani di aggiustamento. Il Parlamento è disposto ad accettare la clausola di salvaguardia sul debito introdotta dal Consiglio, anche se secondo gli eurodeputati il taglio annuale medio dell'1% per chi sfora il 90% (lo 0,5% per gli altri) dovrebbe essere calcolato su un periodo di 14-17 anni. […]